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LUNEDÌ 27 NOVEMBRE 2017 - STAMPA

NAPOLI, VITTORIA "SPORCA" DA GRANDE: PERCHÉ È LA JUVE ​CHE SI GIOCA TUTTO


Verso il big match di Venerdì al San Paolo


 
     
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A cura di: Myriam Novità
Fonte: Ilmattino.it

E ora a voi due. Al Napoli, che ha vinto a Udine la dodicesima partita in 14 giornate, e alla Juve, che ha battuto il Crotone faticando per un tempo ed è a 4 punti dalla capolista. Venerdì sarà una sfida dalle mille emozioni, quella in cui gli azzurri potrebbero compiere un allungo sui bianconeri tale da ipotecare il titolo di campione d’inverno. Inter permettendo. La squadra di Spalletti è la più tenace nella rincorsa. Anche quando non brilla, vince e questo è segnale di forza, come nel caso del Napoli, non bello ma pratico contro l’Udinese, avversario inespressivo anche dopo il cambio di allenatore.

Già due anni fa Allegri dichiarava che le vittorie più importanti sono quelle nelle partite sporche, in cui vale più il risultato che il gioco. Gli azzurri talvolta le fallivano: gli incroci con le piccole diventavano fonte di sofferenza e delusioni. Invece, anche il Napoli sa essere grigio e vincente, in grado di proteggere l'1-0 (Jorginho ha segnato dopo la respinta del rigore: rientra nel copione delle partite sporche), anche se sarebbe servito il colpo del ko per mettersi al riparo da eventuali sorprese. Ha inevitabilmente pesato il turno di Champions, perché il secondo tempo contro lo Shakhtar era stato ad altissima intensità. Se il Napoli riesce a vincere anche su ritmi bassi, vuol dire che è cresciuto mentalmente. E che il turnover, se moderato, non crea problemi, come è accaduto con gli inserimenti in difesa di Chiriches e dell'ottimo Maggio. Il tridente non è stato pungente: capita. Sarri ha sostituito Hamsik per la diciassettesima volta in questa stagione, tenendolo però in campo fino all'82'. Il capitano non convince: cerca poco la profondità e va raramente al tiro, si limita ai passaggi brevi. Avere la fiducia di tecnico, compagni e tifosi - calorosi applausi anche alla Dacia Arena - è il migliore sostegno in attesa di un auspicato miglioramento delle prestazioni.

Anche nel febbraio 2016, primo anno di Sarri, il Napoli affrontò la Juve da capolista: perse e venne sorpassato. Stavolta la situazione è diversa, non soltanto per una questione di punti, ma perché gli azzurri sono cresciuti molto sotto l'aspetto della personalità, della creatività e della compattezza. È la Juve che rischia di più. Non ci sarà il condizionamento della scorsa stagione, quando l'attenzione, non soltanto della tifoseria, era concentrata sul traditore Higuain. Venerdì il Pipita ngrato sarà un avversario come un altro, da battere per creare un distacco in classifica onestamente non preventivabile in estate, per poi tentare di agganciare - col contributo del City - il treno per gli ottavi Champions. Tra le due, c'è per ora l'Inter perché la Roma ha rallentato, pareggiando in casa del Genoa per un folle gesto del capitano De Rossi: ha dato un ceffone a Lapadula, si è fatto espellere e ha regalato un rigore ai rossoblù.

E adesso si accendano le luci di Fuorigrotta per la super sfida. Novembre si è chiuso con una vittoria non esaltante ma pesante e meritata e con l'inquietante ombra di un nuovo episodio di violenza accaduto all'esterno della Dacia Arena, con un tentato agguato di violenti tifosi napoletani - un commando di incappucciati - agli udinesi. A Verona, tre settimane fa, si era verificato l'assalto in un bar del centro. È opportuno che il Napoli, non solo la questura, si interroghi su questi due episodi per capire se sono tra essi collegati e perché. Chi vuole macchiare la straordinaria stagione della squadra? Sono cani sciolti, come li definiscono gli inquirenti, o c'è una regia? Serve un freno per queste vergogne, senza dimenticare che sta per arrivare la Juve, i cui giocatori furono blindati come capi di stato nel soggiorno dello scorso aprile per timore di incidenti. E ieri a Torino, giusto per aggiungere veleno, soliti squallidi cori dei tifosi bianconeri contro Napoli e i napoletani.