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GIOVEDÌ 21 NOVEMBRE 2019 - INTERVISTE

GIORDANO: “NAPOLI, SI RICOMPATTI L’AMBIENTE: PER VINCERE CI VUOLE VOGLIA DI LOTTARE!”


Ibrahimovic al Napoli? Tutta la vita!


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

Bruno Giordano, ex attaccante azzurro, è intervenuto a Radio Goal su Radio Kiss Kiss Napoli.

“Il gruppo Napoli ha dimostrato di saper giocare a calcio ed ottenere risultati. Soprattutto però devono capire una cosa: non dico siamo all’inizio della stagione, ma c’ ancora tanto da giocare. Non si possono buttare a mare 5 o 6 mesi di lavoro! Il Napoli può raccogliere risultati importanti: vincere la Coppa Italia, andare avanti in Champions, dire la sua in campionato. A livello di scudetto la situazione si è molto complicata, però confermare il secondo posto, o un terzo posto significherebbe partecipare alle Coppe, un qualcosa di importante.
Ancelotti è un personaggio carismatico, è vero, ma ha bisogno anche dell’appoggio della società: non si può dare una responsabilità completa ad una persona, soprattutto dopo un anno. Un allenatore che sta 5 o 6 anni in una società può anche prendersi certe responsabilità, ma una società non può delegarle ad un allenatore di certo straordinario ma che conosce poco questo ambiente, specie nei momenti di difficoltà. Deve essere appoggiato dalla società.

Bianchi comunicava poco? La comunicazione tra tecnico e squadra? Conta tanto, soprattutto un allenatore deve cercare in tutti i modi di stare nel gruppo, deve essere credibile nel gruppo e nel rapporto. C’è chi lo fa attraverso colloqui individuali, chi lo fa collettivamente. Bianchi non era il massimo sotto questo aspetto, però c’erano anche altri uomini ed erano altri tempi. Noi sapevamo prenderci molte più responsabilità, adesso i giocatori possono essere anche più bravi dal punto di vista tecnico-tattico, però a livello di personalità… i ragazzi a 16 anni hanno già il procuratore… si demanda a queste figure. Noi a 18 anni andavamo a parlare con il presidente di ingaggio… era un altro spirito, un altro spessore. A quei tempi si nasceva nelle responsabilità, anche nei campi in cui andavi a giocare. Adesso sei molto più protetto ed è giusto così, non dico che oggi è peggio, c’era però più personalità, da noi forse troppa con gente del calibro di Maradona, Bruscolotti, Garella, il grande Italo Allodi. Se l’allenatore faceva una chiacchiera con il gruppo sapeva che quel gruppo remava in quella direzione. Noi poi eravamo un po’ tutti al capolinea della carriera e volevamo assolutamente vincere. Quindi ci parlavano o non ci parlavano a noi interessava fare risultato.

Questo gruppo vuole vincere? Ci deve essere la voglia di lottare poi i risultati possono essere causati da un centimetro. Siamo a novembre e la stagione non è affatto finita: si ricompatti l’ambiente, Ancelotti è il capo del gruppo ma anche la società deve farlo sentire importante. Quando escono queste notizie per le quali nelle prossime due partite Ancelotti si gioca tutto è negativo. La gente ci sguazza poi. Se la società ribadisce che ha un contratto e che si va avanti tranquilli, si dà ancora più forza.

Adesso la risposta la devono dare i calciatori, quelli che determinano i risultati. Ibrahimovic a Napoli a gennaio? Tutta la vita!”.