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SSC
NAPOLI
STORIA
DEL CLUB
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_____________________________________________________________________________________________
A cura di Valerio Rossano e Pietro Gentile
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LA
STORIA DEL NAPOLI: DAL 2000 AL 2010 |
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2000-01:
Lo strano duo Ferlaino-Corbelli comincia la sua avventura
con una affascinante scommessa: per la panchina azzurra
viene ingaggiato il tecnico boemo Zdenek Zeman, profeta
del 4-3-3 e del calcio delle meraviglie. In fase di calciomercato
cominciano comunque gli attriti e viene completamente
sbagliata la campagna acquisti, rivoluzionando completamente
la squadra, acquistando giocatori non in perfette condizioni
fisiche e investendo sui nomi piuttosto che badando alle
concrete esigenze tecniche e tattiche del nuovo allenatore.
Vengono ceduti: Turrini, Asta, Oddo, Lucenti, Mora, Bigica,
ma soprattutto viene ceduto contro il volere di tutta
la piazza il nuovo idolo azzurro Stefan Schwoch: i tanti
soldi offerti dal Torino per un giocatore di 31 anni,
a detta del nuovo presidente Corbelli, erano un affare
che una società come il Napoli non poteva certo
rifiutare. In entrata viene acquistato David Sesa dal
Lecce per 16 miliardi di lire, giocatore rivelazione del
precedente campionato e seguito anche dai grandi club.
Vengono acquistati Francesco Moriero dall'Inter (afflitto
da problemi fisici), il nazionale portoghese Josè
Luis Vidigal, una delle rivelazioni dell'Europeo del 2000,
il nazionale marocchino Abdelilah Saber, e il difensore
centrale argentino Facundo Quiroga, tutti e tre dallo
Sporting Lisbona e il giovane nigeriano Afolabi. Arrivano
inoltre Fresi dall'Inter, Nicola Amoruso per gentile concessione
di casa Moggi (Alessandro Moggi, figlio di Luciano, è
consulente e collaboratore di mercato accanto a Gigi Pavarese),
Dario Baccin, il giovane Urso e uno sconosciuto giocatore
ceko indicato da Zeman di nome Marek Jankulovski, forse
l'acquisto migliore di tutta la campagna. Ritorna inoltre
dopo 4 anni Fabio Pecchia. Per la porta torna Mondini
con il giovane ma ancora acerbo Coppola promosso titolare.
La prima di campionato è di quelle storiche: Napoli-Juventus
per festeggiare il ritorno in serie A: 80.000 spettatori
per assistere ad uno spettacolare primo tempo della squadra
di Zeman che passa addirittura in vantaggio con un gol
di Roberto Stellone. Nel secondo tempo però l'effetto
Zeman scompare e la squadra prende 2 gol da 2 disattenzioni
difensive (Kovacevic e Del Piero). La seconda giornata
offre l'Inter a San Siro ed è la seconda sconfitta:
3-1 (Sesa per il Napoli e bellissimo gol dell'ex azzurro
Laurent Blanc per l'Inter). Gli umori cominciano a deteriorarsi,
gli azzurri non corrono come hanno sempre fatto tutte
le squadre di Zeman a inizio campionato. Dopo le prime
due terribili giornate ci si aspetta il riscatto in casa
contro il Bologna ed invece succede l'incredibile: 5-1
per il Bologna con tripletta di Beppe Signori, scandalosa
prova degli azzurri condizionati da una prestazione a
dir poco imbarazzante del giovane Coppola, discusso e
non sostenuto dalla società che ha invece appena
provveduto ad ingaggiare l'esperto portiere Francesco
Mancini dal Bari. Il Napoli è nel caos: la società
dà segni di contrasti, i tifosi contestano, Vidigal
e Stellone si infortunano gravemente e dovranno dire addio
alla stagione, il giovane Coppola, ormai bruciato e sulla
bocca di tutti, viene ceduto proprio al Bologna, e continuano
ad arrivare giocatori nuovi con gli argentini Pineda per
la fascia sinistra dall'Udinese e il nazionale Husain
dal River Plate (per sostituire Vidigal). Nonostante i
nuovi innesti il Napoli stenta: pareggio con il Lecce
(1-1) sconfitta con il Vicenza (1-2), pareggio con il
Perugia (1-1) e Zeman riceve il benservito. Proprio nel
momento in cui le cose sembravano migliorare dal punto
di vista del gioco, l'allenatore dei miracoli di Foggia
viene esonerato e viene sostituito da un tecnico dall'opposta
filosofia: Emiliano Mondonico. Esordio proprio contro
la "sua" Atalanta e ancora pareggio (0-0), sconfitta
contro il Milan a San Siro (1-0) e finalmente la prima
vittoria, alla nona giornata, in casa contro il Bari (1-0
gol di Amoruso). Una squadra inconcludente ed incostante
riesce a raccogliere 12 punti in 8 partite, ritrovandosi
al quart'ultimo posto in classifica dopo 14 giornate di
campionato, nonostante alcuni incredibili risultati come
il 6-2 sulla Reggina, il 2-1 in trasferta contro la Lazio
di Veron, Nedved e Crespo. La preoccupazione generale
di tutto l'ambiente partenopeo viene tuttavia trasformata
in grande gioia per l'inaspettata notizia dell'acquisto
del fuoriclasse brasiliano Edmundo, alla riapertura del
mercato di gennaio. Assieme al brasiliano, noto a tutti
come "O'Animal" per il suo carattere non proprio
"docile", viene ingaggiato un altro portiere,
Alberto Fontana, e viene sfoltita la rosa con le cessioni
"minori" dei vari Di Vicino, Ciro Caruso, Russo,
e il giovane brasiliano Paquito. Le aspettative dopo l'arrivo
del campione brasiliano, arrivato a parametro zero ma
costato ben 6 miliardi di solo ingaggio per 6 mesi, sono
altissime. Proprio dal nuovo giocatore azzurro, già
tesserato dalla Fiorentina dal '98 al '99 (37 partite
e 12 gol in una stagione e mezza con la maglia viola),
arrivano improbabili proclami di "zona Champions"
che lasciano tutta la città tra l'esaltato, il
divertito e l'incuriosito. Tuttavia Edmundo non si allena
da 1 mese a causa della conclusione del campionato brasiliano
da cui proviene, e in effetti si vede. Il giocatore è
lento e prevedibile e non riesce praticamente mai a mettere
in mostra tutta la sua classe e le sue indubbie qualità.
Appena 4 vittorie, 7 pareggi e 8 sconfitte con il brasiliano
in campo condannano gli azzurri al penultimo posto dopo
la penultima giornata, con una classifica incredibile
che vede Lecce, Reggina e Verona a 34 punti, Vicenza e
Napoli a 33 e il già retrocesso Bari a 20. Si gioca
tutto all'ultima giornata: il Napoli gioca contro la Fiorentina
dell'ex Edmundo. Gol di Amoruso al 47', pareggio di Nuno
Gomes all'83' e rete decisiva al 95' proprio di Edmundo
che scarta come birilli dei non troppo "convinti"
giocatori avversari e sigla il gol della vittoria azzurra.
Sugli altri campi succede l'incredibile: il Lecce batte
2-1 la Lazio, la Reggina batte 2-1 il Milan, il Verona
batte 2-1 il Perugia, e il Vicenza batte 3-2 l'Udinese.
Il Napoli retrocede di nuovo in serie B. E' la sesta retrocessione
della sua storia. Epilogo al veleno di fine campionato
con le pesanti accuse di Corbelli nei confronti di Verona
e Parma, ree di essersi messe d'accordo per favorire la
salvezza del Verona del presidente Pastorello, ex presidente
del Parma e ancora in più che ottimi rapporti con
la società emiliana, e con la vergognosa gestione
del caso "passaportopoli" che vedrà pressoché
impunite le squadre che utilizzarono giocatori extracomunitari
tesserati come comunitari attraverso l'utilizzo di passaporti
falsi. |
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2001-02:
Di nuovo serie B. Nuovo campionato, nuovo allenatore.
Arriva Gigi De Canio (ex Udinese) che però, sin
dal primo giorno di ritiro a Brusson, chiede alla Società
altri giocatori ritenendo la squadra da completare in
quanto "non omogenea". Tra gli arrivi si segnalano
i tre difensori Villa, Luppi e Mauro Bonomi, che diventeranno
ben presto un trio insostituibile per la retroguardia
azzurra. Per il centrocampo arrivano soltanto Bigica,
Cristiano (che giocheranno pochissime volte), Ametrano
e il giovane brasiliano Montezine, nella speranza però
di ricevere un contributo decisamente più consistente
rispetto all'anno precedente da parte di Husain e soprattutto
Vidigal, in attesa di rientrare dopo il brutto infortunio
al ginocchio dell'inizio della stagione 2000-01. In attacco
arrivano il giovane e promettente Mattia Graffiedi in
prestito dal Milan e Massimo Rastelli dal Piacenza, mentre,
a gennaio, arrivano gli "inutili" Artistico,
Pavon ed Esteban Lopez, quest'ultimi due provenienti dall'Udinese
come parziale contropartita tecnica per la cessione di
Marek Jankulovski, che l'anno dopo viene ceduto ai friulani
per altri 6 miliardi e la metà del cartellino del
brasiliano Fabio Cesar Montezine: operazione di grandissimo
spessore condotta dall'allora Ds friuliano Pierpaolo Marino.
Purtroppo anche quest'anno l'inizio di stagione è
pessimo, anche per la perdurante indisponibilità
di alcuni degli uomini migliori (Vidigal, Stellone, Moriero,
Sesa, etc). Ma un ciclo di cinque vittorie consecutive,
tra dicembre e gennaio, riporta la squadra quasi in zona
promozione, dopo aver recuperato ben 9 punti alla Reggina
quarta in classifica. Decisiva diventa la 33ª giornata
proprio con il match clou contro i calabresi di Colomba,
quarti in classifica con 2 punti di vantaggio sul Napoli.
Una eventuale vittoria significherebbe sorpasso e probabile
promozione ma in un San Paolo gremito da 80.000 spettatori,
il Napoli non riesce a scardinare la strenua difesa della
Reggina che a sua volta riesce a strappare un pareggio
per 1-1, agevolata anche dai gravi errori in zona gol
di Rastelli, che nel calciomercato successivo verrà
ceduto proprio alla squadra amaranto. Svaniscono così
praticamente tutti i sogni di promozione e ci si costringe
a forza ad accettare l'idea di restare ancora in serie
B. In questo campionato, nel quale la squadra di De Canio
ha comunque ottenuto un rispettabile 5° posto con
61 punti, le vicende societarie hanno vissuto momenti
particolarmente critici, con la travagliata e storica
"liquidazione" di Ferlaino, con l'arresto di
Giorgio Corbelli, con la nomina di un Amministratore Giudiziario,
Gustavo Minervini, per il concreto rischio di fallimento,
ed infine con l'intervento dell'imprenditore alberghiero
napoletano Salvatore Naldi intenzionato a rilevare la
società. |
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2002-03:
Nuovo cambio di allenatore. Arriva Franco Colomba fresco
di promozione in Serie A con la Reggina. L'attenzione
di tutti per quest'avvio di stagione è rivolta
ancora alle vicende societarie. Salvatore Naldi è
infatti il nuovo proprietario e Presidente della Società
Sportiva Calcio Napoli. Nuovo è anche il Direttore
Generale, Giampiero Marchetti, ma con un'operatività
limitata (essendo il Napoli classificato in fascia B dalla
Covisoc, non può acquistare giocatori se prima
non ne vende). L'attuale rosa del Napoli è però
poco richiesta sul mercato per cui, al momento, soltanto
trattative, contatti, ma nessun rinforzo per la squadra
di Colomba, ad eccezione di Dionigi (scambio con la Reggina
con Rastelli) ed il 2° portiere Storari (scambio di
comproprietà con l'Ancona con Roccati). Nonostante
le solite giustificazioni e i soliti alibi che accompagnano
le ultime tribolate stagioni azzurre, per le pessime prestazioni
della squadra e la pericolosissima posizione di classifica,
il 14 dicembre viene esonerato Franco Colomba. Al suo
posto viene ingaggiato il "Professore" Franco
Scoglio che pretende 6 innesti di "qualità"
e viene accontentato con l'ingaggio di Rubens Pasino fantasista
del Modena, Gonzalo Martinez esterno destro dell'Udinese,
Maurizio D'Angelo difensore centrale del Chievo, Alberto
Savino difensore centrale del Lecce, Dario Marcolin regista
del Piacenza e Francesco Montervino mediano dell'Ancona.
Tra i partenti da segnalare l'addio dell'argentino Husain,
giocatore dal rendimento sicuramente al di sotto delle
aspettative iniziali, Claudio Ferrarese, l'unico giocatore
che aveva dimostrato di sapere saltare l'uomo e "rischiare"
di fare qualche cross a centro area, e Marco Storari,
scambiato ancora, stavolta con il Messina, per Emanuele
Manitta. Nonostante i buoni innesti e qualche buon risultato
iniziale la squadra di Scoglio ripiomba nelle parti basse
della classifica e la situazione si fa talmente critica
che i dirigenti decidono di esonerare anche il Professore
di Lipari e richiamare addirittura Colomba che dal 9 marzo
ritorna sulla panchina azzurra. Il Napoli si salverà
solo all'ultima giornata con 45 punti e tante ansie e
paure, ottenendo il peggior risultato di tutta la sua
storia con il 15° posto in serie B. |
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2003-04:
Andrea Agostinelli, reduce da due esoneri consecutivi
con Ternana e Piacenza, è il nuovo allenatore del
Napoli. Tuttavia, come in tutti gli ultimi anni, l'attenzione
dei tifosi nel precampionato è rivolta non soltanto
alla campagna di rafforzamento della squadra, ma anche
alle problematiche finanziarie che riguardano la possibile
esclusione dal campionato per motivi economici della società
partenopea. Inoltre l'estate 2003 è caratterizzata
dalla "vicenda Catania", con i ripetuti interventi
della magistratura ordinaria che ha più volte riammesso
o escluso la squadra siciliana del vulcanico presidente
Gaucci, dalla Serie B. Comunque il 31 luglio vengono varati
i calendari di serie A e B con quest'ultima a 20 squadre
ed il Catania in C1; poi, a seguito delle sentenze dei
TAR di Catania, Palermo e Reggio Calabria che ordinano
la riammissione del Catania in serie B, il Governo emana
un Decreto Legge cosiddetto "salvacalcio" che
conferisce maggiori poteri alla FIGC e attribuisce al
solo TAR del Lazio le competenze in materia sportiva.
Pertanto, il giorno dopo, la FIGC decide l'allargamento
della serie B a 24 squadre "ripescando" oltre
al Catania, anche le due retrocesse Genoa e Salernitana
(il Cosenza è stato comunque retrocesso per problemi
finanziari) ed addirittura la Fiorentina fatta prima fallire
e poi spedita in C2 e ora, neo promossa in C1, ripescata
addirittura in serie B per cosiddetti "meriti sportivi".
Riguardo la campagna rafforzamento della squadra, il nuovo
Direttore sportivo Giorgio Perinetti, molto legato a casa
Moggi, riesce a concludere una serie di trasferimenti
tra i più validi degli ultimi anni: dopo la risoluzione
del contratto con Saber e le cessioni di D'Angelo, Martinez,
Savino, Mancini, Villa, Pavon, Troise, Baldini e perfino
Stellone, unico vero pezzo pregiato del mercato azzurro,
arrivano i portieri Brivio ed Argentati, i difensori Carrera,
Portanova, Zamboni, Sogliano e Cvitanovic; i centrocampisti
Zanini (migliore giocatore della serie B del 2002-2003),
Bernini, Olive, Montesanto e gli attaccanti Max Vieri
e Gianluca Savoldi. La stagione azzurra parte subito male
con un amaro e tragico evento verificatosi in occasione
del derby campano Avellino-Napoli: la partita non verrà
mai disputata (3-0 a tavolino a favore degli irpini) a
causa dell'invasione di campo da parte dei tifosi napoletani,
e scontri con le forze dell'ordine, a seguito di una convulsa
e agitata situazione che ha portato alla morte di un giovane
sostenitore azzurro: Sergio Ercolano, caduto da un parapetto.
Dopo questi tristi e scoraggianti avvenimenti, il Napoli
è costretto a giocare cinque partite a porte chiuse
lontano dal San Paolo, presso lo Stadio di Campobasso.
Alla 14ª giornata, dopo 12 gare disputate, 1 sola
vittoria e 13 punti totalizzati, il Presidente Salvatore
Naldi decide di esonerare Andrea Agostinelli. Al suo posto
viene ingaggiato l'esperto Gigi Simoni, già allenatore
della squadra azzurra nel campionato 1996-97, che riesce
a portare una squadra incompleta, sfortunata e discontinua,
ad una tranquilla salvezza, anche se con alti e bassi
nel rendimento complessivo. Si chiude con un altro risultato
negativo: 14° posto in serie B e una situazione societaria
drammatica fatta di milioni di euro di debiti, stipendi
arretrati e non pagati, giocatori in subbuglio, nuovi
potenziali acquirenti più o meno inventati e puntualmente
ritiratisi, crediti bancari negati, lettere di messa in
mora, lotte interne alla società e un presidente
poco scaltro, abbandonato al suo triste destino da tutto
l'ambiente circostante, che finisce col dare le dimissioni
lasciando presagire l'avverarsi di quella "sciagura
sportiva" che si chiama fallimento. |
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2004-05:
Il 2 agosto 2004 la Società Sportiva Calcio Napoli
S.p.a. viene dichiarata fallita. Il 7 settembre 2004 la
curatela fallimentare sottoscrive una "transazione"
con la FIGC in base alla quale il titolo sportivo della
vecchia e gloriosa società azzurra viene attribuito
alla nuova Società Napoli Soccer S.p.a. del facoltoso
imprenditore romano Aurelio De Laurentiis, al prezzo di
circa 31 milioni di Euro. Negato dunque a Luciano Gaucci,
Presidente del Perugia Calcio, la possibilità di
rilevare il club attraverso il cosiddetto "fitto
di ramo d'azienda", il cui contratto era stato stipulato
nel mese di luglio con l'Amministratore del Napoli Bellamio,
subentrato al controllo della società partenopea
dopo la "resa" del Presidente Naldi. Nonostante
numerosi gradi di giudizio (Tribunale fallimentare, Tribunale
civile, Disciplinare, Caf.. T.A.R. del Lazio ecc.) e conflitti
"interni" tra gli stessi sostenitori azzurri,
Luciano Gaucci si è dovuto fare da parte cedendo
alle decisioni di Franco Carraro, Presidente della F.I.G.C.,
e del Tribunale fallimentare, di cedere il titolo sportivo
della SSC Napoli ad Aurelio De Laurentiis. La nuova società
viene iscritta al campionato di Serie C1 girone B. Il
nuovo presidente, capitolino di nascita ma con origini
familiari tutte partenopee, ingaggia come Direttore Generale
il valente ed affidabile Ds dell'Udinese, Pierpaolo Marino,
già presente in società ai tempi d'oro di
Diego Armando Maradona, al fianco del grande Italo Allodi.
I propositi sono chiari: allestire una squadra in grado
di riportare il Napoli laddove merita, ai massimi livelli
del calcio nazionale ed internazionale, con un progetto
di crescita costante, giovani giocatori di prospettiva
e innesti mirati. Questo il progetto Napoli, un progetto
a cui la Società azzurra dà anche una scadenza:
Serie A entro 5 anni. Per consentire ai nuovi dirigenti
di allestire la squadra, la FIGC concede al nuovo Napoli
Soccer una proroga sulla chiusura del Calciomercato. In
15 giorni il Direttore Generale Marino costruisce dal
nulla la sua rosa. Le condizioni operative sono a dir
poco singolari e limitative: il calciomercato è
aperto solo per il Napoli e le altre squadre non possono
cedere gli elementi più preziosi e che farebbero
più comodo ai partenopei, perché non avrebbero
come rimpiazzarli. Il nuovo dirigente azzurro non può
allora che limitarsi all'acquisto di giocatori in sovrannumero
delle altre società. Nel ritiro di Paestum arrivano
giocatori ora dopo ora in un clima davvero surreale dove
mancano persino i palloni per giocare. Vengono tesserati:
i due portieri Belardi e Gianello, i giovani Abate e Pozzi
in prestito dal Milan, Simone Bonomi, Accursi e il diciottenne
Terzi, tutti da squadre di serie A. Vengono poi ingaggiati
Ignoffo (appena retrocesso in serie B con il Perugia,
Scarlato, l'ex promessa del vivaio azzurro andato via
dal Napoli 5 stagioni prima, Savino, già rinforzo
di gennaio del 2003, Mora terzino sinistro del Napoli
della promozione in A 99-00 targata Novellino, il talentuoso
brasiliano Toledo, la giovane promessa Gatti, l'altro
brasiliano Leandro, lo svedese Corneliusson, il promettente
attaccante scuola Lazio Emanuele Berrettoni, il centrocampista
Corrent, l'ex mediano azzurro Montervino, la punta del
Treviso Varricchio, ma soprattutto l'attaccante argentino
Sosa, protagonista della promozione in A del Messina e
con un passato nella massima serie italiana con la maglia
dell'Udinese, fatto di 104 presenze 33 gol. Dalla defunta
società vengono inoltre re-ingaggiati il mediano
Montesanto e la giovane punta Gennaro Esposito, napoletano,
prodotto del vivaio azzurro. La panchina viene affidata
a Giampiero Ventura, reduce da un esonero dalla guida
tecnica del Cagliari nella stagione precedente, chiamato
a scrivere la nuova storia del Napoli Calcio, ma anche
ad amalgamare una rosa decisamente incompleta, dove mancano
giocatori di personalità e probabilmente la mentalità
giusta per affrontare una categoria pressoché sconosciuta
a tutti (giocatori, piazza, tecnico, stampa, dirigenza).
Una preparazione affrettata e approssimativa è
certo una parziale attenuante per la squadra azzurra.
Ma il 352 del tecnico genovese non produce gioco e i risultati
sono decisamente scadenti, a tratti umilianti, come il
4-1 subìto allo stadio Zaccheria di Foggia. Nel
calciomercato di gennaio si corre ai ripari e la squadra
viene completamente rivoluzionata con le partenze dei
deludenti Berrettoni, Belardi, Savino, Leandro, Pozzi
e Toledo. Parte anche Varricchio, attaccante generoso,
autore comunque di 4 reti. Sul fronte arrivi Pierpaolo
Marino, ricevuta carta bianca dal suo presidente, decide
di puntare su di un gruppo di giocatori dalla serie A,
come il giovane attaccante brasiliano Pià e l'esterno
napoletano Carmine Gautieri dall'Atalanta, e l'esperto
regista della Fiorentina Gaetano Fontana; su un folto
gruppo di giocatori di serie B, come la grande promessa
del Pescara Emanuele Calaiò, costato 3 milioni
di euro e seguito da tantissimi club di serie A, il fantasista
attaccante esterno dell'Ascoli Marco Capparella, il difensore
centrale e capitano del Venezia David Giubilato, il terzino
destro del Catanzaro Gianluca Grava e il giovane portiere
belga Renard, acquistato dallo stesso Marino nel '99-'00
per l'Udinese; e infine su due giocatori di categoria
messisi in luce proprio nelle partite contro il Napoli,
il centrocampista di tecnica e fantasia Luigi Consonni
proveniente dalla Spal e il roccioso difensore centrale
del Chieti Tommaso Romito. Curiosa la storia dell'acquisto
di Carmine Gautieri, napoletano di nascita e di fede,
inseguito dalla vecchia società quasi tutti gli
anni, che finalmente riesce a coronare il suo sogno di
giocare nel suo Napoli giocando tuttavia appena 5 partite,
realizzando peraltro un gol, prima di decidere di accordarsi
con il Piacenza prima della chiusura del mercato invernale
poiché sentitosi “tradito” e poco stimato
dalla società a causa dell'acquisto di Capparella
che gli avrebbe sicuramente conteso la maglia. Il 16 gennaio
un Napoli Soccer nuovo per 6/11 pareggia 1-1 in casa contro
la Fermana. Il nuovo e attesissimo attaccante Emanuele
Calaiò sbaglia un calcio di rigore decisivo per
la vittoria, errore che costa la panchina al tecnico Ventura,
esonerato dopo aver conquistato 27 punti in 19 giornate,
con 7 vittorie, 6 pareggi e 6 sconfitte. Due giorni dopo
il Napoli annuncia l'ingaggio di Edy Reja, esperto e navigato
allenatore friulano, già un anno prima succeduto
proprio a Ventura sulla panchina del Cagliari. Il nuovo
allenatore promette la promozione e dichiara che in caso
di obiettivo fallito avrebbe lasciato la guida del Napoli.
Ma per un traguardo simile ci vorrebbe un miracolo, considerando
che nelle restanti 17 partite non si sarebbe più
dovuto perdere. Reja imposta il Napoli con un 433 solido
e restituisce fiducia e serenità a tutti i giocatori.
La squadra adesso è completa e quadrata e i risultati
arrivano fin da subito: 3 vittorie consecutive con 9 gol
segnati e appena 2 subiti. Ma alla quarta arriva il primo
stop sul campo dell'Avellino di Cuccureddu, ostico avversario,
secondo in classifica, protagonista di un eccellente campionato
alle spalle di un irraggiungibile Rimini. Il Napoli reagisce
alla sconfitta con 4 vittorie consecutive ma soprattutto
con il pareggio sul campo della Sambendettese e la vittoria
in casa contro il Padova, entrambe avversarie dirette
nella corsa ai play-off. Con un cammino incredibile fatto
di 10 vittorie, 4 pareggi e appena una sconfitta, la squadra
di Reja raggiunge l'obiettivo play-off offrendo il miglior
rendimento del girone di ritorno tra tutte le squadre
del campionato, chiudendo la "regular season"
al 3° posto con 61 punti, appena 3 in meno dell'Avellino
secondo. Gli azzurri si giocano dunque il secondo posto
utile per la promozione in Serie B attraverso i play-off
dove incontrano la Sambendettese quarta. L'andata a San
Benedetto finisce 1-1 con reti dell'uruguaiano Bogliacino
(già a segno contro gli azzurri in campionato)
e l'insperato pareggio al 93' di Capparella. Al ritorno
ancora Capparella e Sosa su rigore regalano alla squadra
azzurra la finale proprio contro l'Avellino, l'unica squadra
capace di battere il Napoli nel girone di ritorno. Il
giovedi precedente la finale di andata, Napoli ha però
il tempo di assistere alla partita di addio al calcio
del grande ex difensore azzurro Ciro Ferrara, ma soprattutto
al ritorno del suo Grande Re, Diego Armando Maradona,
tornato dopo 14 lunghi anni di assenza, osannato dall'incontenibile
gioia della folla in delirio. Caricati anche dall'incontro
con Maradona, gli azzurri si presentano alla gara di andata
al San Paolo pronti a fare bene ma senza i due centrali
titolari (Ignoffo squalificato e Scarlato infortunato)
, sostituiti da Giubilato e Accursi. Mister Reja lascia
Calaiò in panchina, puntando tutto sull'ottimo
stato di salute di Sosa, scoppiato in lacrime per l'emozione
durante l'incontro con Diego, e confermando Capparella,
determinante nelle due precedenti sfide. La partita finisce
comunque 0-0 con l'Avellino a cui, da regolamento, basterebbe
un pareggio in casa per ottenere la promozione, in virtù
del miglior piazzamento in classifica. Allo stadio Partenio
ci si aspetta una magica giornata azzurra ed invece il
Napoli butta letteralmente al vento tutti i sogni di promozione
regalando un gol, un rigore e un'espulsione con due gravissime
disattenzioni e divorandosi occasioni su occasioni sia
prima che dopo i gol avellinesi, in particolare con Capparella,
lo stesso giocatore che quella finale di play-off l'aveva
conquistata con 2 gol in 2 partite. La sera stessa, nell'amarezza
e nella delusione più totale, in una strana atmosfera
di incredulità e sconforto generale per dover affrontare
un altro campionato di serie C, il Presidente De Laurentiis
non si perde d'animo, rinnova la fiducia al tecnico, che
aveva promesso di lasciare in caso di mancata promozione,
e lo convince a restare mettendosi subito al lavoro per
costruire un progetto vincente per l'anno seguente. Nel
frattempo la grandissima delusione viene solo in parte
mitigata dalle insistenti voci che danno il Napoli sicuro
"ripescato" in serie B a causa di fallimenti,
problemi societari e presunte irregolarità di molte
squadre delle categorie superiori. |
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2005-06:
Dopo la bruciante sconfitta nella finale play-off contro
l'Avellino il primo a reagire e dare il buon esempio a
tutto il depresso ambiente azzurro è il Presidente
De Laurentiis, che già la domenica sera dopo la
partita, elogia il tecnico Reja per l'ottimo lavoro svolto,
confermandolo sulla panchina del Napoli. Nel frattempo
sul fronte societario, insistente è la voce e diffusa
la convinzione che il Napoli sarà ripescato in
serie B. Fondato sulle irregolarità delle posizioni
contributive di alcune società della serie cadetta
nei confronti dell'Inail, supportate anche dalle parole
del Ministro del Welfare Maroni, il Napoli, guidato dall'avvocato
Chiacchio, presenta un ricorso dopo l'altro fino all'ultimo
grado di giurisdizione, il Consiglio di Stato, che in
data 30 agosto 2005, due giorni dopo la prima gara di
campionato, respinge definitivamente le richieste del
Napoli condannandolo ufficialmente ad un altro anno di
serie C. La motivazione della sentenza è che il
giudice amministrativo non ha il potere di sindacare sui
poteri disciplinari della Figc in merito all'accertamento
delle posizioni contributive delle società in questione.
Contemporaneamente Pierpaolo Marino è costretto
a costruire il nuovo Napoli muovendosi sul mercato senza
sapere con certezza in quale categoria dovrà giocare
la sua squadra. Dopo aver comunicato al capitano Gennaro
Scarlato che non sarebbe stato riconfermato, la stessa
sorte tocca a Ignoffo, Mora, Bonomi, Accursi, Renard,
Terzi, Corrent, Consonni e soprattutto ad Abate, velocissimo
18enne che preferisce salire di categoria per "non
giocare" nella Samp ed essere ceduto in serie B al
Piacenza, piuttosto che restare al Napoli un altro anno
in serie C e contribuire alla realizzazione del progetto
azzurro. In poche parole una vera e propria epurazione
tecnica. Sul fronte acquisti, arrivano invece dapprima
i riscatti delle comproprietà di Pià e Sosa,
poi l'acquisto dei due centrocampisti uruguaiani della
Sambenedettese, Amodio e Bogliacino, con il secondo autore
di due gol contro il Napoli nella stagione appena conclusa.
Ma i colpi di mercato sono l'arrivo dalla serie A del
portiere Gennaro Iezzo, nativo di Castellammare di Stabia,
che accetta il doppio declassamento dal Cagliari alla
serie C pur di giocare con la maglia azzurra di cui è
tifoso; Mirko Savini terzino sinistro della Fiorentina,
e Ruben Maldonado, difensore centrale finito suo malgrado
al centro di un'incredibile storia di combine tra il Venezia,
sua squadra di appertenenza, e il Genoa appena promosso
in A. Per assicurarsi la vittoria promozione il Presidente
dei grifoni Preziosi avrebbe girato ai lagunari una valigetta
di 250mila euro, giustificata come un acconto per l'acquisto
del giocatore paraguaiano. Ma le intercettazioni telefoniche
hanno condannato senza dubbi il Genoa alla retrocessione
in serie C con 3 punti di penalità e il suo presidente
a 4 mesi di reclusione. Tra i nuovi acquisti arrivano
anche il fantasista del Parma Gaetano Grieco e due diciannovenni
per le giovanili, il terzo portiere Virgili e la punta
Aniello Nappi. L'inizio di stagione degli azzurri è
folgorante. In agosto la truppa di Reja partecipa per
la prima volta al Trofeo Birra Moretti, triangolare amichevole
estivo, dando spettacolo e vincendolo con un brillante
2-1 sull'Inter e pareggiando 1-1 con la Juve, davanti
ad uno stadio San Paolo stracolmo. Nello stesso mese gli
azzurri superano 3 turni di Coppa Italia battendo Pescara
(2-0), Reggina (1-0) e Piacenza (1-0), tutte squadre di
categoria superiore, la Reggina addirittura militante
in serie A. In Campionato esordio vincente per 2-0 sul
campo dell'Acireale e una striscia di 13 risultati utili
consecutivi, assicurano agli azzurri fin da subito il
comando della classifica con 8 vittorie e 5 pareggi, conquistati
con la filosofia secondo cui con la vittoria casalinga
e il pareggio in trasferta si raggiunge matematicamente
la promozione. Gli esperimenti tattici di Reja portano
da una sorta di 4231 iniziale, al 433, fino al più
solido ed equilibrato 442. Nel frattempo gli azzurri giocano
anche la Coppa Italia di serie C superando il Foggia nel
doppio turno. L'entusiasmo è alle stelle ma in
12 giorni subisce un brusco ridimensionamento: il 2 dicembre
arriva la prima sconfitta in campionato ad opera del Perugia,
seguita 6 giorni dopo dalla sconfitta casalinga in Coppa
Italia per 3-0 contro la Roma, e dal 3-1 subìto
in casa del Teramo nella Coppa Italia di serie C a cui,
a dire il vero, il Napoli non tiene per nulla. Il riscatto
degli azzurri arriva prontamente con una vittoria per
3-1 in casa del Frosinone e quella successiva per 3-0
sul Lanciano con Bogliacino protagonista di 3 gol in 2
partite. Si arriva così alla sosta natalizia e
gli azzurri sono "Campioni d'inverno" con 35
punti in 17 partite, una media di 2 punti a partita, 27
gol fatti e appena 8 subiti. Nel mercato di gennaio diventa
così difficile rafforzare una squadra con questi
numeri e il Dg Marino si limita all'acquisto di Luca Lacrimini,
esterno sinistro di spinta di categoria proveniente dalla
sorprendente Sangiovannese; Andrea Cupi, polivalente difensore
svincolato, con un proficuo passato in serie A con la
maglia dell'Empoli, e reduce da un lungo infortunio; l'attaccante
Giuseppe Giglio dell'Acireale, mossa più strategica
che tecnica. Ma l'elemento in assoluto più importante
risulterà essere il centrocampista destro del Rimini
Ivano Trotta, elemento essenziale per rendere ancora più
solido e quadrato il 442 di Reja. Alla ripresa del campionato
però il Napoli pare aver perduto brillantezza e
concentrazione e i risultati lo stanno a testimoniare:
oltre alla scontata eliminazione dalla Coppa Italia (2-1
all'Olimpico per la Roma) gli azzurri collezionano appena
13 punti in 10 partite, con 4 vittorie, 1 pareggio e ben
3 sconfitte, più di quelle subite in tutto il girone
di andata, ad opera della Massese, della Torres dell'incubo
Cuccureddu, tecnico dell'Avellino nella finale play-off
persa nell'anno precedente, e soprattutto della Juve Stabia.
In particolare il 3-1 nel derby con gli stabiesi, segna
il punto di svolta nel campionato azzurro. Un duro faccia
a faccia nello spogliatoio, e qualche piccolo intervento
tecnico-tattico ad opera di Reja, rimettono la squadra
azzurra sui giusti binari: Bogliacino viene spostato dalla
sinistra in cabina di regia al posto di Fontana; Trotta
gioca in pianta stabile sulla destra e Capparella viene
dirottato sulla corsia mancina. In difesa Giubilato-Maldonado
coppia difensiva centrale con l'esclusione di Romito.
Con questo nuovo assetto tattico il Napoli vince 4 gare
di fila ma soprattutto non perde più una partita
fino alla fine del Campionato, stracciando tutte le concorrenti
con un bottino finale di 68 punti (13 in più rispetto
al Frosinone secondo), 19 vittorie, 11 pareggi e 4 sconfitte,
miglior attacco del campionato con 48 reti segnate e migliore
difesa con appena 20 subite; 13 vittorie su 17 in casa
e 0 sconfitte tra le mura amiche. In questa trionfale
stagione che vede gli azzurri uscire dall'inferno della
C per approdare al purgatorio della B, Emauele Calaiò
è anche il Capocannoniere del torneo con 18 reti
segnate in 33 partite. Per la cronaca la stagione si conclude
con la doppia sfida contro lo Spezia per la conquista
della Supercoppa di serie C, messa in palio tra i vincitori
dei rispettivi gironi:0-0 in trasferta, 1-1 al San Paolo
e la sensazione che il Napoli non abbia fatto nulla per
vincere, forse per non avere davvero più nulla
a che fare con questa categoria. Fosse anche solo un trofeo
in bacheca che stia lì a ricordarla. |
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