A cura di: Redazione
Fonte: Gazzetta dello Sport
Rudi Garcia è un fiume
in piena. L'ex allenatore del Napoli ha concesso una lunga intervista al media Carré di Raphael
Domenach. Ecco le sue parole riportate da La Gazzetta dello Sport. Il primo affondo è contro Walter Mazzarri, definito una sorta di sfigato: "Non ha classe e
non mi ha mai ringraziato dei punti che gli ho lasciato, e del fatto che gli
sarebbe bastato vincere una partita per qualificarsi per gli ottavi di
Champions". Di Mazzarri, Garcia ricorda inoltre l'intervista poco elegante
concessa quando era ancora sulla panchina del Napoli: "Per spiegare come
avrebbe fatto giocare la squadra". Sulla sua esperienza napoletana: "Ancora oggi c'è chi mi scrive
ricordandomi che il tempo è gentiluomo. Sapevo che mi prendevo un rischio arrivando in un club
che aveva appena vinto lo scudetto. Di solito non vado in squadre dove non
posso fare meglio, ma era il Napoli e la Serie A. Inconsciamente i
giocatori pensavano di rifare esattamente come l'anno prima: non funziona
così". Per questo Garcia aveva chiesto dei rinforzi, negati: "Volevo
un difensore, come Aguerd, e un mediano possente. Invece hanno preso giocatori
di prospettiva e non è un caso che siano stati prestati altrove". Il francese
inoltre voleva che si rinnovassero subito i contratti di Osimehn e Zielinski
"per metterli nelle migliori condizioni in campo. Ho visto
poi che invece quest'anno hanno investito molto per un difensore come
Buongiorno e un mediano come McTominay". Sull'esonero: "Il vero coup de théâtre sarebbe
stato quello di tenermi e forse si sarebbe qualificato per la Champions, invece
di finire decimo. Magari ha detto quelle cose perché si è reso conto di essere
stato un po' cogl.., e per coprire certi errori strategici". Sul rapporto con ADL: "All'inizio pensavo
di avere a che fare con un gentleman, invece si è rivelato qualcuno che si
immischia in cose che non gli competono. Ho pagato il fatto di avergli detto di
rimanere al suo posto. Lui mi rispose che non poteva proteggermi se non lo
ascoltavo. Ma io non ho bisogno di essere protetto. Voleva che facessi giocare 45' minuti un giocatore e poi
altri nella ripresa e non è a sessant'anni che mi si viene a dire chi mandare
in campo: De Laurentiis è uno che capisce di cinema, ma non molto di calcio. Quando arrivai tutti volevano andarsene, e si lamentavano di essere
pagati poco. Quindi ho lavorato per per rimotivare l'ambiente. Il ds Giuntoli
se n'era andato e nessuno interveniva quando per esempio Osimhen o
Kvaratskhelia non accettavano di essere sostituiti. "Sarebbe stato più opportuno annunciare subito di puntare alla
qualificazione per la Champions".
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