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SABATO 18 MARZO 2023 - CONFERENZA STAMPA

SPALLETTI IN CONFERENZA: “DIFFICILE AFFRONTARE IL TORINO, SQUADRA ASFISSIANTE CHE MANTIENE SEMPRE ALTO IL LIVELLO DI FATICA”


Il tecnico azzurro ha parlato in conferenza stampa


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

Luciano Spalletti ha tenuto la sua conferenza stampa alla vigilia di Torino-Napoli presso il Centro Tecnico Konami di Castel Volturno.

La Champions, il campionato, il Torino: tantissimi impegni, è il momento più bello della sua carriera?

Per me il tempo che passa mi crea sempre lo stesso problema: far qualcosa che mi dia soddisfazione e quel riempmento, quella pienezza al tempo che trascorre. Verremo giudicati per la serietà, la professionalità l’umiltà con cui abbiamo affrontato le cose nel percorso del tempo. Ho questa esigenza e mi devo affrettare perché io di tempo non ne ho molto e so che devo dare valore a tutte le cose che mi passano davanti, specie ora. E io per completarlo per il Napoli sono disposto a tutto.

Ci sta dicendo che può essere un anno irripetibile?

Per quanto mi riguarda l’anno irripetibile sarà quello dopo questo o perlomeno nelle intenzioni, qualsiasi cosa succeda e dopo ancora quell’ anno dopo nonostante sempre qualsiasi cosa succeda e così all’infinito. Sarà irripetibile, il traguardo è sempre quello che vuoi andare a prendere e scoprire. Non ci si ferma, non si deve fermare si deve sempre scavare più in profondità per trovare qualcosa che ti dia soddisfazione. 

Il Torino ha una linea ben definita ma le squadre spesso si sono snaturate per affrontare il Napoli,  tipo Eintracht. È soddisfatto dell’adattamento della squadra e della crescita collettiva e  individuale?

Volentieri parlo del Torino per il rispetto che non solo devo alla squadra di Juric e che gli riconosco. Sarà una partita molto difficile. Il Toro non cambierà atteggiamento, l’Eintracht ha cambiato qualcosa per il risultato dell’andata e hanno toccato con mano delle cose e sono stati costretti a cambiare ma il Toro no, fa sempre alla stessa maniera. È un avversario molto complicato, è asfissiante in tutto quel che fa non solo in fase di non possesso.  In  fase di possesso vogliono mantenere un livello di fatica altissimo in partita e sono allenati a questo. E quando hai palla non vedi mai davanti a te e devi riportare palla al portiere riportando il duello sulla fisicità. Ti pressano continuamente… son sempre disposti a farti sentire il fiato sul collo e per una squadra come noi che usa un po’ di possesso palla per portare la partita dove vuole, per loro diventa un divertimento non farti giocare sul pulito e per cui sarà una partita difficile. Stanno facendo un gran campionato, con Juric ho anche discusso ma poi sotto sotto siamo sempre tranquilli e c’è sempre stata gran stima per la qualità del lavoro e impegno profuso da parte di entrambi, anche io penso al lavoro che lui fa con la squadra.

In questo tempo cosa ci vuol metter dentro? Per scaramanzia non si può parlare  a breve termine. La prossima vita di Spalletti che prevede?

Non so, ogni momento può essere diverso, meglio non far calcoli. Ognuno affronta le situazioni di volta in volta e le considerazioni di quel momento possono essere diversi da una previsione a distanza di tempo. Si prova sempre a essere migliori di prima.

Non mi ha detto quanto rimane in panchina, a 64 anni…

Lo vedremo, questo nasce da quel che succede e se penso a quello che è la disponibilità e l’ impegno della squadra vorrei vivere in eterno, se penso a quel che è successo l’altra sera per la città o quel che succede ogni tanto, allora vorrei non partecipare a questo tipo di situazioni. Accettando  che succede lavorandoci dentro mi disturba e non vorrei far parte eppure ne faccio parte per rimbalzo. Dipende quindi dall’evoluzione delle cose e quel che riesci a prendere, percepire come amore. In fondo la cosa fondamentale è quanto hai amato le cose e quanto hai amato. Questo conta.

Non parliamo di turnover ma può esserci un discorso di affaticamento: a livello generale domani ci aspettiamo qualche cambio in più oppure no?

Può succedere ci sia qualche titolare differente da quello della partita precedente ma si fa uguale: ci si prepara al meglio ogni giorno  per ogni singola partita, una alla volta, i  conti si fanno in fondo, le partite una alla volta. Le scelte sono sempre in base alla forma dei singoli, una reazione, le caratteristiche. Non ho il timore di sbagliare in maniera profonda, qualsiasi cosa scelgo, scelgo bene: son tutti interessati alla causa  e molto disponibili dal punto di vista fisico e mentale. Sono valutazioni che si fanno in base alla partita e alla reazione di questa grande attesa del risultato della partita precedente che c’era nell’aria. A livello mentale viene speso tantissimo perché tutti ti dicono che l’hai già vinta, tutti parlano di prossimo turno, di risultato facile e tu ti trovi a giocarla in condizioni mentali di svantaggio totale perché se fossi lì dentro ti accorgeresti di questo, invece non ci sei  e valuti differentemente. Se sei costretto a subire quest’idea, il racconto che sei già di là mentre devi affrontare una partita ti costa di più del costo reale, ti mette in difficoltà per la partita stessa.

Crescita del calcio italiano: con le italiane in Europa che foto c’è e che cosa la soddisfa? 

Il desiderio di fare le cose più moderne e più forti e di impatto dentro la gara. Esempio, penso alla qualità del portiere del Toro, quando gli riportano palla dietro tu pressi e sei costretto in una sola pallata a ricomporti in area di rigore in un attimo. Pensi di creare problemi a loro e invece loro mettono una palla a 70 metri con un suo calcione al limite della tua area e tu ti devi ricomporre in linea difensiva a metà campo! Ti ribalta tutto col rientro anche delle punte perché una eventuale ribattuta della linea difensiva… sono cose che fan parte di un calcio moderno e loro hanno anche questa soluzione oltre che fisica anche degli attaccanti, di velocità e tecnica. Li conosco bene perché Karamoh ad esempio l’ho avuto all’Inter e ha guizzi fatti di imprevedibilità che ti creano problemi. Il calcio va avanti, si apprende sempre e questo modo di fare: l’ampiezza è lì  sempre quella, mentre la lunghezza dipende da come puoi accorciare la linea difensiva ma a loro non importa, sanno giocare da cavalli sciolti in una prateria un po’ come si giocava da ragazzi e diventa complicato ritrovare le distanze e le misure per il possesso palla per qualità di gioco che ci assomiglia come modo di fare.

Raspadori recupera e poi è soddisfatto dei progressi di Ndombele?

Raspa non recupera, credo di aver letto che non va neanche in Nazionale. Ndombele è un calciatore forte. Non  lo conoscevo molto e avevo dubbi sul perché il Tottenham l’avesse lasciato partire e vedendo Milan-Tottenham ce lo vedevo bene dentro, è un calciatore che alleno volentieri  ed è anche una persona dolce,  è forte fisicamente e nella modernità del calcio va messo anche questo: il valore della sua forza, ha motore e tecnica, ha i guizzi di lucidità dove riesce a prendere dove si libera lo spazio per imbucare palla con anticipo. È un calciatore che mi garba come diciamo noi in Toscana.

Il Napoli ha lo stesso rendimento in  casa e in trasferta:  è un segnale importante di mentalità avere la stessa fisionomia o è che lei che lo ha inculcato?

Se facciamo cose che siano abituati a fare ci troviamo a nostro agio nel metterci mano e a andarci a comportare. Questo comporta anche essere leggibili ma quella creatività di calciatori tipo Politano, Lozano, Kvara, Osi, Simeone, Raspa, Zielinski, Elmas si lasciano perché c’è sempre da imparare. È organizzazione di squadra certo, ma la qualità individuale dà la soluzione la scorciatoia per far male agli avversari.

Di Lorenzo ha parlato della consapevolezza di squadra che è  cresciuta tempo anche con prestazioni importanti ma la continuità, l’arma più importante della squadra la differenzia dalle altre. Da cosa deriva: dalla forza interiore del gruppo, dalla capacità degli obiettivi nel mirino, dal non mollare o da quel che mette lei dentro gli allenamenti?

È sempre quello che fanno loro, la loro ricerca di determinare di non vivacchiare, di mostrare di che pasta son fatti e questo comportamento improntato al sacrificio perché ci son giorni diversi dagli altri, e ti devi guardare, devi impostare un’altra giornata seria e professionale, di quelle che lasciano il segno tutte le volte. Poi  la domenica sei più pronto perché loro hanno capito bene a cosa siam di fronte, hanno ben chiara la loro volontà di andare a prendere quel che deve essere il comportamento momento dopo momento. Lui è qualcosa di incredibile come persona e come calciatore, è uno che va sempre avanti. Ogni allenamento  vedo qualcosa di più,  è come se pensasse la notte quel che deve mostrare ed essendo capitano per diventare sempre meglio e crescere ancora.  È  questo lo spirito corretto della squadra.

Plausibile vedere dal Elmas o Simeone dal primo minuto?

Mi volete far diventare antipatico coi miei calciatori mentre io li abbraccio mattina e sera. Va valutato che c’è una sosta dopo e c’è la possibilità di recuperare bene per cui quelli che stanno bene e non subiscono un arrugginimento nei meccanismi fisici per la partita precedente si vanno a riusare, oppure quelli che possono soffrirne o come Elmas che meriterebbe di giocare titolare e questo lo meriterebbero un po’ tutti perche tutti hanno fatto come lui dando sempre un risultato importante ai fini degli obiettivi di squadra. Qualcosa si cambia ma al momento non fatemi dire cosa.

Con la fine del divieto di trasferta attesi domani 10mila tifosi e il Grande Torino si tingerà d’azzurro: è una spinta in più?

Sarà fondamentale e spero non risucceda quel che è successo. Capisco  che ci sono storici e situazioni dietro che ti fanno avere un atteggiamento ma che la squadra si sente più forte col proprio pubblico sugli spalti e poi diventa più bella la partita. Quando viene escluso un pubblico a una partita ce ne sono molti colpevoli ma anche molti non colpevoli che vorrebbero assistere e involontariamente sono penalizzati. Ho temuto alla squalifica del nostro settore per le partite da giocare: loro sono un sostegno importante e i calciatori han bisogno di quell’orecchio pieno e le cose che ci dà la curva, perché ogni tanto fa di più reazione del pubblico e degli sportivi di quel che può essere un mio urlo o consiglio. Loro sono capaci di dirigere emozionalmente la partita su dei livelli che la mia posizione non mi consente.

Zielinski: mercoledì ha offerto una prestazione di assoluto livello quantitativamente  e qualitativamente. In Champions ha sempre fatto molto bene: merito delle maggiori motivazioni o è il gioco più aperto in Champions che lo esalta nelle qualità e nel potenziale? 

La sento osservatore attento e vado a rivedere questo perché anche in campionato non vedo tanta differenza nelle sue prestazioni. Ripeto, me lo vado a rivedere: Zielinski è nella crescita costante della squadra  e si nutre del comportamento della squadra, di quel che viene fuori, ci mette qualcosa in più , ha resistenza, tecnica, gol - perché calcia fantasticamente sia di destro  che di sinistro. Per me sta mettendo mano pesantemente al suo carattere perché a volte se sei troppo buono o bravo non sempre hai vantaggi, incluso il calcio… la vena sul collo ogni tanto bisogna farsela venire. Kvara quando ha fatto gol col dribbling aveva la vena sul collo! E quando è arrivato non ce l’aveva tanto evidente e ora mi garba di più con la vena sul collo.

Come mai è stato proprio Zielinski a battere il rigore, chi ha deciso?

I ragazzi: nel nostro spogliatoio c’è democrazia, è intelligente quello che dice cose inteligenti, non quello che dite voi, è bravo chi fa bene, non quel che e dite voi e se i calciatori vogliono fare diversamente dalle indicazioni ora sono più tranquillo perché ora ad ogni allenamento si fermano a calciare i rigori e  sono qualità che se ci lavori le rendi meno difficili, se non fan parte del tuo bagaglio. Zielo ha preso il rigore poi aveva anche fastidio di quel che era successo precedemente e ha chiesto di battere e si sta buoni perché è corretto così aveva tranquillità ed è bello vedere come collaborano e come si danno una mano per mettere a posto le cose. Partecipano tutti perché di squadra trattasi.