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SSC
NAPOLI
STORIA
DEL CLUB
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_____________________________________________________________________________________________
A cura di Valerio Rossano e Pietro Gentile
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LA
STORIA DEL NAPOLI: DAL 1980 AL 1990 |
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1980-81:
Juliano Direttore Generale funge anche da parafulmine
delle critiche e delle contestazioni dei tifosi. Per la
panchina viene ingaggiato Rino Marchesi (direttamente
da Ferlaino perchè Juliano inseguiva Renna). Sfumano
tanti acquisti tra cui Falcao, Brady, Cerezo, Pecci, Moro.
Alla fine vengono ingaggiati soltanto Nicolini dal Catanzaro
e Pellegrini dall'Avellino. In difesa arriva Marangon
al posto di Tesser e vengono ceduti Filippi, Volpecina,
Improta, Agostinelli, Badiani, Caporale e Bellugi. Per
lo straniero Juliano riesce a concludere con Ruud Krol
in forza al Vancouver con la formula del prestito semestrale.
All'arrivo dell'olandese la campagna abbonamenti subisce
una forte impennata, ma l'unico scontento sembra Marchesi.
Si rivelerà poi un grandissimo acquisto. L'inizio
è zoppicante ma l'arrivo di Krol dà un nuovo
assetto alla squadra ed una mentalità vincente.
Il 23/11/1980 il terremoto dell'Irpinia provoca la momentanea
inagibilità dello stadio San Paolo con il rinvio
della partita Napoli-Brescia. La seconda scossa del febbraio
successivo provocò una nuova inagibilità.
Ma a dispetto delle calamità naturali, il girone
di ritorno del Napoli è comunque strepitoso: a
5 giornate dal termine gli azzurri sono primi a pari punti
con Roma e Juventus. A romepere la magia di un sogno arrivano
le sfortunatissime sconfitte contro il Perugia, a causa
di un autogol di Ferrario, e contro la Juventus, con un'altra
autorete di Guidetti, sconfitte che regalarono lo scudetto
ai bianconeri guidata da Giovanni Trapattoni, ma anche
uno splendido 3° posto al Napoli con 38 punti. |
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1981-82:
"Totonno" Juliano lascia il suo incarico sbattendo
la porta e spargendo veleno sul conto di Ferlaino. In
sede di calciomercato partono Marangon (perdita grave),
Nicolini, sostituito da Benedetti, Capone, Speggiorin,
Cascione e Palo. Marchesi aveva chiesto Graziani, Marchetti
e Scanziani ma arrivano Palanca, Criscimanni e Citterio.
Nello spogliatoio c'è maretta per il rendimento
incostante di Musella e per la fascia di capitano affidata
da Marchesi a Krol per le partite di coppa, in virtù
dell'esperienza internazionale del libero olandese. La
Coppa Uefa si chiude al primo turno, mentre in campionato,
l'eccessiva quantità di pareggi, ben 15, porta
ad una classifica finale che è "lussuosa"
per le possibilità della squadra ma mediocre per
le sue ambizioni. Criscimanni non riesce a diventare fulcro
del gioco, Citterio non ha la qualità di Marangon
e Damiani non riesce ad incidere in area di rigore. Si
aspettano i gol di Palanca ma il "bomber" segnerà
un solo gol a Cesena (finale 3-1 per il Napoli) pareggiando
però il conto dopo un quarto d'ora con un'autogol.
Pellegrini segna invece 11 gol ed è il terzo realizzatore
del torneo alle spalle di Pruzzo e Bivi. La difesa incassa
soltanto 21 reti ma subisce tre espulsioni (Bruscolotti,
Jacobelli e Vinazzani) e 8 giornate di squalifica di cui
ben 5 solo a Ferrario. Il campionato si conclude al 4°
posto, a pari merito con l'Inter. Sul fronte societario
Ferlaino si fa affiancare da un comitato esecutivo formato
dal duo Janich-Bonetto. L'ufficio inchieste della Federcalcio
apre un'inchiesta a carico di Castellini sospettato d'avere
mostrato troppa acquiescenza al tiro con in quale il Genoa
ha acciuffato la salvezza a 4' dalla fine del campionato.
Inoltre Ferlaino e consiglieri vengono accusati di falso
in bilancio, appropriazione indebita, frode fiscale e
truffa. Si dimostrerà tutto una baggianata. A fine
campionato Marchesi emigrerà al Nord e Corso che
sperava in una promozione in prima squadra, all'arrivo
di Giacomini, lascerà la squadra primavera nelle
mani di Angelo Sormani. |
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1982-83:
E' l'anno delle bombe a casa Ferlaino e dell'aereo con
lo striscione contro Ferlaino e pro-Juliano. Dal punto
di vista tecnico arriva il nuovo allenatore Giacomini
ed i giocatori Celestini, Carannante (ritorni) e Dal Fiume;
partono Guidetti, Musella, Damiani, Benedetti e Palanca.
Arriva anche il nuovo straniero Ramon Diaz preceduto da
grande fama non seguita dai risultati sul campo, tanto
che a novembre, al mercato di riparazione, vengono acquistati
Vagheggi e Scarnecchia. I limiti tecnici sono evidenti:
fuori al 2° turno di U.E.F.A. con vigilia rallegrata
dal tritolo fatto esplodere in Via Crispi. In campionato
è anche peggio: all'undicesima giornata il Napoli
è ultimo in classifica. Segue immediato il licenziamento
di Giacomini su richiesta del tifo organizzato capeggiato
da Chiummariello. Si pensa a Radice ma alla fine vengono
ingaggiati Pesaola e Rambone. Nonostante il cambio di
guida tecnica la situazione tende a peggiorare: ai guai
di classifica si aggiungono anche l'infortunio di Diaz,
l'epatite di Bruscolotti e qualche svista arbitrale. Finisce
l'andata con appena 9 miseri punti in classifica, mestamente
ultimi. Ferlaino cede la presidenza a Marino Brancaccio
affiancato da Gianni Punzo come amministratore delegato.
Nel girone di ritorno la rinascita: ben 19 punti in 15
partite e salvezza conquistata. Purtroppo nell'ultima
partita di campionato con il Cesena, in un forte contrasto
con Buriani, Krol riporta la rottura del menisco. In società
Sonetto va via e Brancaccio propone Juliano al quale oppone
il suo veto Ferlaino, inducendo Brancaccio stesso alle
dimissioni. Ritornato in sella, Ferlaino raggiungerà
un accordo per una pacifica coesistenza con Juliano, ma
conferendogli i poteri specifici di Direttore Generale. |
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1983-84:
Ancora un allenatore nuovo: Santin. Tra i giocatori scambio
di Criscimanni per Casale, di Citterio per Boldini, di
Amodio per Caffarelli; arrivano anche Frappampina, De
Rosa, Palanca ed il libero Masi. Vanno via Vinazzani e
Marino. Come straniero viene ceduto Diaz all'Avellino
e viene acquistato Dirceu. Juliano dichiara che questo
Napoli è migliore di quello che ha raggiunto il
terzo posto ma purtroppo verrà smentito dal campo.
In Coppa Italia la squadra è fuori, piazzandosi
dietro la Cavese. Gli auspicati rinforzi autunnali non
arrivano, Krol non recupera a pieno dall'infortunio subito
ed il Napoli va a fondo in classifica. Si fanno i nomi
di nuovi allenatori tra cui Carosi, Marchesi e Agroppi.
Alla ventesima giornata, dopo l'ennesima sconfitta casalinga
ad opera dell'Inter, Santin viene esonerato in favore
di Marchesi. Il Napoli è terzultimo ma pian pianino
riesce a raggiungere alla penultima giornata la sospirata
salvezza battendo l'Udinese, con appena 1 punto di vantaggio
sul Genoa terzultimo. |
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1984-85:
Sarà stato merito di Juliano, sarà stato
merito di Ferlaino ma il 4 luglio 1984 il "popolo
napoletano" toccò con mano anzi, verificò
con i propri occhi, che il più grande, il più
forte, il più "caro" giocatore di tutti
i tempi stava davvero calpestando l'erba del San Paolo
e che avrebbe vestito e reso mitica la maglia azzurra
numero 10. Diego Armando Maradona era la materializzazione
di un sogno impossibile e la realizzazione di un riscatto
morale verso il resto dell'Italia calcistica e non. Attorno
a lui viene creata una signora squadra: ceduto Dirceu
per Bertoni (argentino come il pibe), arrivano De Vecchi
, Bagni (grande acquisto), Penzo, Puzone e ritorna Marino.
Partono anche Casale, Amodio, Frappampina, Krol, Masi,
Muro e Palanca. L'esordio tra Coppa Italia e precampionato
è piuttosto buono (gran gol di Maradona a Pescara
in sforbiciata da terra, in coppa Italia). Ma in campionato
la partenza non è delle più felici: sconfitta
a Verona alla prima per 3-1, pareggio casalingo con la
Sampdoria 1-1, di nuovo sconfitta col Toro 3-0. Poi al
settimo turno, con la sconfitta di Bergamo, il Napoli
è terzultimo in classifica. Marchesi è preoccupato
sia di un possibile licenziamento che del ruolo di libero
che non sa a chi affidare; vengono provati De Vecchi e
Dal Fiume con scarsi risultati. A questo punto Juliano
scambia con il Cagliari l'attaccante De Rosa con il difensore
De Simone. Frattanto sorgono attriti tra Bagni e Maradona
tra i quali Marchesi farà da paciere. A dicembre,
con tre sconfitte di fila con Inter, Roma e Juve, la crisi
è incombente. Dopo la pausa natalizia, ed un "chiarificatore"
ritiro a Vietri, dove si confrontarono faccia a faccia
Presidente, tecnico e giocatori, nel giorno della ripresa
del campionato, il 6 gennaio, la befana porta una salutare
vittoria per 4-3 con l'Udinese in una giornata talmente
fredda che, a tratti, nevicava in campo. Da questa partita
in poi il Napoli riesce ad inanellare una serie favorevole
che lo porta a totalizzare 20 punti in 15 partite, raggiungendo
l'8° posto finale con 33 punti. Il miglior realizzatore
azzurro è naturalmente lui, Diego Armando Maradona,
al suo primo anno in Italia, autore di 14 reti. Intanto,
in un albergo di Milano, si stavano ponendo le basi per
il futuro Napoli da scudetto. |
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1985-86:
Il 13/3/1985, in un albergo di Milano, Ferlaino convoca
Italo Allodi (il riformatore del calcio italiano), Pier
Paolo Marino (giovane direttore sportivo) e Ottavio Bianchi
(ex calciatore azzurro, al tempo allenatore del Como).
Si costituisce un comitato incaricato di far fruttare
al meglio l'investimento fatto con l'acquisto di Maradona.
Da allora ogni lunedì il team si riunisce per mettere
a punto le strategie di mercato. Dopo i patimenti difensivi
dell'anno precedente, un ruolo da coprire subito è
quello di libero. Viene così acquistato il giovane
Alessandro Renica dalla Sampdoria. Per il terzino sinistro,
in alternativa a Raimondo Marino, arriva Filardi dal Varese.
A centrocampo l'acquisto di Eraldo Pecci, consente a Maradona
di dedicarsi a compiti più squisitamente offensivi,
in coppia con il bomber di classe Bruno Giordano. Per
completare il centrocampo l'ideale sarebbe l'acquisto
di Fernando De Napoli, ma costa troppo ed il suo acquisto
viene accantonato per quest'anno. Dopo aver tentato invano
con Tardelli, Sabato, Boniek, Cerezo e Scanziani, la scelta
cade su Buriani. Castellini lascia per limiti di età
e subentra Claudio Garella. Partono anche Boldini, Dal
Fiume, De Simone, De Vecchi, Di Fusco, Napoletano e Puzone.
Nel precampionato Ferrario si rompe il malleolo. Maradona
ha problemi al ginocchio ma anche problemi personali:
rompe infatti il sodalizio con Cysterpiller e assume Guillermo
Coppola come manager personale. Il campionato parte bene
e, all'ottava giornata, riesce a spezzare l'incantesimo
contro la Juve: Bertoni guadagna una punizione indiretta
in area di rigore della Juve, batte Maradona e con una
parabola beffarda partita dal piede mancino piegato ai
limiti dell'impossibile infila la porta dell'esterrefatto
Tacconi proteso in un'inutile quanto lunghissimo volo.
Peccato che Brio e Bagni vengano alle mani e che su di
loro cadano i fulmini della disciplinare. Di peggio capita
a San Siro: Mandorlini spezza tibia, perone e carriera
a Buriani; Altobelli e Bruscolotti si fanno espellere
insieme; Garella viene colpito da qualcosa piovuta dagli
spalti ma non ne approfitta e l'arbitro Longhi s'inventa
il pareggio per l'Inter dopo il vantaggio realizzato da
Maradona su assist di Giordano. Per la partita successiva
contro l'Udinese, il Napoli deve fare a meno di Bruscolotti,
Celestini e Pecci squalificati. La partita finisce 1-1
con gol di Maradona su punizione e poi espulsione dello
stesso per reazione ad un fallo di Criscimanni. Alla fine
del girone di andata il Napoli è 2° a 6 punti
dalla Juventus. Il girone di ritorno, tra alti e bassi,
ed una buona dose di sfortuna (frattura della clavicola
per Giordano; problemi fisici e di fuso orario per Maradona
a causa delle trasferte della Nazionale argentina) finisce
con il 3° posto in classifica con 39 punti, sempre
a 6 punti dalla Juve ancora Campiona d'Italia, e a 2 punti
dalla Roma seconda. Migliore marcatore della stagione,
ancora Maradona con 11 reti in 29 partite, seguito da
Giordano con 10 reti in 25 incontri. |
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1986-87:
Alla guida tecnica della squadra viene confermato Ottavio
Bianchi. Vengono acquistati il terzino Bigliardi (dal
fallimento del Palermo), i centrocampisti Sola e Romano
(in sostituzione di Pecci), e il terzino sinistro Volpecina.
Arriva anche Fernando De Napoli dall'Avellino per sostituire
Buriani. L'attacco viene rinforzato dall'arrivo di Andrea
Carnevale. In difesa, invece, viene promosso dalla primavera
un giovane e promettente Ciro Ferrara. Il debutto è
dei migliori: vittoria a Brescia con uno splendido gol
di Maradona. Subito però arriva la doccia fredda
dell'eliminazione dalla coppa UEFA, ai rigori, da parte
del Tolosa, dopo due pareggi a reti bianche. I rigori
decisivi vengono falliti da Salvatore Bagni e dall'infallibile
Diego. Probabilmente, però, l'eliminazione dalla
Coppa riesce a trasmettere alla squadra maggiore grinta
e determinazione e soprattutto una maggiore concentrazione
sul campionato e anche sulla Coppa Italia. In campionato
la strada è quella buona: 12 punti nelle prime
8 giornate. Vengono ottenute delle magnifiche vittorie
come quella di Genova con la Sampdoria dove, in un campo
allagato, una magia di Maradona regala il 2 a 1 agli azzurri,
e come quella contro la Roma, sempre in trasferta, con
un gol capolavoro di Maradona su assist di Giordano. Ma
la vittoria più esaltante è senza dubbio
quella ottenuta a Torino sulla Juventus, alla nona giornata.
Alla vigilia la classifica vede Napoli e Juve in testa
alla classifica a pari punti. La Juve passa in vantaggio
con Laudrup ma il Napoli reagisce con una rimonta straordinaria
vincendo, dopo oltre 20 anni, con il risultato di 3-1
e reti di Giordano, Ferrario e Volpecina. Il Napoli assume
quindi il comando della classifica in solitudine. La prima
sconfitta arriva, com'è consuetudine, dopo le feste
di Natale, il 4 gennaio 1987 a Firenze (3-1), con il terzo
gol viola segnato da Monelli con un pallonetto da centrocampo.
Ma le tre vittorie esterne consecutive contro Udinese,
Torino e Atalanta, rilanciano la squadra al vertice della
classifica sminuendo anche l'importanza della sconfitta
di San Siro contro l'Inter per 1-0. Il 29 marzo 1987 c'è
di nuovo la Juve, questa volta al San Paolo, ed è
ancora vittoria. Segna Renica al 14', pareggia Aldo Serena
al 50', e Ciccio Romano regala la vittoria agli azzurri
al 58'. Un immediato calo di tensione porta al successivo
pareggio esterno contro l'Empoli per 0-0 e addirittura
alla terza sconfitta stagionale contro il Verona per 3-0.
Il Napoli ritrova la concentrazione nella successiva partita
contro il Milan che viene sconfitto allo stadio San Paolo
per 2-1 con gol di Carnevale, Maradona e Virdis. E' il
preludio alla vittoria. E' ancora Carnevale a regalare
3 gol per gli ultimi 3 pareggi contro Como, Fiorentina
e Ascoli, ma già nella penultima partita di campionato
contro i Viola, il Napoli è matematicamente Campione
d'Italia. La storia ha voluto una data: 10 maggio 1987.
L'apoteosi, attesa per ben 61 anni, viene celebrata nel
tempio stracolmo del San Paolo, con striscioni che coprono
entrambe le curve, fuochi d'artificio ed addirittura paracadutisti
che portano dal cielo i vessilli azzurri in campo. La
città è interamente rivestita d'azzurro
ed i muri ricoperti di slogan, alcuni ironici, altri beffardi,
altri allusivi, ma tutti splendidamente "napoletani".
I festeggiamenti durano l'intera settimana culminando
nella magica notte del 17 maggio 1987, ultima partita
di campionato, vissuta in un tripudio d'euforia collettiva.
A sugellare un momento storico così importante
per la città di Napoli, arriva anche la conquista
della terza Coppa Italia raggiunta per di più stabilendo
un nuovo record assoluto: 13 vittorie su 13 incontri disputati,
con 35 gol fatti e soltanto 5 subiti. Un vero e proprio
rullo compressore! Il migliore marcatore azzurro è
sempre Diego Armando Maradona, autore di 10 reti in 29
partite, seguito da Andrea Carnevale, 8 gol in 27 partite
e Bruno Giordano, 5 reti in 26 incontri. Questa è
la più gloriosa stagione mai disputata dal club
azzurro. Il Napoli vince il suo primo storico scudetto
e vince anche la Coppa Italia, impresa mai riuscita prima
a nessuna altra squadra italiana. |
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1987-88:
Con la conferma di Bianchi sulla panchina, e un solo ma
grandissimo acquisto degno di nota, il campione brasiliano
Antonio Careca, il Napoli affronta per la prima volta
il campionato con il "tricolore" cucito sulla
maglia, e di conseguenza anche la sua prima esperienza
in Coppa dei Campioni. Putroppo nel torneo europeo il
sorteggio pone gli azzurri di fronte alla più forte
e blasonata squadra del mondo, in una delle sue stagioni
migliori: il Real Madrid di Bennacher e dei vari grandi
Michel, Butraguegno, Sanchez, ecc. La partita d'andata
fu disputata a porte chiuse, in un'atmosfera surreale,
e terminò con uno sfortunato 2-0 per i campioni
di Spagna, causato da un'autorete e un calcio di rigore,
e senza trovare la rete, pur sfiorando ripetutamente il
gol. La partita del San Paolo fu invece giocata in una
bolgia infernale: 100.000 spettatori, incasso di quasi
5 miliardi, e partita giocata a ritmi frenetici con il
Napoli in attacco, a testa bassa, per i primi 40 minuti;
purtroppo dopo il gol del vantaggio siglato da Francini,
una palla persa a centrocampo consente a Butraguegno di
colpire in contropiede e portare il Real sull'1-1. Tutti
i tentativi del Napoli di ribaltare il risultato dell'andata
sono vani in quanto le numerose parate, alcune anche fortunose
del portiere spagnolo, negano al Napoli il passaggio al
turno successivo. Agli azzurri dunque non resta che tuffarsi
nel campionato, e lo fa nel migliore dei modi, dando spettacolo
su tutti i campi con il suo tridente di campioni formato
da Maradona, Giordano e Careca, e denominato Ma.gi.ca.
Basta che la squadra decida di giocare appena per 10 minuti
in ogni partita e per l'avversario non c'è scampo.
La prima sconfitta arriva come sempre dopo Natale, il
3.1.88 a Milano contro il Milan (4-1) dopo avere ottenuto
clamorose vittorie come il 6-0 con il Pescara, 3-1 al
Torino, 4-1 al Verona (gol di Maradona da centrocampo)
e 2-1 alla Juventus; seguono altre vittorie come il 4-0
alla Fiorentina, il 3-1 ad Ascoli, il 4-0 con l'Avellino
fino alla sconfitta in casa con la Roma. Poi arriva l'eliminazione
ai quarti di finale della Coppa Italia ad opera del Torino,
ed un'incredibile crollo atletico e psicologico di tutta
la squadra: sconfitte per 3-1 a Torino contro la Juventus,
pareggio per 1-1 ancora in trasferta a Verona, e sconfitta
storica per 3-2, allo stadio San Paolo, contro il Milan
di Sacchi, Gullit e Van Basten, il 1° maggio 1988,
nella partita decisiva che segna il sorpasso rossonero
ai danni degli azzurri che riescono così a depauperare
il vantaggio di ben 8 punti che erano riusciti a costruire
sui rossoneri. La squadra, ormai completamente scarica,
perde ancora per 3-2 a Firenze e viene ancora sconfitta,
nell'ultima giornata di campionato allo stadio San Paolo,
dalla Sampdoria di Vialli e Mancini per 2-1. Questa incredibile
debacle susciterà una serie di sospetti su alcuni
giocatori ritenuti "traditori" e partite "vendute",
con accenni forti e gravi su strani giri di scommesse
clandestine e sospetta implicazione della camorra. In
tutto questo tourbillon di polemiche i giocatori pensarono
bene di emettere un "Comunicato" all'indomani
della partita con la Fiorentina, addossando tutte le colpe
della disfatta, alla mancanza di dialogo con l'allenatore.
Questo comunicato, firmato da tutti i giocatori tranne
Maradona (perché fuori città) e letto da
De Napoli, provocherà la dura reazione della Società
che metterà fuori squadra i "senatori"
ritenuti colpevoli dell'ammutinamento: Garella, Ferrario,
Bagni e Giordano, che a fine campionato vengono ceduti.
In questa assurda stagione Maradona è il Capocannoniere
della serie A con 15 reti in 28 partite, seguito in classifica
da Careca, autore di 13 centri in 26 incontri. |
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1988-89:
Dopo la rivolta dello spogliatoio contro l'allenatore,
verificatasi alla fine del campionato 87/88, la Società
decide di confermare l'allenatore e cedere tutti i giocatori
ostili. Vanno via Garella per Giuliani, Ferrario per Corradini,
Bagni per Alemao, e Bruno Giordano. Arrivano anche Massimo
Crippa e Luca Fusi. Dalla primavera escono giocatori interessanti
come Ferrante, Neri, Giacchetta e Bucciarelli. Il campionato
di serie A ritorna a 18 squadre. La partenza degli azzurri
è buona. La nuova squadra si assesta rapidamente
ottenendo alcuni risultati prestigiosi come Juventus-Napoli
3-5, Napoli-Milan 4-1, Napoli-Torino 4-1 ed altri addirittura
clamorosi, come Napoli-Pescara 8-2. Putroppo il campionato
vede l'Inter di Trapattoni macinare risultati su risultati,
stabilendo nuovi record in fatto di punti (58), di vittorie
(26), di reti fatte (67) e di reti subite (19). E' l'Inter
di Zenga, Bergomi, Brehme, Matteoli, Ferri, Mandorlini,
Bianchi, Berti, Diaz, Matthaus, Serena. Il Napoli deve
necessariamente accontentarsi di un prestigioso 2°
posto con 47 punti, 2 in più rispetto al Milan
Campione 1987-88. La forza del Napoli comunque si vede
anche in campo europeo dove gli azzurri eliminano dalla
Coppa Uefa nell'ordine: il Paok di Salonicco (1-0 e 1-1),
il Lokomotiv di Mosca (1-1 e 2-0), il Bordeaux (0-1 e
0-0), fino ad incontrare la Juventus nei quarti di finale.
Gli azzurri perdono 2-0 a Torino e la storia sembra ormai
chiusa. Ma allo stadio San Paolo segna Maradona su calcio
di rigore al 12', raddoppia Carnevale al 44' e si va ai
supplementari. Al 119' un incredibile gol di testa/spalla
di Alessandro Renica regala al Napoli una storica qualificazione
per le semifinali dove si affronta il temibile Bayern
Monaco: 2-0 al San Paolo con gol di Careca e Carnevale
e 2-2 in Germania con doppietta ancora dell'attacante
brasiliano. Il cammino esaltante della squadra azzurra
giunge alla finalissima contro un'altra squadra tedesca,
lo Stoccarda del "napoletano" Gaudino e del
prossimo interista Jurgen Klinsman. La partita di andata
si gioca al San Paolo. Al 17' proprio Gaudino porta in
vantaggio lo Stoccarda con la complicità del portiere
azzurro Giuliano Giuliani. Al 68' Maradona pareggia su
calcio di rigore e all'87' Antonio Careca sigla il gol
della vittoria. Il 2-1 non è un risultato confortante
per gli azzurri. Ai tedeschi basterebbe vincere 1-0 in
casa per aggiudicarsi il trofeo. Migliaia di tifosi azzurri
partono alla volta di Stoccarda per seguire Maradona e
compagni nell'avventurosa partita di ritorno in terra
di Germania. E' il 17 maggio e nell'aria c'è tanta
tensione. Al 19' Alemao si invola verso la porta tedesca
e batte il portiere avversario con un tiro strano, carambolato
in rete carico di effetto. Al 29' pareggia Klinsman con
un colpo di testa su calcio d'angolo. Al 40' la svolta:
calcio d'angolo di Maradona, palla respinta dalla difesa
ancora in zona Diego che rimette la palla al centro con
un inaspettato colpo di testa che coglie di sorpresa gli
avversari e consente al napoletano Ciro Ferrara di inserirsi
e girare in rete la palla del 2-1. Ormai è fatta.
Lo Stoccarda dovrebbe segnare 3 gol per pareggiare il
conto e invece è il Napoli che va ancora a segno
con un contropiede di Maradona e assist per Careca che
batte il portiere in uscita con un delizioso colpo sotto.
L'euforia è alle stelle. Passano addirittura inosservati
l'autogol di De Napoli e la rete del 3-3 firmata al 90'
da Schmaler. Il Napoli vince la sua prima Coppa Uefa,
trofeo ambito e importante, destinato solo alle squadre
arrivate ai primi posti nei rispettivi campionati, alle
spalle dei campioni. Anche in Coppa Italia si arriva in
finale. Dopo avere eliminato altre dieci squadre, il Napoli
però perde la finale di ritorno a Cremona contro
la Sampdoria per 4-0, in una partita dai toni agonistici
molto accesi, con numerosi scambi di "cortesie"
fra giocatori dentro e fuori dal campo. Questa resta comunque
una stagione decisamente gratificante per la storia azzurra,
sia per il secondo posto in campionato equivalente, per
punti conquistati, ad uno scudetto, sia per la finale
di Coppa Italia, ma soprattutto per l'esaltante prima
vittoria in campo europeo datata 17 maggio 1989. Antonio
Careca è il miglior realizzatore della squadra
con 19 reti in 30 partite. A seguire Carnevale con 13
gol in 28 partite e Maradona con solo 9 gol in 26 gare,
ma tantissimi assist e grandissime giocate di altissima
qualità. |
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1989-90:
Sulla panchina azzurra Ottavio Bianchi viene
sostituito da Albertino Bigon. In campagna acquisti viene
ingaggiato il centrocampista di fantasia Massimo Mauro,
il valido e promettente Marco Baroni per rinforzare la
difesa e un giovane e sconosciuto giocatore sardo di nome
Gianfranco Zola. La partenza in campionato è tutta
"italiana": Maradona è in Argentina,
Careca e Alemao sono al mare a smaltire le fatiche della
coppa America, e la squadra incamera i primi punti della
stagione con una formazione autarchica. Dopo quattro giornate
gli azzurri sono al comando della classifica con la Juventus,
dopo aver conquistato 7 punti su 8. La fantasia di Mauro
e del giovane Zola riescono a sopperire all'assenza del
genio di Diego. Alla quinta giornata ritorna Maradona
e c'è la Fiorentina di scena al San Paolo. Il primo
tempo finisce 2 a 0 per la Fiorentina con due prodezze
di Roberto Baggio. Nel secondo tempo ci pensa Diego. Prima
sbaglia un calcio di rigore, e poi guida i compagni ad
una clamorosa rimonta con ribaltamento del risultato:
finisce 3-2 per il Napoli. Il Milan, battuto alla settima
giornata con un secco 3-0, perde anche a Cremona e Ascoli,
consolidando il distacco di sei punti dalla squadra partenopea.
Il Napoli batte anche i campioni in carica dell'Inter
con due gol nel finale. Alla tredicesima giornata il vantaggio
su un gruppetto di inseguitori formato da Inter, Milan
e Sampdoria, è di tre punti. L'eliminazione dalla
Coppa Italia ed anche dalla Coppa UEFA, trofeo detenuto
proprio dal Napoli, e l'infortunio di Renica sono il preludio
di una crisi che esplode all'ultima giornata di andata:
il 30 dicembre, all'Olimpico di Roma, la Lazio vince 3-0.
Non ci sono attenuanti. La squadra sbanda ed il Milan
accorcia portandosi a 2 punti, con una partita da recuperare.
Anche l'Inter si avvicina ma la vittoria a Firenze dimostra
che il Napoli non vuole mollare. La clamorosa rimonta
del Milan si concretizza con l'aggancio al secondo scontro
diretto: a San Siro i rossoneri si impongono infatti per
3-0. Due domeniche dopo anche l'Inter si prende la sua
rivincita vincendo 3-1 ancora a San Siro. Il Milan passa
in testa con due punti di vantaggio. Sembra la fine del
sogno. In realtà anche il Milan comincia ad accusare
i primi cedimenti e gli azzurri, nonostante la sconfitta
con la Sampdoria, riescono a ridurre il distacco ad un
solo punto. L'8 aprile avviene la svolta: l'arbitro Lanese
non vede il gol della vittoria del Bologna sul Milan ma
a Bergamo una monetina lanciata degli spalti ferisce Alemao
alla testa determinando il 2-0 a tavolino per il Napoli,
a dispetto dello 0-0 ottenuto sul campo. A 180 minuti
dalla fine del campionato Napoli e Milan sono prime a
pari punti. La domenica successiva il Napoli trionfa a
Bologna con un rotondo 4-2 mentre il Milan perde 2-1 in
casa del Verona. L'ultima partita vede ancora una vittoria
del Napoli sulla Lazio per 1-0 con gol di Baroni che regala
il secondo, sofferto, scudetto alla città di Napoli.
In questa magnifica stagione il Napoli uguaglia il record
del maggior punteggio e del maggior numero di vittorie
casalinghe con 16 vittorie ed 1 pareggio su 17 incontri,
per complessivi 33 punti conquistati al San Paolo sui
51 realizzati in tutto. Il migliore marcatore azzurro
è di nuovo Diego Armando Maradona che realizza
16 reti in campionato, stabilendo il proprio record personale
in fatto di segnature con la maglia del Napoli. |
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