Invece? «Invece Reja disse a Bucchi di rivestirsi e si rivolse a me con poche parole: Pampa, allora entri tu. Per questo dico che era destino. Grava nel finale si inventò un gran bel cross e io la infilai di testa».
Ricorda anche come fu esultare nel silenzio? «Sì, ci arrangiammo con una coreografia e strillavamo con tutto il fiato che c’era rimasto in corpo. Ma fu lo stesso un’esultanza monca, fu stranissimo non sentire il solito urlo del San Paolo».
Prevede anche un bel finale di stagione per il Napoli? «Me lo auguro, innanzitutto. Ma anche le caratteristiche della squadra azzurra mi fanno sperare in un bel finale. I brevilinei fanno più in fretta ad andare in forma e il Napoli ne ha parecchi. La Coppa Italia è un obiettivo alla nostra portata, il gruppo con Gattuso è cresciuto. È un tecnico in gamba».
Anche lei ha intrapreso la carriera di allenatore... «Nel campionato boliviano: dopo la pandemia ritornerò lì. Intanto vi guardo in tv. Forza Napoli».