TORNA IN HOMESOCIETA'SQUADRASTAGIONECalciomercatoSTATISTICHECONTATTI



DOMENICA 26 FEBBRAIO 2017 - EDITORIALE

LA PARTITA DEGLI ZANNI


La burla di Arlecchino e il risveglio amaro di Pulcinella


 
     
0


A cura di: Domenico Fontanella
Fonte: Napolicalcionews.it

Il match appena disputato tra Napoli e Atalanta ci dà l'opportunità di fare un tuffo nella commedia dell'arte. Provengono da Napoli e Bergamo, infatti, i due personaggi  più famosi di questo genere teatrale basato, non su testi scritti, ma su semplici canovacci: se Pulcinella è la maschera tipica di Napoli, Arlecchino è la maschera tipica bergamasca.

Fu Goldoni a denominare tale tipologia di spettacolo, con disprezzo, per la prima volta (1750) “commedia dell'arte”, dove "arte" sta per mestiere, professione, e quindi commedia di coloro che esercitano tale mestiere. 

Prima che Goldoni la definisse commedia dell’arte,  essa veniva chiamata con altre denominazioni: commedia all'improvviso (o improvvisa), commedia a braccio o commedia degli Zanni. 

Nella distribuzione tradizionale dei ruoli della Commedia dell'arte, lo Zanni (da Zani, versione veneta del nome Gianni) era il servo, cioè uno dei personaggi fondamentali. 

I gruppi principali di personaggi erano infatti tre: vecchi, innamorati e servi. Il ruolo del servo poteva sdoppiarsi: al primo Zanni veniva affidata la parte di servo furbo, che costruisce l'intrigo, mentre il secondo Zanni era il servo sciocco e ingenuo.

Nacquero così i primi zanni (servi astuti) come Frittellino, Beltrame e Brighella; e i secondi zanni (quelli sciocchi) molto più famosi a causa della bravura degli attori che li rappresentavano e l'impatto che avevano sul pubblico, fra i più famosi, appunto, Arlecchino e  Pulcinella.

I due sono molto diversi tra loro. Il primo è il servo imbroglione, irriverente, burlone, sempre affamato.

Il suo nome è ripreso, forse, da quello di Hellequin, un diavolo che in antiche leggende del Duecento si divertiva a spaventare i sempliciotti. Pulcinella, dal canto suo, è il servo malinconico, ingenuo, che però riesce a tirare fuori una saggezza inaspettata che fa di lui un filosofo rassegnato. Insomma, è l'uomo che porta la propria croce scherzando: un vero napoletano.

Tornando al calcio giocato, questa volta Arlecchino ha tirato veramente un brutto scherzo a Pulcinella.