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SABATO 2 DICEMBRE 2017 - STAMPA

MERTENS E CALLEJON, NIENTE PIÙ FEELING CON IL GOL: ORA IL "DIGIUNO" PREOCCUPA


Nelle ultime cinque uscite di campionato, infatti, gli azzurri sono andati in gol solo 6 volte


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Il Mattino

La sconfitta con la Juventus, arrivata ieri sera al San Paolo, potrebbe essere solo la punta di un iceberg ben più profondo. Al Napoli la brillantezza manca da un po' e fa rima con la stanchezza che il gruppo di Sarri ha potuto accumulare dalla metà di agosto fino ad oggi. Alle porte di dicembre, infatti, gli azzurri ci sono arrivati con il carico maggiore di partite: già 22 le gare giocate tra campionato, Champions League e preliminari di Coppa, un appuntamento che ha costretto il gruppo napoletano al rientro anticipato dalle vacanze e ad una soglia di attenzione massima mentale e fisica già in estate.

La stanchezza, però, questo Napoli non può permettersela e, a dispetto dei dati snocciolati da Sarri ieri sera nel post partita, i numeri messi insieme nell'ultimo periodo potrebbero far riflettere. La supremazia territoriale sdoganata dall'allenatore azzurro c'è stata, ma purtroppo per i suoi è stata fine a se stessa, incapace di portare frutti alla causa napoletana.

Un dato su tutti può far riflettere, quello dell'attacco: il Napoli aveva messo a segno ben 29 reti nelle prime dieci uscite di Serie A quest'anno (con una media di 2,9 gol per partita), numeri che avevano fatto applaudire tutti i tifosi ma che adesso sono in calo. Nelle ultime cinque uscite di campionato, infatti, gli azzurri sono andati in gol solo 6 volte (1,2 gol a partita) e in due occasioni sono rimasti a bocca asciutta (contro Chievo e Juventus, appunto).

Una involuzione netta della manovra offensiva azzurra, denunciata dallo stesso Sarri. «I tre davanti ci hanno risolto tante partite, ora non sono brillanti ma torneremo a fare bene quando li ritroveremo» il suo pensiero, che non va troppo lontano dalla realtà ma che apre scenari importanti. Al mercato di gennaio, infatti, manca ancora tanto e prima di potersi affidare a nuove pedine il Napoli dovrà affrontare sei gare che, a questo punto, saranno decisive. In più, qualsiasi sia il destino del prossimo mercoledì di Champions, gli azzurri avranno ancora tre competizioni da giocare a partire dal prossimo febbraio.

Preoccupano e non poco le condizioni dell'attacco a disposizione: Mertens non segna in campionato dallo scorso 29 ottobre (3-1 al Sassuolo) e nelle ultime uscite ha mostrato più di qualche difficoltà. Stesso dicasi per Callejon, andato in gol nella stessa partita contro i neroverdi al San Paolo. Insigne è stato croce e delizia delle ultime uscite, ma su di lui pesa come un macigno una condizione fisica non ottimale da ormai un mese. Alle spalle del solito trio, c'è poco su cui lavorare: Milik non tornerà prima del 2018, mentre Ounas è per Sarri ancora un giocatore troppo «anarchico», incapace di regalare equilibrio alla squadra, e non può risolvere da solo le difficoltà latenti di questo periodo.

Necessario, dunque, tornare sul mercato. Gennaio sarà a questo punto il vero spartiacque di una stagione che, nonostante il ko incassato contro la squadra di Allegri, vede il Napoli ancora in cima alla classifica. C'è da regalare all'allenatore toscano un attaccante ed un esterno capace di far rifiatare i titolari e permettere a Ghoulam il rientro migliore. Nel frattempo, però, non si può stare a guardare: dal Feyenoord e la Fiorentina, la prossima domenica, ripartirà il cammino azzurro, per un mese di dicembre che potrà dire la verità sulle volontà del Napoli di guadagnarsi questo scudetto.