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MERCOLEDÌ 17 OTTOBRE 2018 - DAL WEB

INSIGNE È IL RE DEL NAPOLI DI ANCELOTTI


Meno passaggi e dribbling, ma più gol


 
     
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A cura di: Redazione
Fonte: Gazzetta.it
A Napoli è in corso una mutazione genetica. L’artefice è lo scienziato Carletto Ancelotti, che ha aggiunto verticalità al gioco plasmato da Maurizio Sarri nello scorso triennio. Il possesso palla, un tempo prolungato in modo asfissiante, è oggi più immediato. Le ragnatele di passaggi che tanti avversari hanno irretito in passato sono ormai un lontano ricordo. Una rivoluzione, per certi versi, simile alla deguardiolinizzazione del Barça portata avanti da Luis Enrique. Lo conferma, in modo eloquente, un dato: il possesso del pallone che era pari al 64% nella scorsa stagione, oggi è sceso al 54%. Niente più tiqui-taca, insomma, perché un’altra via è possibile. A una condizione, però, e cioè che gli interpreti si convertano al nuovo credo. Un requisito che al momento pare pienamente soddisfatto, soprattutto dal protagonista assoluto di questo inizio di stagione napoletano: Lorenzo Insigne.
 
PIOVONO +3 — Un anno fa di questi tempi (ovvero dopo 8 giornate di campionato), Lorenzo Insigne aveva segnato l’11.5% dei gol realizzati dal Napoli: 3 su 26. In questa stagione le sue reti si sono raddoppiate, a fronte di una diminuzione di quelle della squadra azzurra. Oggi la contribuzione dell’ex ala è salita addirittura al 40%: 6 dei 15 gol napoletani portano la sua firma. I fantallenatori che hanno puntato su di lui, probabilmente si aspettavano di avere in rosa un uomo-assist e, invece, si sono ritrovati un bomber. L’Insigne formato Ancelotti è molto più goleador di quello modello Sarri: sono già 5 le partite in cui è andato a segno, un dato in cui è secondo solo all’indomabile Piatek (7).
 
MENO FRONZOLINel nuovo 4-4-2 del Napoli, Insigne agisce più liberamente. Le mansioni di copertura e rincorsa sulla fascia sinistra hanno lasciato spazio allo svariare per la corsia centrale del campo. Un cambio di prospettiva che gli fa risparmiare energie, permettendogli di guadagnare lucidità sotto porta. Infatti, la vena realizzativa non è frutto di un incremento nelle conclusioni, anzi: nelle prime 8 gare della scorsa stagione Insigne ha calciato 38 volte, quest’anno 35. Quindi i tiri sono addirittura diminuiti, ma è notevolmente aumentata la sua precisione. In modo parallelo si sono quasi dimezzati i dribbling tentati, 13 contro 24, in un percorso di trasformazione che l’ha visto diventare più concreto e meno funambolico. In linea con l’abbandono dello stile di gioco sarriano, inoltre, anche i passaggi a partita sono diminuiti drasticamente: da 76 a 43.5. Insomma, Lorenzo il Magnifigol fraseggia e dribbla di meno, ma tira e segna di più. Un affare per chi oggi si ritrova il calciatore della Serie A con la seconda miglior media Magic: 9.25 punti di pura gioia (e sorpresa) a partita.