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MARTEDÌ 24 NOVEMBRE 2020 - INTERVISTE

VENERATO: “IL NAPOLI NON PAGA GLI STIPENDI DA LUGLIO: FASTIDIO, NON MAL DI PANCIA, TRA I GIOCATORI”


Notizia da decontestualizzare; duro confronto, no lite, Gattuso-squadra


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

Ciro Venerato, giornalista RAI, è intervenuto a Radio Goal su Radio Kiss Kiss Napoli.

Confronto tra Gattuso e la squadra: racconto quello che so e che è accaduto nelle ultime 48 ore e di cui mi giungono conferme importanti. Domenica: vero il confronto acceso, Rino è uno che non le manda a dire, lo so perché lo conosco da trent’anni, abbiamo lo stesso carattere e se mi arrabbio e mando qualcuno a quel paese, direttori inclusi, è per migliorare la qualità di un programma o di un giornale. Questo vale anche per Gattuso. Ha detto a muso duro, usando toni importanti e facendo una provocazione: quel ‘io vado via’ – che è stato detto – è una provocazione. Lui sa che il gruppo lo segue, lo ama, e quindi sapendo ciò ha detto: se mi fate girare le scatole un’altra volta con prestazioni del genere, mi perdete. Questo proprio perché sa che il gruppo gli è affezionato e non vuol perderlo, per quello li ha minacciati. Ci metto non la mano sul fuoco, tutto me stesso: lungi da me dal fare paralleli con la situazione Ancelotti, c’entra come i cavoli a merenda per un motivo molto chiaro. Prima infatti che si arrivasse ai fatti della tragica notte di Salisburgo, io e qualche altro collega avevamo anticipato che c’erano dei problemi di gestione umana e tecnica di Ancelotti. C’erano problemi gravi tra Ancelotti e lo spogliatoio, resi conto di una chiacchierata dello zoccolo duro dello spogliatoio con Giuntoli a cui dissero ‘direttore dica ad Ancelotti che ci faccia allenare di più perché ci alleniamo poco!’ – frase mai smentita. Il parallelo oggi non ci sta, perché la squadra oggi è con Gattuso e non c’è alcun problema tattico o tecnico, c’è stato solo da parte di Gattuso questo scarto. Cosa ha detto Rino ai suoi confidenti: questa è una squadra che ha qualità e me lo ha dimostrato, perché certi giocatori non ripetono queste prestazioni ed in alcune partite danno vigoria ed animus pugnandi 100 ed in altre danno 40? Ovvio che avendo visto alcune prestazioni sottotono, è rimasto deluso. Gli stessi giocatori si son resi conto di non aver dato quello che potevano dare. Il giorno dopo, ieri – a conferma che il peggio è passato e la squadra ha metabolizzato lo scontro dialettico con Rino – c’è stato il compleanno di Maksimovic festeggiato nello spogliatoio con Gattuso che rideva e scherzava coi giocatori sottobraccio. I giocatori conoscono Gattuso e sanno che quando gli parte l’embolo manda tutti a quel paese, è uno che non va a parlare col direttore sportivo, ha gli attributi e dice in faccia le cose e il giorno dopo ti stringe la mano. Ricordiamo che ai tempi del Milan ha messo quasi le mani addosso a Bakayoko e già il giorno dopo chiarì tutto a Milanello.

Do invece una notizia che non voglio abbinare alla prestazione e voglio decontestualizzare. Si avverte un po’ di fastidio, termine esatto, non ce ne sono altri, no mal di pancia ma fastidio ma sono successe delle cose che ai giocatori non vanno giù. Il Napoli non paga gli stipendi da luglio e per quello c’è un po’ di fastidio. La società ha fatto capire che a dicembre – e la Lega lo consente, ci sarà.

Quanto a scudetto per vincerlo ci vuole una grande rosa e una grande società. Sulla prima: in alcuni ruoli abbiamo giocatori importanti, in altri ruoli meno importanti, ottima rosa, non grande. Sulla società continuo ad avere i  miei dubbi: nei momenti topici continua ad avvertirsi l’esigenza di un paracadute, di qualcuno che faccia un po’ da scudo a Gattuso che è solo e non parlo solo di Giuntoli, brillante ds, parlo di altre figure. Una figura apicale che faccia da riferimento tra presidenza e spogliatoio ed abbia il carisma di affrontare determinate dinamiche con i giocatori ed anche presentarsi in Lega vantando amicizie  e rapporti che in determinati momenti servono. Ho sempre rimproverato questo negli ultimi anni a ADL, ottimo manager con i numeri ma parallelamente alla crescita tecnica – che c’è stata – non ho notato una crescita societaria. Chiavelli è un grande manager ma non è un uomo di calcio, a Chiavelli bisogna affiancare una figura importante che possa dialogare e portare il verbo del Napoli in Lega creando alleanze. Da  solo rischi di fare la fine di Don Chisciotte e il Napoli non ha bisogno di Don Chisciotte o Masaniello, ma di un presidente che crei alleanze che porti avanti il verbo del Napoli per battersi contro i potentati del Nord che sia forte e credibile".