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MERCOLEDÌ 9 OTTOBRE 2019 - INTERVISTE

RTBF - MERTENS: “FELICE A NAPOLI DAL PRIMO GIORNO: NON CHIEDO ALTRO CHE RESTARE”


Sono belga ma ormai anche italiano; imitare un gol di Maradona? Perché no…


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

Dries Mertens, in ritiro con il Belgio per i prossimi impegni con San Marino e Kazakistan, ha rilasciato una lunga intervista al portale RTBF. Le parti più salienti sono apparse già in un articolo questa mattina (clicca qui), ma ora Napolicalcionews.it vuole offrire ai suoi lettori l’intervista integrale, nella quale il folletto azzurro affronta vari temi e lo fa con il suo spirito leggero e giocoso. Gli impegni della Nazionale, il suo desiderio di giocare il più a lungo possibile, il confronto con Maradona e, ovviamente, il suo futuro, strettamente ed intimamente legato al suo rapporto con Napoli. Proprio su quest’ultimo tema Mertens parla in modo molto preciso esprimendo un suo desiderio, una sua specifica volontà.

Mentre Joaquim Phoenix trionfa con il suo  Joker, ecco che il joker, il jolly del San Paolo e del Belgio si prepara a vivere il suo terzo torneo con la Nazionale ed a eguagliare Maradona tra gli attaccanti del Napoli. Ed eccolo evocare le sue ore passate laggiù, questo ‘ragazzino’ di 32 anni, lingua francese, carattere italiano. Ma anche le critiche, un bel gol segnato da un amico, la mafia e Romelu Lukaku. E naturalmente San Marino. Eccolo Dries Mertens passare "Sur le Gril" (sulla graticola ndt).

Un sorriso costante sulle labbra, Dries Mertens irrompe dopo due interviste tenute per i media di lingua fiamminga. Voce delicata, risposte brevi, ha sempre preferito parlare con i piedi piuttosto che con le parole. Intanto si sente più giovane che mai.
Non mi sono mai sentito così fresco, ho 32 anni ma mi sento meglio nel mio corpo rispetto ad alcuni ragazzi di 25-26 anni con i quali ho a che fare nello spogliatoio… ma forse perché non ho figli” – sorride Dries Mertens.

"Vivo il periodo migliore della mia carriera, segno con facilità e ho aumentato il mio minutaggio in campo per avvicinarmi alla titolarità. E conto di giocare ancora per molto tempo. Ecco perché per me i prossimi Europei non sono di certo l’ultima chance di questa generazione dorata: la maggior parte dei miei compagni del Belgio sono più giovani di me!”.

Soltanto un punticino giovedì contro San Marino, e la qualificazione per l’Europeo sarà ufficiale. Senza che la suspense sia stata realmente programmata da tempo, in quanto questa fase eliminatoria propone dei confronti squilibrati.
"San Marino, un match inutile? Non sono per niente d’accordo! Giochiamo per i tre punti … ed è l’occasione di fare molti gol e di regalare piacere a noi stessi ed al pubblico. In ogni caso nutro simpatia per i giocatori di San Marino: nella gara d’andata ho avuto occasione di parlare con loro, mi faceva piacere parlare italiano, uno di loro ha anche giocato in Serie A, a Crotone. E a giugno sarà Europeo e potremo vincerlo: come sempre servirà un pizzico di fortuna, ma restando noi stessi, fedeli al nostro gioco offensivo e aggiungendoci efficacia. In Russia, abbiamo giocato come in un angolo di Francia. Et quando segna la Francia, allora diventa molto difficile… non incassa mai! Il messaggio di Roberto Martinez, è quello di spingere sempre per la vittoria, per crederci. Ed io ci credo all’Europeo. Tu ci credi? – strizza l’occhio Mertens mentre lo chiede.

Dries ‘formato Diego’

Dopo 7 anni a Napoli, Dries, idolo di tutte le ragazze, è diventato un’icona ai piedi del Vesuvio. Al punto che si prepara a segnare il suo gol napoletano numero 115, eguagliando nientepopodimeno che un certo Diego Maradona.
"E certo che ci penso… tutti me ne parlano! Sono davvero orgoglioso di essere arrivato così vicino ad una leggenda, ho incontrato Maradona due volte, abbiamo parlato un po’, ma non abbiamo scattato foto. È stato a Napoli e sai bene come vanno le cose: tutti gli rompevano le scatole, tutti volevano una foto, un autografo, io non volevo disturbarlo. D’altronde io non ho il culto degli idoli: quand’ero ragazzino non guardavo neanche il calcio! Volevo solo giocare e me ne stavo sul prato vicino casa insieme ai miei due fratelli. Eccoli, sono loro i miei due idoli!”

Per  Lionel Messi, è chiaro: il suo idolo è lui, Maradona. Il suo omaggio più vibrante: aver segnato un giorno il gol gemello a quello segnato da Diego al Mundial ’86, contro l’Inghilterra. Ma no… la celebre Mano de Dios: quello in cui Maradona dribbla… 6 giocatori inglesi…
"Io imitare un gol di Maradona? E perché no? Non ci avevo mai pensato, la prossima volta ci provo - – ride di gusto Mertens – Ma segnare di mano, questo non è possibile per via del VAR. (ride) Mi piace molto il modo in cui Maradona arrivava davanti al portiere e lo superava con un buffetto, come sapeva fare lui, proverò a farlo, è una cosa carina… Un gol è un gol, se è bello, poi, non guasta mai. Il mio gol più bello l’ho segnato durante un Utrecht-AZ. Vincemmo 4-0 o 5-0 e feci una tripletta e uno dei gol fu una volée da centrocampo! Volevamo giocare per un nostro compagno che si era infortunato la settimana precedente e che rischiava la paralisi”.

Il mestiere del gol

Diego Armando Maradona è un vero e proprio ‘dio del pallone’ vivente a Napoli, a quasi 30 anni dal suo addio al Golfo nelle condizioni narrate nel documentario "Maradona", che rivela il ruolo giocato dalla malavita locale nella decadenza del Pibe de Oro.
"Non ho ancora visto il film ma mi piacerebbe molto vederlo: non ero libero il giorno in cui sono stato invitato. Ma la malavita, era 30 anni fa, oggi è cambiato un po’ tutto. E da quando sono a Napoli da 7 anni non ho mai visto nulla… vero è però che in Italia la follia per il calcio a volte va forse troppo lontano…”.

Acqua passata dunque il tempo in cui il piccolo Dries, giudicato in Belgio troppo fragile per il calcio ad alti livelli, era stato costretto a espatriare in Olanda. Ad oggi l’ ‘ala tascabile’ del Belgio è divenuto una vera e propria macchina da gol.
"Segnare è diventato un mestiere, ma ho sempre lo stesso piacere e la stessa sensazione. Quando segno, penso ai momenti belli, come quando sono con gli amici al ristorante e festeggiamo qualche cosa di speciale. Il calcio è sempre un gioco per me: il mio motore è il piacere, altrimenti diventa pesante. Quando scendo in campo dimentico tutte le mie preoccupazioni, è una cosa molto bella. La cosa più dura è invece quando i risultati sono negativi e il pubblico ce l’ha con noi: facciamo il nostro meglio, ma la gente crede che noi lo facciamo apposta… Ma la critica non mi tocca più: quando sei giovane allora questo può destabilizzarti, ma alla mia età non devo dimostrare più nulla. È come con Eden e Thibaut al Real: li conosco, sono troppo forti! Ed il Real è forte, o no?". (strizza l’occhio).

Mai in Cina

Dopo 7 anni a Napoli, Dries Mertens arriva alla fine del contratto. E le trattative per il rinnovo sarebbero – secondo i rumours – tutt’altro che semplici…
"Da parte mia non chiedo altro che restare a Napoli, ma al momento non posso dire nulla. Sono belga… ma sono anche quasi italiano, mi sono integrato nella vita italiana: sto quasi sempre fuori casa, il sole, i caffè, la pasta… Quando sono venuto a Genk con la squadra, pioveva, era la giornata più fredda e i miei compagni mi prendevano in giro, ho fatto la parte del cretino quando gli ho detto che si viveva bene in Belgio! Se partirò mi mancherà tutto. E non mi vedo a firmare per un altro club italiano: non sarei a mio agio, tanto che mi sento a casa mia a Napoli”.

Il 2020 sarà comunque un anno decisivo per Mertens: dovrà decidere sul suo club e ci sarà l’Europeo con il Belgio.
"Non mi vedo a firmare per un club in Cina o in Qatar: come ho già detto, spero di giocare il più a lungo possibile ad alti livelli. Un ritorno in Belgio a fine carriera? No, non ci penso veramente. In fin dei conti sono davvero orgoglioso di aver fatto il percorso che ho fatto in Italia, che resta un campionato molto tattico, ed è nel contempo diventato più offensivo nel corso degli anni. Ne ho parlato con Romelu Lukaku quest’estate, prima che lui firmasse per l’Inter. E non ho alcun dubbio sulla sua buona riuscita in Serie A. La vita è quantomeno bizzarra: spesso mi hanno detto che ero un profilo tagliato per il campionato spagnolo: tecnico, vivo, minuto. Intanto non ho mai ricevuto offerte dalla Spagna… ma devo dire che non mi sono mai pentito di aver firmato per il Napoli: ne sono stato felice dal primo giorno!”.

Dries Mertens : "Imiter Maradona ? Avec le VAR, je ne peux plus marquer de la main…"

 

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