A cura di: Maria Villani
Fonte: Telam.com
Gli specialisti dovranno trovare risposte ai pressanti interrogativi posti dall’ equipe dei procuratori di San Isidro. Ecco un documento risalente a venerdì al quale ha avuto accesso l’agenzia argentina Télam.
Qual era lo stato cardiologico di Diego Maradona, se i suoi medici dovessero conoscerlo, se era medicato bene o male, se la casa di Tigre era il luogo adeguato per un ricovero domiciliare e se l’equipe che si incaricava della sua salute abbia aumentato, per le sue azioni o omissioni, i rischi per El Diez. Sono questi alcuni dei 24 punti della perizia elaborati dai procuratori dalla commissione medica che dovrà stabilire se vi sia stata o meno malpratica medica.
In un documento incorporato al fascicolo lo scorso venerdì – e al quale ha avuto accesso Télam – l’equipe coordinata dal procuratore generale di San Isidro John Broyad, e integrato dai suoi collaboratori Patricio Ferrari e Cosme Iribarren, e dalla Procuratrice di Benavídez, Laura Capra, ha notificato alle parti tutti e 24 punti sui quali il prossimo 8 marzo comincerà a lavorare la commissione medica che avrà luogo nella Sovrintendenza della Polizia Scientifica di La Plata.
Insufficienza cardiaca
Nei primi sei punti, i procuratori mettono in evidenza l’ insufficienza cardiaca cronica di cui soffriva l’ex calciatore, come rivelata dalle cartelle cliniche e anche dall’ autopsia. Pertanto, chiedono agli specialisti che informino sul "quadro clinico e lo stato generale di salute di Diego Armando Maradona precedente alla sua morte", e che si pronuncino "in particolare" sulla "patologia cardiaca che presentava il paziente" e il "suo grado di complessità".
I procuratori domandano se gli elementi raccolti "formino la realizzazione degli studi e controlli adeguati per verificare la sua condizione ed evoluzione cardiologica durante il periodo compreso tra il 1 ottobre del 2020 e la data della sua morte".
La richiesta è inoltre se in base a quanto visto nell’ autopsia "il quadro cardiologico osservato richiedesse la somministrazione al paziente dii una qualche medicina specifica per tale patologia” e “se i farmaci somministrati al paziente prima della sua morte (…) abbiano potuto generare effetti avversi e/o controindicazioni mediche in merito al quadro cardiologico".
Il consumo di alcool
In un altro punto, domandano "se gli psicofarmaci somministrati al paziente conformemente alle cartelle cliniche raccolte e lo scambio di messaggi istantanei tra l’ equipe medica curante, presentassero controindicazioni con il consumo di alcool etilico e, nel suo caso, si esplicitino gli effetti che causa l’ ingestione concomitante di tali sostanze".
"Nel caso questa ingestione sia stata sia stata conosciuta dall’equipe medica curante, che condotta dovrebbe aver adottato in accordo alle buone pratiche mediche", domandano i procuratori.
La neurochirurgia
Sull’operazione neurochirurgica alla quale fu sottoposto Maradona nella clinica Olivos, i procuratori fanno tre domande su tre questioni: se ci fosse il criterio di "intervento chirurgico urgente", se l’11 novembre "il paziente si trovasse in condizioni psichiche e fisiche tali da essere dimesso " e se fosse "in condizioni di autonomia e di esercitare il principio di autonomia al momento in cui è stato disposto il suo ricovero domiciliare".
Il ricovero domiciliare
Circa la casa di Tigre nella quale fu trasferito Diego, i procuratori domandano se "fosse adeguata in funzione delle morme e dei protocolli organizzativi e di funzionamento per un servizio di ricovero domiciliare conforme alla normativa vigente".
Un’altra richiesta alla commissione è che definisca "se le caratteristiche del luogo, l’ubicazione della casa all’interno del quartiere privato e l’assenza di elementi necessari ed attrezzatura medica disponibile di fronte ad una emergenza (defibrillatore, tubo dell’ossigeno e servizio d’ ambulanza h24), potessero potenzialmente incidere nel risultato finale".
Altri punti
In relazione all’edema (accumulo di liquidi) che secondo l’ autopsia è stato, insieme alla cardiopatia il detonatore della morte, i procuratori richiedono di sapere se il quadro di "gonfiore, russamento, stanchezza, e cambi nel timbro di voce – evidenziati quanto meno a partire dal 16 novembre 2020 – possa aver generato una qualche condotta o azione da parte dell’ equipe medica curante" e se "fosse necessaria la somministrazione di un diuretico".
Al momento di valutare i responsabili della salute di Maradona, alla fine del documento, i rappresentanti del Pubblico Ministero domandano alla commissione "se in base alle risposte fornite, la condotta delle azioni o omissioni dell’ equipe medica abbiano aumentato il rischio consentito per la salute di Diego Armando Maradona".
Altri punti della perizia sono: la dieta seguita dall’ex capitano dell’Argentina campione del mondo di Messico ‘86, i controlli dell’infermeria, il coordinamento dell’equipe medica e se fosse adeguata la decisione di togliere gli accompagnatori terapeutici che aveva Diego.
I sette specialisti medici imputati nella causa per un possibile "omicidio colposo" sono il neurochirurgo Leopoldo Luque; la psichiatra Agustina Cosachov; lo psicologo Carlos Daniel "Charly" Díaz; gli infermieri Dahiana Gisela Madrid e Ricardo Omar Almiron; la dottoressa coordinatrice Nancy Forlini; ed il coordinatore degli infermieri Mariano Perroni.
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