La partita
Chievo-Napoli, oltre che dagli affezionati delle due squadre, susciterà l'interesse di alcuni tifosi toscani d'eccezione: gli stilnovisti.
Ebbene, se è noto l'apprezzamento che Petrarca e Boccaccio avevano per Napoli - al punto da risiedere per una parte della loro vita presso la Corte Angioina di Napoli dove ebbero modo di accumulare esperienze e conoscenze che ritroveremo forti nei loro scritti - non tutti sanno che Dante ha vissuto ben 7 anni della propria esistenza a Verona ove scrisse parte della Divina Commedia nella quale sono molti i riferimenti alla città.
L'esule Dante soggiornò nella liberale, e ghibellina, Verona, dal 1312 al 1318.
E' in questo periodo che si ritiene si sia consumata la tragica storia di Giulietta e Romeo, e molti vogliono interpretare la famosa terzina di Dante, che fu a Verona proprio in quegli anni, come prova inconfutabile che la leggenda abbia ben più che un fondo di verità:
Vieni a veder Montecchi e Cappelletti
Monaldi e Filippeschi, uom senza cura
color già tristi, e questi con sospetti
(Purgatorio VI, vv.106-108)
Sembra quindi che, prima ancora che di loro scrivesse Shakespeare, Dante abbia dedicato la celebre terzina alle due famiglie dei Montecchi e Cappelletti (o Capuleti), famiglie tristi perché rivali nel sanguinoso scontro tra guelfi e ghibellini da cui lo stesso Dante era stato colpito.
Tornando alla partita, l'auspicio è che Dante continui a descrivere la tristezza di Verona (ovviamente, sotto l'aspetto del risultato sportivo) e, di contro, Petrarca e Boccaccio esaltino la gioia e la gaiezza di Napoli.