A cura di: Maria Villani
Fonte: La Repubblica
Sette squadre contro i fondi di investimento. Ma mai come stavolta il braccio di ferro che divide la Lega di Serie A rischia di far saltare il banco. Ieri sette società con una lettera indirizzata al presidente Dal Pino, all'ad De Siervo e ad altre 9 società di Serie A hanno di fatto ribadito la loro linea. Juventus, Inter, Lazio, Napoli, Atalanta, Fiorentina e Verona hanno fretta di chiudere l'assegnazione in favore di Dazn e sono state durissime nell'esprimere "contrarietà alla proposta di partnership strategica di Salieri investimenti", ossia il veicolo con cui Cvc aveva lanciato l'operazione per l'ingresso del consorzio dei fondi di investimento nel calcio italiano. Per assegnare invece "senza indugio" i diritti tv, con un ultimatum ("sino a quando le procedure non saranno positivamente concluse, le nostre società non prenderanno neppure in esame alcuna proposta o progetto da parte del Consorzio o di altri soggetti"). E in chiusura anche quello che appare un avviso, se non una minaccia di "legittime pretese risarcitorie" contro le "condotte ostruzionistiche, dilatorie oltre che lesive degli interessi di coloro che le pongono in essere".
Muro contro muro
Insomma, uno schiaffo - senza nominarle - a società come Roma, Torino e Bologna, che hanno posto come priorità, prima di votare i diritti, il via libera all'ingresso del consorzio di fondi. E una tirata d'orecchi anche all'ad De Siervo: "Apprendiamo di un incontro avvenuto il 1° marzo tra l'ad della Lega e il Consorzio", di cui "non solo i club non sono stati informati ma l'ad vi ha partecipato senza avere alcun mandato". In realtà, in Assemblea di Lega si era parlato di riallacciare il discorso con i fondi per trovare un accordo su un term sheet (il preliminare) e per questo si era deciso di incontrarli: da qui era nato l'incontro.
In ogni caso, la lettera rappresenta un muro contro muro che certamente non aiuterà la soluzione della vicenda, visto che le 7 società sono sempre una minoranza e nelle ultime due assemblee si sono dovute scontrare contro un fronte compatto di 9 astenuti sul voto per i diritti tv. Nelle ultime ore sembrava che la situazione si stesse fluidificando, la lettera ha invece riacceso la rivalità. Il rischio a questo punto è che, se anche l'altro blocco si cristallizzasse sulle proprie posizioni, si possa arrivare a far scadere le offerte delle tv, valide fino al 29 marzo. Come hanno dimostrato le 7 big della lettera sulla questione fondi (che nei mesi precedenti aveva raccolto già due volte il voto favorevole), bastano 7 voti contrari per generare uno stallo insuperabile.
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