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MERCOLEDÌ 12 SETTEMBRE 2018 - STAMPA

NAPOLI-FIORENTINA NEL DESERTO: SAN PAOLO VUOTO, DEMA DÀ FORFAIT


San Paolo questione infinita


 
     
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A cura di: Myriam Novità
Fonte: ilmattino.it

Ci mancava solo la guerra dei santi del pallone. «Addio San Paolo, porto il Napoli da San Nicola», ha tuonato De Laurentiis. Per smorzare la provocazione, occorreva un taglio netto. Lo ha dato Antonio Decaro, sindaco di Bari: «Il nostro stadio non possiede i requisiti di agibilità dell'Uefa, ci sono problemi all'impianto elettrico». È chiaro che la minaccia del presidente azzurro, affidata a una intervista al Corriere dello Sport, di voler emigrare per le sfide di Champions è soltanto una provocazione, come confermano i suoi stessi collaboratori: impossibile, abbiamo già indicato Palermo come sede alternativa a Napoli.

San Paolo questione infinita, tormento quotidiano ma teatrino perfetto per le beghe continue tra il club e Palazzo San Giacomo. I due condottieri non si parlano da tempo, sindaco e presidente usano la squadra di calcio come campo per le loro battaglie. E nessuno molla di un centimetro, tanto da pensare di caricare magliette, pantaloncini, palloni, tifosi e mollare Fuorigrotta per Bari, che non sarà «un cesso che più cesso non si può» ma nemmeno il salotto che Aurelio vuol far credere agli altri e a sé stesso: per accedervi all'interno, alcuni settori sono transennati per crolli di parte dell'intonaco, e l'impianto elettrico non è funzionante. Proprio ieri mattina, peraltro, l'assessore allo Sport Ciro Borriello aveva simbolicamente teso una mano alla società azzurra: «Se vuole, il presidente è il benvenuto durante le nostre riunioni, restiamo favorevoli alla vendita del San Paolo purchè ci siano i requisiti indispensabili. In presenza di offerte congrue, discuteremo con esperti del settore per stabilire il valore di mercato dell'impianto. Non facciamo favori a nessuno, siamo il Comune, rappresentiamo e tuteliamo gli interessi della città e non di una squadra di calcio». Da Castel Volturno la risposta è stata netta: «No grazie, se possiamo ce ne andiamo. E in due anni ci costruiamo con i nostri soldi il nuovo stadio». Idea che affascina ma che marcisce nel cassetto da una vita. «Saranno almeno dieci anni che Aurelio minaccia di lasciare il San Paolo, ha soltanto alzato la voce per cercare di smuovere le acque», ha sbuffato Pierpaolo Marino, ex direttore sportivo del club nel primo lustro della gestione ADL.

Emigrare equivale a fare un dispetto e un gesto del genere non favorirebbe i buoni rapporti tra due città. A Napoli De Magistris (sabato non andrà in curva per impegni politici fuori città) è stato categorico e sintetico. «Trovo impensabile - dice - una soluzione del genere, non accadrà mai che il Napoli non giochi al San Paolo. È grave che questo fatto sia soltanto immaginato». Il suo collega barese Decaro è stato ancora più profondo, in pratica è come se il sindaco del capoluogo pugliese avesse gentilmente rifiutato: «Resto dell'idea che ogni club debba giocare nel proprio stadio, con i propri tifosi. A noi farebbe soltanto piacere ospitare il Napoli e la Champions ma le squadre devono giocare nelle loro città di appartenenza».