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GIOVEDÌ 18 NOVEMBRE 2021 - EX AZZURRI

VIDEO – SCHWOCH: “RESTO LEGATO A NAPOLI E QUANDO POSSO CI TORNO SEMPRE; HO DUE FIGLI ‘MARADONIANI’…”


Si racconta in un bel video l’ex attaccante che con il Napoli conquistò la Serie A agli ordini di Novellino


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

“Quando scendevo in quello stadio con quella maglia addosso mi sentivo il giocatore più forte del mondo”. Chi parla è Stefan Schwoch, attaccante che nel Napoli ci è stato solo un anno e mezzo, da gennaio 1999 a giugno 2000, conquistando la promozione in Serie A agli ordini di Novellino. È lo stesso ex calciatore a raccontarsi in un video molto simpatico postato dal Calcio Napoli sul suo canale Youtube.

“Mi hanno chiamato in tanti modi ma io sono Schwoch, Stefan Schwoch. Il primo giorno di Napoli è stato il 30 dicembre 1998. Arrivavo da Venezia, in una città che veniva da anni bui, perché il Napoli in Serie B si fa fatica solo a pronunciarlo e noi lo riportammo a casa perché la Serie A è dove deve stare il Napoli. Quello è stato uno dei giorni più belli trascorsi a Napoli. Tensione i giorni precedenti, tanta tensione il giorno della partita, però dopo è esplosa in una gioia irrefrenabile, quando c’è stata l’invasione di campo da parte dei tifosi del Napoli, c’è stato un passaggio da quella parte credo di Asta, io l’ho controllata e di punta l’ho messa sul palo lungo, per anticipare il portiere. Cosa è successo quella sera? Qualcosa che non mi sarei mai aspettato: gente arrampicata sul pullman, gente che ci aspettava. Arrivammo a Napoli, arrivò la polizia sotto l’aereo e ci disse: ‘guardate che dobbiamo uscire da un’altra parte perché davanti non si può uscire’. E Novellino disse: ‘No, no: dopo un anno di fatica, dobbiamo andare a prenderci tutte le gioie’ e mentre lo dico ho la pelle d’oca anche adesso!

Non riesco a spiegarmi quando ogni tanto sul giornale leggo che un giocatore rifiuta questa piazza. Quando ho giocato qua, questo era il tavolo, era prenotato fino alle 10.30 del mattino: cappuccino, cornetto crema e amarena e in più il giornale. Anche la partita che abbiamo fatto in casa col Brescia, vedere tutti i tifosi che portavano quel cartello in mano – e infatti è una foto quella che tengo ancora a casa,  appesa al muro – a me dà la pelle d’oca… appena entrato in campo… non me lo aspettavo perché non me lo avevano neanche detto.

Diego Armando Maradona: parliamo del dio del calcio, quello che ha fatto Diego qua  a Napoli penso non lo potrà ripetere mai nessuno. È sempre stato dalla parte dei più deboli, non si è mai  venduto al potere. Ho giocato contro di lui in una amichevole, io non ci credevo: avrei potuto vedere dal vivo il giocatore più forte del mondo! Presi coraggio e gli chiesi questa foto… lui mi disse: ‘sì, sì, senza nessun problema’. Mi ricordo che appena ho sentito il click che mi sono allontanato al fotografo gli dissi: ‘Non perdere questa foto sennò ti ammazzo!’.   Ho un figlio grande, Jacopo, che è cresciuto due anni qua e che è nato il 25 novembre e il mio secondo figlio, Tommaso, è nato il 30 ottobre! Perciò io ho un figlio che è nato nel giorno in cui è nato Maradona ed un altro figlio che è nato il giorno in cui, purtroppo, se ne è andato Diego…

L’ultimo giorno a Napoli è stato anche inaspettato. Sono stato ceduto al Torino ed è stato un giorno molto, molto triste perché con la città avevo legato tantissimo. Dopo tanti anni mi rendo conto che ci poteva stare: all’epoca ho fatto veramente fatica a capire il perché, a capire i motivi, perché mi ero trovato benissimo e infatti appena posso ci torno sempre.