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MARTEDÌ 14 AGOSTO 2018 - IL MATTINO

INSIGNE, LA SUA STRANA ESTATE SENZA SEGNARE NEMMENO UN GOL


Sia con Benitez che con Sarri gli inizi sono stati tutti in salita


 
     
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A cura di: Redazione
Fonte: Il Mattino

C'erano una volta quelle belle goleade estive che regalavano reti a tutti gli attaccanti come se fossero semi nei cocomeri. Quelle belle sfide con le rappresentative di tagliaboschi della zona del ritiro per far festa. L'estate era la certezza di una vittoria larga e della goleada degli attaccanti. È cambiato tutto: e allora non stupisca che il Napoli ha realizzato 15 reti in tutte e sei le apparizioni in precampionato. Le sconfitte contro squadre più rodate fanno parte dei rischi, ma vedere uno come Inisigne senza neppure un gol in queste partite ufficiose fa un po' impressione. Anche perché è l'unico degli attaccanti di Ancelotti a non aver segnato: Verdi ne ha fatti 3, Callejon e Milik 2, Ounas e il partente Inglese 1. Lui: nessuno.

LA STELLINA
Vedere ancora imballato Insigne fa un po' impressione. Però fino a un certo punto: perché è pur sempre agosto. Meglio allargare le braccia, tirare un sospiro e attendere: brand, fair-play finanziario, bugdet costringono subito a gare come quelle con il Liverpool, il Borussia Dortmund e il Wolfsburg dove trovi avversari in condizioni migliori che fanno correre il rischio di una figuraccia. E il prossimo anno, con la tournée in Cina nei piani azzurri, potrebbe persino andare peggio. Su di lui punta Ancelotti ma punta anche Mancini: il nuovo ct non vuole fare gli errori di sbadataggine del suo predecessore e intende affidare la sua giovane Italia fin da subito a Lorenzo. A inizio settembre c'è la Nations League e la prima generazione azzurra che ha saltato un Mondiale vorrà sicuramente riscattarsi. Lorenzo è ancora sotto tono. Si vede che ha ancora nelle gambe un po' di stanchezza legata alla preparazione. Ma sarà lui il 10 azzurro come Totti o Del Piero o Baggio. Ed è lui che deve prendersi sulle spalle il nuovo Napoli.

IL PREDESTINATO
La leggerezza del predestinato lo ha sempre accompagnato nella sua carriera. Ma sia con Benitez che con Sarri gli inizi sono stati tutti in salita. Rafone lo costringeva a inseguire il terzino e la porta, per questo, faceva fatica a vederla; Maurizio prima lo ha piazzato trequartista poi lo ha messo in alternanza con Mertens e nei primi tempi non era proprio rose e fiori. In entrambi i casi, Lorenzo ha stretto i denti e ha tirato dritto, mostrando carattere. Lui per primo sa che è tra quelli più in difficoltà in questo momento, anche perché dall'altra parte c'è Verdi che schizza e Ounas che sgomita. Ma lui va per la sua strada, seguendo i suoi tempi: lui è baciato dalla grazia, come un predestinato.

IL NUOVO INIZIO
Non è proprio una nuova collocazione tattica, ma il modo di interpretare il ruolo cambia ancora con Ancelotti. Perché gli toccherà inventare anche spostandosi in posizione più centrale, cercando spazi non solo sulle fasce, senza dimenticarsi di arretrare. Sarà più facile per lui andare al tiro, e non è un caso che ha aumentato le esercitazioni nella conclusione dalla distanza. E spostando al centro lui, come in un puzzle, si troverebbe in fase offensiva anche un difensore mancino. D'altronde era la catena di sinistra l'arma di sfondamento del Napoli di Sarri. I veri gol saranno quelli in campionato, quindi non c'è fretta e neppure ansia. La Lazio è l'unico test che conta.