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VENERDÌ 27 NOVEMBRE 2020 - ESCLUSIVE

ESCLUSIVA, ALBERTI: “CON MARADONA ERAVAMO COME DUE FRATELLI. DA DUE GIORNI STO MALE. NESSUNO COME LUI”


Abbiamo raggiunto l’argentino Josè Alberti, ex calciatore, osservatore e opinionista tv, al quale abbiamo chiesto alcuni ricordi che lo legavano a Diego Armando Maradona


 
     
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A cura di: Claudio Donato
Fonte: napolicalcionews

Josè e Diego erano come fratelli e, nella nostra breve chiacchierata, non sono mancati momenti toccanti.  Ecco quanto dichiarato al nostro sito.

A Diego ero molto legato, eravamo come due fratelli. Lui è nato il 30 ottobre e io il 26. Spesso ci ritrovavamo a festeggiare il nostro compleanno nello stesso locale di Napoli o in zone limitrofe. Ci andavamo con le nostre famiglie, lui veniva con Claudia e le figlie. Diego era anche molto legato ai miei figli. Con l’arrivo di Cysterpiller, il suo primo agente, ci siamo frequentati di meno, due o tre volte al mese. Il 30 ottobre mi ha chiamato a telefono. In Italia erano le quattro del mattino e ho avuto paura che fosse successo qualcosa di brutto. Invece era Diego. Voleva che andassi a trovarlo a Buenos Aires. Aveva bisogno di compagnia.

Gli ho sempre dato molti consigli. Purtroppo  - continua Alberti - dopo qualche giorno è caduto e si è sentito male. Ascoltai il suo medico, che mi rassicurò sulle sue condizioni, anche se mi disse che Diego non aveva ancora assorbito completamente le conseguenze di questa caduta. Poi è successo quello che tutti sappiamo: io l’ho saputo quando in Italia erano le 17. Mi ha chiamato il giornale Clarìn per darmi questa notizia. Sono due giorni che non dormo e ho mal di testa.

Per tre anni sono stato l’uomo di fiducia di Diego. Io, Sivori e Dino Celentano, lo convincemmo a venire a Napoli. Andai con Sivori a Barcellona per parlare con il manager; al quale, Sivori disse che solo Napoli sarebbe stata la città ideale per Diego. L’unica città in grado di capirlo. Chiamai Dino Celentano, all'epoca dirigente del Napoli, e gli prospettai questa situazione. Poi Juliano andò a parlare con il Barcellona, portando avanti una trattativa che avevamo aperto noi. Sivori aveva visto giusto, perché Maradona è diventato il migliore calciatore al mondo.

Nella carriera personale di un calciatore è fondamentale avere alle spalle una guida importante. Io ho avuto dei genitori che da piccolo mi hanno abituato a condurre una vita rigida ma regolare.

Non vedremo più un nuovo Maradona. Lui è stato il Dio del calcio, unico e irripetibile. In campo prendeva tante botte ma non protestava mai. Il calcio di Maradona è finito quando è andato via da Napoli.

Sivori diceva sempre che Diego è nato calciatore: a 12 anni faceva già sparire il pallone ai compagni, era uno che palleggiava con i limoni. Lui era Maradona, nel bene e nel male.

Amava molto i suoi genitori  - conclude un commosso Josè - anche se la sua famiglia non aveva la possibilità di esercitare un certo rigore su di lui. I genitori avevano l'esigenza di sbarcare il lunario.  Diego è il Dio del calcio. Mi chiamava in piena estate per chiedermi che cosa facesse il Napoli. Quando sentiva che la squadra stava perdendo non si capacitava e si disperava.

Sullo sciacallaggio che ho visto nelle ultime ore nei suoi confronti, ti dico soltanto che è una Vergogna".