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VENERDÌ 14 DICEMBRE 2018 - SQUADRE CAMPANE

VERSO COSENZA-BENEVENTO, BUCCHI: "C'È VOGLIA DI RIPARTIRE. IL NOSTRO È UN PROGETTO CHE DEVE AVERE L'UNIONE DI TUTTI"


Un Bucchi rammaricato per la sconfitta contro il Verona è pronto a ripartire subito


 
     
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A cura di: Claudio Donato
Fonte: napolicalcionews

L'allenatore del Benevento, alla vigilia della gara contro il Cosenza, ha affrontato diversi argomnenti senza peli sulla lingua: dal progetto di ritornare in serie A, al rigore sbagliato da Coda contro il Verona.

"Da un punto di vista mentale siamo dispiaciuti della sconfitta col Verona, ma come abbiamo cercato di fare sempre, al di là della partita precedente, che qualche piccolo strascico può lasciarlo, dobbiamo essere bravi a guardare la gara successiva e non cullarci quando il risultato è positivo, così come non disperarci quando perdiamo. Dal punto di vista fisico abbiamo lavorato bene, soprattutto con quel gruppo di giocatori disponibili. Da ieri ho riavuto una squadra non al completo, ma quasi. Vedere in campo gente come Tuia e Del Pinto è stata sicuramente una cosa piacevole. Non ci saranno Maggio, Viola, gli squalificati e Bukata".

"L’incontro con la dirigenza è stato normale, perché in settimana facciamo sempre un punto chiarificatore della situazione per capire un po' i vari momenti, le dinamiche, analizzando il capitolo infortuni e affrontando il discorso sulla prestazione. Bisogna capire il momento che stiamo vivendo e tutti insieme cercare di essere propositivi".

"Per quanto riguarda l'atteggiamento mentale, le difficoltà che abbiamo avuto nelle prime 9-10 giornate sono state soprattutto quelle di cercare di essere molto aggressivi. Nel dispendere molte energie concediamo molto campo e avevamo la sensazione di essere vulnerabili. Ho cercato di dare un po' di compattezza a questa squadra ed è ovvio che in questo caso bisogna essere bravi a fare due cose: o essere aggressivi e molto alti, oppure essere un po' più conservativi e aspettare: in questo caso – però - si lascia il pallino del gioco agli avversari".

"Bisogna essere bravi in certi momenti ad ottimizzare. Credo che l'allenatore debba dire che bisogna fare poche cose e semplici, a discapito - magari - di una partenza non in pompa magna o lasciare il pallino del gioco agli avversari. Col Perugia questo ci è riuscito bene e non credo che sia stata una partita più bella di quella col Verona. Forse il Perugia ci ha messo più in difficoltà".

"Il Verona ha avuto quella palla gol con Di Carmine nel primo tempo, l'episodio del gol in fuorigioco e un'azione clamorosa in contropiede. Non abbiamo fatto una gara straordinaria ma abbiamo creato più dei nostri avversari e soprattutto per 40 minuti in 10; con episodi che sono sotto gli occhi di tutti e che ci hanno danneggiato. Ho detto che la squadra non mi è piaciuta: è una sconfitta che accetto, anche se non la meritavamo. Se si vuole crescere bisogna lasciar perdere le giustificazioni, gli alibi e le scuse: io non mi nasconderò mai, ci mettiamo sempre la faccia. Da due mesi andiamo avanti con tante situazioni e infortuni".

"Lavoriamo per dare soddisfazione ai nostri tifosi e in questo momento siamo rammaricati perché non ci stiamo riuscendo. Dobbiamo essere bravi a trovare continuità e per tanti motivi non ci siamo riusciti, poi, eventualmente, penseremo anche al mercato, visto che abbiamo ancora diverse partite da giocare. Nelle partite che abbiamo a disposizione dobbiamo cercare di raccogliere più punti possibili per andare alla sosta con il miglior bottino disponibile.

"Con il Verona in sala stampa sono venuto, soltanto che mi sono trattenuto a parlare con il presidente e abbiamo fatto un po' tardi. Ho trovato soltanto pochi giornalisti perchè gli altri erano già andati via e ho preferito parlare solo con la tv ufficiale per rispetto di tutti voi".

"Io ho sempre detto una cosa dal mio arrivo: quella di dimenticarci della serie A, perché siamo tutti in B. Questo non perché non siamo ambiziosi. Quando si viene da una retrocessione, e ne ho vissute alcune, ci sono momenti difficili da dover affrontare. Non a caso con Crotone e Verona viviamo di alti e bassi. Siamo una società importante e ambiziosa. Il problema è capire che è sbagliato dire dobbiamo fare la serie A. Tutti – invece - dovremmo dire: vorremmo fare la serie A. Bisogna lavorare tutti insieme. Siamo ripartiti da zero: quando parliamo di progetto tecnico, parliamo di un campo di allenamento che è oggi è la nostra casa".

"Siamo sempre qui, i nostri tifosi hanno le porte aperte e possono venire nei momenti positivi e negativi. Noi ci siamo sempre – sia per i fischi o gli applausi. Stiamo lavorando individualmente su alcuni ragazzi che arrivano dal settore giovanile, tutto questo ha bisogno di tempo".

"Se fossimo venuti qui per ottenere una promozione diretta avremmo speso 100 milioni di euro e allora saremmo stati giudicati per la singola sconfitta. Quando si perde siamo tutti dispiaciuti. Quando il presidente parla di un progetto di tre anni è realmente così. Tanti giocatori che abbiamo volevano rimanere in Serie A e non è stato facile trattenerli".

"Andare su un campo minore non è facile, perché devi andare lì e vincere, facendo risultato sempre e comunque, questo perché siamo il Benevento. Ma non è facile ed è questo che stiamo pagando. Vedo che nonostante tutto siamo ancora lì. Abbiamo tenuto botta, siamo ancora in piedi. E’ nei momenti difficili che si forgia il carattere. Abbiamo uno staff medico di altissimo livello. È ovvio che queste cose siano molto più chiare per chi le vive da dentro. Non è così per chi vede i 90 minuti. I fischi quando sono meritati è giusto prenderli. Vigorito è un presidente che ha voglia di creare delle strutture importanti per lasciare qualcosa di concreto negli anni".

"Abbiamo uno staff medico stratosferico: un ecografo, un nutrizionista, due dottori preparatissimi, 5 -6 fisioterapisti bravissimi. Tutto questo è un successo della società. E’ normale che i 21 punti facciano passare tutto in maniera secondaria, ma stiamo lavorando sulla costruzione di giocatori e sul futuro di alcuni giovani; piuttosto che su calciatori già maturi. In passato si sono presi giocatori maturi ma nel tempo non è poi restato nulla. Se dobbiamo lasciare qualcosa dobbiamo darci del tempo; non infinito, ma un po' di tempo sì".

"Il rigore di Coda credo si commenti da solo. Massimo è stato il primo a uscire mortificato dal campo. Credo che abbia fatto una stupidaggine per come ha calcaito quel rigore e per il momento particolare che si era creato. A un uomo così maturo questo non deve accadere. E’ il primo ad essere dispiaciuto. Ha lavorato a testa bassa e ha voglia di rifarsi".

Letizia ci sarà perché sta bene e ha ripreso a lavorare con la squadra da diversi giorni. Asencio è un giocatore che ha delle grandi qualità, avrà un grande futuro. A differenza di Avellino, dove ha giocato meno perché aveva avanti Ardemagni e Castaldo, qui ha giocato con più continuità ed è normale che qualcosa cambi. Deve abituarsi a queste pressioni e prendersi dei rimproveri quando sbaglia. Adesso sta facendo delle gare straordinarie. Con le due punte il nostro indice di pericolosità è aumentato del 60%, solo che molte volte tiriamo il pallone fuori. Asencio ha una grande fisicità e all'interno di una partita pesa moltissimo, sia sui calci piazzati che su quelli contro. Sicuramente ci aspettiamo di più, ma è uno di quelli che lavora sempre a duemila all’ora”.

"Contro il Cosenza sarà una battaglia: è una squadra che lotta su ogni pallone e non viene da risultati straordinari. Sarà una partita dura sotto tutti i punti di vista, molto agonistica, fisica. Ci sarà da battagliare: credo che le seconde palle saranno decisive. Da questo punto di vista contro il Verona non abbiamo brillato".