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GIOVEDÌ 7 MAGGIO 2020 - EX AZZURRI

MASCARA: “NAPOLI, CHE PASSIONE: COME DIRE DI NO? FU MAZZARRI A VOLERMI FORTEMENTE…”


Ho giocato con campioni del calibro di Cavani e Lavezzi ma il miglior compagno per me resta Spinesi


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: TMW

Giuseppe Mascara, ex azzurro, è stato intervistato da  TMW Radio durante, a Maracanà.

Un gol incredibile nel derby a Palermo:
"Una giornata perfetta, di meglio non di poteva chiedere. Vivendo a Catania è difficile che non mi fermino ricordando quel gol. E' rimasto nella mente di tutti. Ho calciato in porta senza vedere dove era esattamente il portiere, non pensavo che la traiettoria potesse essere quella".

Un altro gran gol ma che non è servito a nulla?
"Feci un gol all'Inter a San Siro ma non servì per vincere. Eravamo alle prime giornate in Serie A. Sono tifoso dell'Inter, trovarmi lì in quello stadio è stato speciale. Poi fare quel gol..."

Vede un'Inter di Conte che può avvicinarsi a quella di Mourinho?
"Nell'Inter di Mourinho c'erano giocatori che potevano fare in ogni momento la differenza. Oggi l'Inter ha il collettivo, ha un grande allenatore, ma dopo tanti anni che non vinci ci vuole del tempo per amalgamare tutto. Mourinho s'è ritrovato con grandi campioni, li ha fatti remare tutti dalla stessa parte. Ci vorrà del tempo per tornare in alto. Spero che Lautaro rimanga per tanti anni, è un grande giocatore, sta facendo la differenza. Il problema è che ha dovuto cambiare tante volte formazione per diversi infortuni".

L'allenatore più importante nella sua carriera?
"Ognuno mi ha lasciato qualcosa. Forse qualcosa di più mister Marino, perché ce l'ho avuto per più tempo".

Cosa rappresenta per lei Gaucci?
"Non lo conoscevo di persona, sapevo del carisma che aveva. E' stato quello che ha scoperto tanti giocatori, ti diceva le cose in faccia e si ribellava contro tutto e tutti. Era una persona che voleva e pretendeva, conosceva i giocatori e quindi ti spronava a modo suo. Il figlio Riccardo mi promise mille euro a gol come scommessa, prima di firmare il contratto. Alla fine ho vinto io (ride, ndr)".

La sigla della Champions, dove ha debuttato nel 2011:
"Feci parte del Napoli e non potevo dire di no. A Catania ero a scadenza di contratto, Mazzarri insistette per volermi. Sono due città simili per passione, Napoli però è molto più grande".

Un'esperienza che vorrebbe rivivere?
"Il periodo del Catania, quando eravamo quarti in classifica. Poi ci fu quel 2 febbraio maledetto. Me la vorrei giocare fino all'ultima giornata con i tifosi allo stadio. Fu un derby col Palermo tragico, in cui morì l'agente Raciti".

Chi l'ha delusa di più?
"Sinceramente no, ho vissuto cavalcando l'onda. Ogni giorno era sempre più bello, visto che venivo dalla strada. Non ho nessun rammarico".

Rimpianti?
"Forse di essermi accontentato, quando potevo fare il salto di qualità. In particolare nel 2010, quando facemmo il record di punti. Ma rimasi a Catania per l'amore della squadra e della città. Ma rifarei quella scelta. Sette salvezze a Catania sono come sette scudetti".

Se fosse un giocatore, ora vorrebbe riprendere a giocare?
"E' difficile, è un momento molto complicato. Bisogna prendere le giuste precauzioni ma tornerei a giocare".

La partita che vorrebbe rigiocare?
"Catania-Albinoleffe, che valse la vittoria del campionato".

Il suo miglior compagno?
"Spinesi, anche se ho giocato con campioni come Cavani e Lavezzi".

Marcello Lippi: che rappresenta per lei?
"Mi fece esordire in Nazionale a Pisa, gliene sarò sempre grato".

A chi direbbe grazie?
"Uno è il mio ex procuratore Massimo Filardi, perché quando ero molto giovane ero una testa calda ma lui mi ha fatto capire che se volevo giocare dovevo cambiare atteggiamento. E poi mia moglie, conosciuta in una fase chiave della mia carriera".