A cura di: Maria Villani
Fonte: Il Mattino
Le unghie del Napoli hanno artigliato un’altra rimonta. Sotto-ritmo, nonostante il caldo del pomeriggio domenicale gli azzurri non hanno mai giocato. Faceva caldo anche per il Chievo: ma molto più semplice issare barricate e attendere che siano gli altri a sbatterci contro. Non è il cambio modulo a far svoltare gli azzurri, ma Milik e una grande iniezione di cuore.
SV REINA Uno spettatore, null’altro. D’altronde non è complicato fare il portiere di una squadra che ha il 71 per cento del possesso palla e che tira in porta 25 volte contro una sola dell’avversario. Ecco, in quell’unica volta, Reina non può fare assolutamente nulla: assiste al patatrac tra Koulibaly e Tonelli e prende il tiraccio di Stepinski che neppure l’Uomo Ragno avrebbe potuto prendere.
5,5 HYSAJ Giaccherini non ha lo stesso modo di attaccare dalla sua parte: prima molto largo, poi molto stretto, quasi come un trequartista. Soprattutto nel primo tempo, quando il Chievo fatica dannatamente a far salire la palla e le sue omissioni di fascia sono gravi. Pasticcia a volte anche in chiusura. Stavolta trova persino il tempo di andare a qualche conclusione dalla distanza, ma in modo poco convincente.
5.5 TONELLI Doma Inglese, non perde un solo duello con lui nel primo tempo. L’estasi agonistica lo spinge a salpare palla al piede in anticipo ed è la prova che in fondo Sarri non ha sbagliato a dargli fiducia preferendolo a Chiriches. Poi però è co-protagonista della sequenza horror che porta al vantaggio di Stepinski: prende la traversa al 76’ e mostra dinamismo e reattività.
4,5 KOULIBALY Si specchia a lungo in Meggiorini, ma senza tremare mai. Dà ordine alla manovra degli azzurri e la sostiene con tackle robusto. Cala alla distanza. E non poco. Poi i tremori diventano più delle sicurezze: e quando passa il pallone in orizzontale provocando l’errore di Tonelli e il gol del Chievo, commette errore di impostazione mentale e tecnico senza appello.
6 MARIO RUI Strappa la promozione per il solido presidio di fascia e per la caparbietà con cui cerca di allungarsi ogni tanto in attacco sulla fascia sinistra. I cross ribattuti sono troppi, però e a un certo punto quasi si becca con Milik che lo sovrasta per andare al traversone. Bastien usa i mezzi forti più di una volta per fermarlo. Salterà la gara col Milan perché era diffidato ed è stato ammonito.
5 ALLAN Il solito buon combattente, sia pure con qualche sbavatura e qualche impeto eccessivo. Radovanovic e Rigoni si alterano standogli sempre incollato addosso e lui ne risente in maniera particolare. In realtà, dà l’impressione di fare sempre un tocco in più. E invece il Napoli ha bisogno di accelerare la circolazione per evadere dal pressing di una mediana veronese folta.
8 DIAWARA Tante sbavature nel tenere la posizione in avvio, cresce poco e non brilla tanto. Non riesce mai a prendere confidenza, prova a fare il duro ma non gli riesce. Sarebbe insufficiente: ma si riscatta con un solo colpo, con lo storico coraggioso tiro (il terzo della sua carriera), l’arcobaleno della disperazione e della giustizia, da antologia del calcio che finisce direttamente nel cassetto dei ricordi e delle emozioni.
5,5 HAMSIK Ha il passo e le pause del convalescente, male da incursore e anche più arretrato. La conferma di un momento così e così. Se sta bene, avere un uomo addosso non è un problema. Ora invece lo è. Maran lo tratta per quello che merita, con una piccola gabbia. Dà noia quando va al tiro quasi senza convinzione. Lui in campo consente al play in ogni caso di avere meno pressione.
6 CALLEJON Solitamente contro i catenacci come quelli del Chievo è quello che soffre di meno, perché partendo larghissimo e con lo scatto di un felino pronto a saltare addosso alla sua preda, bypassa la folla che c’è tra lui e la porta. Stavolta non è così: il gol che sbaglia nel primo tempo lo condiziona e la sua intelligenza è merce assai preziosa quando il Napoli va all’assalto finale. Non è poca cosa.
4,5 MERTENS Non ne combina una giusta, come Paperino nei giorni sfigati. Non si può aspettare mazzi di fiori dopo una simile giornata. Si procura il rigore, è vero, ma lo sbaglia calciando in modo prevedibile, ovvero sempre a sinistra. E in porta c’è uno specialista. Tomovic e Bani passeggiano sui suoi svarioni: non è brillante, non ha più il controllo delle situazioni. Sperpera dribbling e appoggi. Deve riposare.
6 INSIGNE Depaoli è costretto ad aggrapparsi a lui per fermarlo. Impossibile scoprirlo al risparmio, neppure stavolta si nega un pomeriggio di fatica mostruosa: suo è l’assist per Milik. Forse è meno brillante del solito, soprattutto in copertura, ma sono anni che corre come un pazzo. Si offre sempre come sponda per qualsiasi giocata ma i suoi errori davanti sono esagerati. Si arrabbia col pubblico. E non si fa.
8 MILIK Taglia il match e gli avversari come un rasoio, ma senza la ruvida platealità dei giocolieri. Il suo gioco è come una valigia piena di tante cose: la apri e ci trovi quello che serve. Ieri ha creato, rincorso, ispirato, segnato. Testa lucida in tutti i sensi, sa dove andare a mettersi. Come in occasione del colpo di testa dell’1-1. Maran non sa a quale santi fare affidamento quando fa il suo ingresso il polacco. Decisivo.
6,5 ZIELINSKI Chiavistello perfetto, il ferramenta che l’ha prodotto sapeva proprio il fatto suo: si inserisce quando il Chievo è già in difficoltà e il suo ingresso consente a Hysaj di dare un minimo di contributo: prende il posto di Allan ed è evidente il cambio di ritmo e potenza. Diciamolo: dà il meglio di sé quando subentra. Da titolare delude troppo spesso. Ieri invece ha inciso sulla rimonta. Eccome.
SV ROG Entra durante l’apoteosi dopo il gol del 2-1. Non si sa perché Sarri lo fa scendere in campo, anche perché la sostituzione fa recuperare altri trenta secondi. È uno di quelli che magari avrebbe avuto bisogno di più minuti nel corso della stagione. In questo finale non può dare più di tanto: ma quel che conta è farsi trovare pronto ogni volta che c’è bisogno.
6 SARRI Inutile accanirsi perché ha preferito Mertens a Milik: probabilmente sarà così anche a Milano perché il polacco non va oltre i 45 minuti. Stupisce che tenga in campo il belga anche quando entra il polacco. La vittoria con i non intoccabili. Ma è evidente che la rimonta-show è figlia della sue decisioni. Una prestazione impressionante per intensità e furore nel finale di partita quando gli azzurri in 4 minuti segnano 2 gol, ma anche prima quando concede un solo tiro in porta al nemico. Il suo Napoli divampa realmente solo negli ultimi minuti dimostrando una superbia atletica rispetto agli avversari. Giocare contro un simile catenaccio non è cosa semplice nei finali di stagione e con questo primo caldo.
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