TORNA IN HOMESOCIETA'SQUADRASTAGIONECalciomercatoSTATISTICHECONTATTI



GIOVEDÌ 16 FEBBRAIO 2017 - EDITORIALE

LA PUNIZIONE DEGLI DEI


A volte, la bocca può essere più fatale del vaso di Pandora


 
     
0


A cura di: Domenico Fontanella
Fonte: Napolicalcionews.it

Impazzano, in queste ore, i giudizi e i commenti dei tifosi napoletani sulla partita di Champions appena disputata e sul polverone sollevato dalle dichiarazioni post-partita del Presidente De Laurentis. Di tutto quanto andato in scena al Santiago Bernabeu di Madrid, si può addirittura azzardare una lettura “mitologica”. Il mito è quello di Prometeo, titano che, nello scontro tra Crono e Zeus, si schierò a favore del secondo, ricevendo come premio la possibilità di accedere liberamente all'Olimpo. Ricevuto da Zeus l'incarico di forgiare l'uomo, Prometeo lo modellò dal fango e lo animò con il fuoco divino, finendo, ben presto, per innamorarsi della propria opera. Amava così tanto gli uomini, al punto di mettersi anche contro lo stesso Zeus pur di fare gli interessi della razza umana. Così, durante un banchetto, ricevuto l’incarico da Zeus di dividere in due parti uguali un enorme bue, del quale metà sarebbe toccata a Zeus, l’altrà metà agli uomini, Prometeo, dopo aver fatto a pezzi l’animale, nascose i pezzi di carne migliori sotto la disgustosa pelle del ventre del bue, mentre lucidò ben bene le ossa con il grasso. Invitò, quindi, Zeus a scegliere la sua parte. Quando il Re degli dei, che ovviamente aveva scelto la parte grassa, si accorse del trucco, decise di punire gli uomini sottraendo loro il fuoco. Prometeo osò, a quel punto, rubare il fuoco dall’Olimpo per restituirlo agli uomini, ma, una volta scoperto, fu ferocemente punito da Zeus. Il padre degli dei incaricò Efesto di incatenarlo, nudo, ad una roccia, sulla cima di una montagna. Inviò poi un'aquila perché gli squarciasse il petto e gli dilaniasse il fegato, che gli ricresceva durante la notte. Ma non finì qui la punizione per gli uomini! Infatti, dopo aver incaricato Efesto di costruire una donna bellissima, di nome Pandora, la prima del genere umano, la diede in sposa ad Epimeteo, fratello di Prometeo. Un giorno, Pandora, mossa dalla curiosità (infusagli da Efesto), aprì un vaso che il marito gelosamente custodiva, nel quale Prometeo aveva rinchiuso tutti i mali del mondo. Furono così liberati la fatica, la malattia, la vecchiaia, la pazzia, la morte, mentre rimase imprigionata, nel vaso tardivamente richiuso, la sola speranza. Ebbene, alla luce di quanto si è visto per le strade di Madrid e Napoli, viene spontaneo accostare la punizione subita dal popolo napoletano a quella sofferta dalla razza umana nel mito di Prometeo. Abbiamo osato lanciare la sfida agli dei del calcio, mettendo a capo della ribellione proprio lui, il nostro Prometeo, Mister Sarri. Lo abbiamo fatto affrontandoli in quello che può essere definito l’Olimpo del calcio. E, d’altra parte, il lampo di Insigne non aveva forse lo stesso bagliore del fuoco rubato da Prometo dall’Olimpo? Infine, purtroppo, la punizione degli dei è continuata nel post-partita. Certe esternazioni pubbliche andrebbero evitate, perché la bocca, a volte, può rivelarsi anche più fatale del vaso di Pandora. Per fortuna, la storia di Prometeo è a lieto fine. Molti anni dopo il suo incatenamento, infatti, il benefattore dell’umanità verrà liberato da Eracle. C’è da sperare, quindi, che il nuovo Eracle, ovvero il tifo napoletano, riesca a restituire il sorriso e la voglia di lottare al suo amato beniamino Mister Sarri.