A cura di: Maria Villani
Fonte: Il Mattino
Interruzioni e ritardi nella visualizzazione della partita Lazio-Napoli, la prima trasmessa in streaming sulla piattaforma Dazn: colpa del gestore oppure o della connessione dati e quindi dei ritardi nella diffusione della banda larga in Italia?
Il monitoraggio e l'analisi delle prestazioni di questo primo test su una così larga scala può (e non poco) aiutare a capire cosa sia realmente successo, identificando il traffico di streaming Dazn durante la partita. Ma, in assenza di dati, si può solo provare a fare qualche ipotesi. Innanzitutto, la piattaforma ha sperimentato due tipici problemi che spesso affliggono il rilascio di un nuovo servizio: da un lato, il funzionamento sul campo che è ben diverso da quello in ambienti controllati o sperimentali; dall'altro (legato al precedente) la scalabilità della stessa piattaforma, ovvero la capacità di fornire le prestazioni richieste al crescere del numero degli utenti. Come spiegato dal gestore, il numero di accessi ha superato anche le più rosee aspettative e questo aspetto ha pesato sulla qualità del servizio percepita dagli utenti finali. Ciò significa che non è stato dimensionato un sistema adeguato di distribuzione dei contenuti come invece è previsto con Netflix, che non ha propri server ma solo server virtuali e, nello specifico, affitta quando servono da Amazon Web Services che e adatta in modo intelligente la risoluzione dell'immagine al tipo di connessione, più o meno potente, per non creare ingorghi. Ma il cloud computing è la soluzione che tutti i principali protagonisti del web hanno adottato per potere gestire i momenti di picco improvvisi, anche riducendo i costi. Quanto traffico può reggere un'infrastruttura di questo genere? Il 16 luglio, in occasione dell'ultimo Prime Day, Amazon ha retto, con qualche minimo problema tecnico, più di 100 milioni di prodotti acquistati in 36 ore, in media quasi 800 al secondo. I dati online sono rimandati da più punti tramite i cosiddetti serverless e altri aspetti legati allo streaming di contenuti su internet, come l'utilizzo di piattaforme di terze parti (la reti Cdn) che servono proprio a migliorare le prestazioni, e non è escluso che anche in questo ambito si siano verificati problemi o che gli investimenti non siano stati adeguati. Poi c'è il tema delle infrastrutture di rete e della capacità di banda. La raccolta di dati aiuterebbe a fare chiarezza anche su questo punto, analizzando le prestazioni del servizio al variare del provider chiamato a diffondere le immagini su tv smart, pc e telefoni, distinguendo tra accessi via cavo e di tipo wireless e valutando per ciascuna le diverse tecnologie.
|