A cura di: Redazione
Fonte: Napolicalcionews.it
L'ex difensore di Juventus e Napoli, Ciro Ferrara, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport alla vigilia del big match tra bianconeri e azzurri. Ecco i passaggi salienti raccolti da Napolicalcionews: Che sapore avranno questi 90’ per Conte? «Agrodolce. Il popolo napoletano adora Antonio, ma credo che
il popolo juventino non possa smettere di amarlo. La stessa cosa vale per
Antonio, che si è innamorato di Napoli, dei suoi tifosi, del progetto, ma che è
legato alla Juve e a Torino. Mi fa venire in mente la canzone di Celentano,
Storia d’amore». A Napoli ha vinto scudetto e Coppa Uefa, con la Juve tutto.
È stato più emozionante il primo tricolore azzurro o la Champions in
bianconero? «Ho avuto il privilegio di essere parte di un Napoli che ha
fatto la storia. Per come Napoli vive la passione per il calcio e per la
propria squadra, il primo scudetto resta indimenticabile. Le vittorie sono
tutte belle, impossibile fare una classifica. La Champions è il trofeo di
maggior rilievo, ma vincere nella mia città a 20 anni è stato lo stesso
incredibile». Ha allenato la Juve, mai sognato pure il Napoli? «L’esperienza da tecnico è stata breve, mi ha fatto crescere
e anche capire che non sarebbe stato il mio futuro. Per fare quel mestiere devi
volerlo fortemente. Mi sono fatto un esame di coscienza: “è veramente quello
che vuoi?”. Non era quella la mia strada, ho imboccato una via diversa». Però in estate si parlava di un suo possibile ingresso nello
staff di Conte. «Fu travisato un mio post: era fine stagione e fine
contratto con Dazn. Il mio “se son rose…” era riferito al rinnovo
dell’esperienza televisiva, ma qualcuno ha pensato fosse legato all’arrivo di
Antonio a Napoli, tirandola fuori senza motivo. Mi è dispiaciuto. Con Conte
siamo legati da una amicizia profonda, sembrava volessi forzare la mano con lui
e non è una cosa che posso accettare. Mi ha dato fastidio». Veniamo al campo. A oggi, si vede più la mano di Motta nella
Juve o quella di Conte nel Napoli? «I club hanno dovuto ricostruire. Antonio ha ereditato una
squadra e un club in grandissima difficoltà, con un Napoli fuori dalle Coppe
dopo 14 anni. La Juve di Motta è in linea con quello che ci si aspettava, Conte
invece doveva fare un cambiamento radicale e dare una svolta. E dopo quel
debutto a Verona ora sembra un altro film. È già entrato nella testa dei
giocatori, che hanno ritrovato fiducia».
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