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SABATO 26 OTTOBRE 2019 - PROSSIMO MATCH

IL MATTINO – NAPOLI VERSO LA SPAL CON IL CASO MILIK: IL BOMBER FACCIA A FACCIA CON ANCELOTTI


Deve avere pazienza, il polacco


 
     
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A cura di: Redazione
Fonte: Il Mattino

Un chiarimento. Un colloquio. Un confronto. Milik ci è rimasto male. Pensava, anzi era certo, che a Salisburgo avrebbe giocato lui in attacco. Ne era convinto anche dopo le parole di De Laurentiis che nel pomeriggio, poche ore prima l'inizio del match, aveva dato per certa la sua presenza lì in attacco. Invece no: Ancelotti lo ha escluso e il polacco è rimasto sorpreso. E poco importa che gli attaccanti schierati non hanno per nulla deluso. Un buon segnale, per carità: meglio vedere qualcuno che se la prende perché non gioca, piuttosto uno che resta indifferente. Ma Milik ha fretta adesso, perché si sente bene, ha voglia si spaccare il mondo ed è convinto che il modo migliore per tornare al top sia giocare e giocare il più possibile e con continuità. È guarito da tutti i suoi malanni, muscolari e non, e sta provando a far capire di essere uno a cui non si può rinunciare. Ma la ragion tattica e quella del gruppo, per ora, l'hanno ridimensionato: è un attaccante come gli altri. Ed è per questo che di ritorno dall'Austria ha parlato con Ancelotti. Con serenità e con l'intento di recuperarlo.

Il gruppo ha ritrovato serenità e il sorriso dopo le vittorie con il Verona e il Salisburgo. Ma Milik si ritrova ancora così, a guadare il torrente che si ingrossa, e accorgersi che in fondo è ancora all'inizio del suo percorso. Questione anche di carattere, temperamento. E poco importa che c'era un motivo logico, dietro la sua panchina: Ancelotti mercoledì scorso aveva bisogno di uno come Lozano, ovvero di un uomo in grado di saltare (potenzialmente) l'uomo e creare superiorità numerica perché così l'aveva immaginata la partita di Salisburgo (e l'aveva immaginata bene). Milik però, fuor di metafora, non se lo aspettava. Ed è per questo che la presenza di domani sul campo della Spal (giocherà lui) ha un doppio valore: emotivo e simbolico. Emotivo perché l'attaccante polacco è convinto che senza giocare con continuità non riuscirà a mostrare le sue vere doti. E poi simbolico, perché proprio a Ferrara il 23 settembre di due anni fa il suo ginocchio fece crac per la seconda volta in un anno facendo riprendere il calvario di sofferenza. Ecco, dopo la doppietta con il Verona, una nuova buona prestazione con la Spal potrebbe essere il modo migliore per ridargli quella fiducia di cui Milik si nutre. Questione di dna: chi lo conosce sa bene che è un ragazzo che ha bisogno di certezze e la vita da precario non è quella che più gradisce. Ma lì davanti la concorrenze è spietata e di primo piano: ed è logico, normale, che Ancelotti faccia turnover. In panchina ci vanno anche Mertens e Insigne, perché non dovrebbe andarci lui?

De Laurentiis è rimasto indifferente per l'esclusione di Milik: non aveva ancora sentito Ancelotti quando aveva detto che era certo che il polacco avrebbe giocato in attacco, né con quella frase voleva influenzarlo. Ma De Laurentiis, si sa, è il tifoso numero uno di Milik: lo ha difeso sempre, anche dalle tante tentazioni di mercato. Non solo perché lui è l'erede di Higuain, l'uomo che venne preso per prendere il posto dell'argentino. Ma anche perché il patron è davvero convinto che questa stagione, con l'infortunio alle spalle, possa essere quella della sua esplosione autentica. Insomma, è lui per il patron azzurro l'uomo dai 30 gol a campionato. Peraltro è stato davvero un investimento importante, quasi 34 milioni di euro. Ma Ancelotti non bada certo a queste cose. E non è certo il faccia a faccia di queste ultime ore a orientare le sue scelte: aveva già previsto che avrebbe giocato con la Spal, anche perché - e glielo ha spiegato - non crede che Milik abbia ancora il ritmo per giocare ogni tre giorni. Deve avere pazienza, il polacco. Ne ha avuta tanto il Napoli con lui. Non c'è nulla di male.