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MERCOLEDÌ 19 SETTEMBRE 2018 - STAMPA

IL MATTINO - IL NAPOLI SI È BLOCCATO: UN GOL IN TRE PARTITE, AL MARAKANA MANCA IL JOLLY


Dato troppo evidente per non creare un campanello d'allarme


 
     
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A cura di: Myriam Novità
Fonte: ilmattino.it

Un solo gol nelle ultime tre gare, dato troppo evidente per non creare un campanello d’allarme in casa azzurra. Il Napoli non segna più o, almeno, non segna facilmente. Il record negativo degli ultimi 270 minuti in campo ha saputo spezzarlo solo Lorenzo Insigne e con una giocata che si aggrappava più alla disperazione e alla qualità del singolo che ad un disegno tattico vero e proprio. Dopo la grande abbuffata tra Lazio e Milan, con cinque gol nelle prime due uscite ufficiali, sembra essersi spenta la luce: troppi errori negli ultimi metri, troppe imprecisioni davanti alla porta ed un tabellino che riporta per la seconda volta quest’anno «zero» alla voce gol segnati.

«Prima si parlava di troppi gol subiti, ora di pochi gol segnati. Stiamo cercando equilibrio in attacco, chi ha giocato il Mondiale è ancora un po’ in ritardo fisicamente, ma le difficoltà di stasera erano dovute ai pochi spazi disponibili». Ancelotti non ci sta a fare drammi e ha ragione. Al 19 settembre è difficile pensare minimamente ad un primo bilancio, ma i dati delle partite giocate vanno analizzati, approfonditi. E così, se la disastrosa prova di Genova contro la Sampdoria aveva portato in dote qualche incertezza di troppo vista con la Fiorentina, quella con i viola al San Paolo aveva già evidenziato nette difficoltà per Milik e compagni davanti alla porta avversaria. A mancare non sono le occasioni, ma il pizzico di lucidità in più nell’ultima giocata, quello che fa la differenza tra una squadra normale ed una vincente. 

Anche a Belgrado si è visto un Napoli camaleontico: 4-4-2 nelle rare transizioni difensive, più slanciato 4-2-3-1 quando c’era da attaccare. Insigne ha fatto il fantasista con compiti d’invenzione, Fabián ha mostrato buone doti di palleggio e gestione, Zielinski e Callejon hanno fatto da spine nel fianco dei serbi. Eppure nessuno è riuscito a superare la coltre di fumo avversaria, una difesa di certo ordinata ma che non è parsa poi insuperabile. Ancelotti ha chiesto ai suoi di avere più di una sola anima, ma la troppa libertà concessa a questo Napoli al Marakana si è trasformata in un’arma a doppio taglio che alla fine ha fatto male solo agli azzurri. E nemmeno l’alternanza è servita: Carletto ha giocato tutte le carte a disposizione - eccetto Verdi, spedito in tribuna - senza trovare il jolly.

Come con la Fiorentina, così con la Stella Rossa. Il report ufficiale parla di un Napoli in pieno controllo al Marakana, con possesso palla schiacciante e 12 tiri verso il portiere di casa. Ma non è bastato. La manovra azzurra si è spenta negli ultimi metri, quando serviva il tocco giusto, la giocata del campione. La traversa ha negato ad Insigne la seconda gioia consecutiva tra campionato e Champions League, sulla linea si è invece fermato il tiro di José Callejon nella ripresa. Mertens e Milik ci hanno provato, ma Borjan si è aggrappato ad ogni soluzione per tenere immacolata la porta. Due punti persi quelli di Belgrado, punti che saranno pesantissimi nell’economia del Girone C, ma a preoccupare più della classifica Champions c’è una squadra che in avanti comincia a non avere più quelle certezze che l’avevano resa famosa.

Un dato, quello dei gol segnati, di certo in contrasto con quanto visto negli ultimi anni: sia con Benitez che con Sarri, infatti, la produzione offensiva era stata tra le migliori d’Europa prima grazie ai numeri di Gonzalo Higuain, poi a quelli di un tridente da paura nonostante il doppio infortunio di Milik. Da registrare, però, anche la seconda gara di fila senza subire alcun gol, dato certamente importante per Ancelotti e soprattutto per David Ospina, entrato nell’occhio del ciclone dopo il tris subito a Marassi.