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MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO 2020 - CONFERENZA STAMPA

GATTUSO IN CONFERENZA: “MANCHIAMO ANCORA DI COMPATTEZZA: NON È QUESTIONE DI TESTA, MA DI INTERPRETAZIONE”


Il tecnico azzurro ha parlato in conferenza stampa


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

Rino Gattuso ha tenuto la sua conferenza stampa post Inter-Napoli. Le sue parole sono state trasmesse da TV Luna.

Qual è il vero Napoli?
In questi due mesi mi son fatto tante volte questa domanda, so bene quel che ci manca. Da un po’ di tempo dico che questa squadra deve imparare a giocare sulle 2 fasi e se sa soffrire, occorre non perdere l’identità. È una squadra che sa palleggiare, anzi il palleggio è migliorato da quando sono arrivato ma vedo sempre sensazione di pericolo nei 24 metri e questo per me è una delusione, perché da quando alleno, le mie squadre hanno sempre avuto la costante della compattezza. Perdiamo tempo per capire quello che dobbiamo fare, se difendiamo male non è solo colpa della difesa, più abbiamo palla coperta più la difesa può salire ed oggi siamo stati bravi a non dare spazio. Su Lautaro e Lukaku siamo stati sempre nella posizione giusta. Quando saremo meglio nella fase di non possesso, andremo 10 metri più avanti. Non ci possiam più permettere di regalare uomini agli avversari.

Il 4 5 1 nella fase di non possesso è riproponibile? La mossa di Elmas è stata studiata?
Se hai buona memoria ricorderai che durante il riscaldamento prima della gara con la Juve, insieme ad Insigne mandai anche Elmas. Elmas ha le caratteristiche per quel ruolo: forza tecnica, da migliorare nella fase di possesso ma ha le caratteristiche giuste, ripiega bene, ha veleno, è difficile da saltare non ti dà 5 metri ma è sempre ad un metro, un metro e mezzo.

Le differenze con la gara contro il Lecce: la squadra ha tenuto le distanze ed è stata compatta, ordinata, in più con un’altra testa.
Non è una questione di testa, quando parlate di testa siete fuori binario: se non ci siamo con la testa non si fa una gara di sacrificio come questa dopo tre giorni! La squadra deve interpretare quello che facciamo nel lavoro durante la settimana e se questo non si fa, allora escono fuori le magagne. Col Lecce al rinvio eravamo a 30 metri dalla lunetta di metà campo, non a centrocampo come oggi. Dobbiam migliorare nelle distanze, se facciamo bene allora soffriamo, è questione di interpretazione, non di testa.

Ma insomma, qual è il vero Napoli?
DI nuovo… Ho già risposto, non so qual è il vero Napoli, è una squadra che negli ultimi 5-6 anni ha fatto 400 punti, essendo in lizza per vincere un paio di scudetti, tutto quello che è stato fatto è stato fatto, ora ci giochiamo qualcosa di importante, bisogna guardare ad oggi: qualcuno è triste, qualcuno ha avuto problemi, ma poi i problemi si risolvono, ora tutti diano il 100%, poi si vedrà quale sarà il futuro mio e degli altri: dobbiamo preparare ed interpretare la gara come oggi.

È tornato Mertens dal primo minuto: che valore dà alla prestazione e quanto importante il suo recupero?
Tanta tanta roba, tanta tanta roba e non è poco, non sia perplesso… la prestazione si commenta da sola: stoppava palle difficili, ha dimostrato grande intelligenza tattica, ci ha cavato d’impaccio in più di una situazione. Ecco cosa voglio dire quando dico tanta tanta roba: a livello tattico ottima prestazione.

In un mese battute Lazio, Juve ed Inter.
Sì però poi abbiamo perso contro Lecce, Parma e Fiorentina…

Al di la rimpianti, chi vedi meglio?
Non ne parlo più, mi ero un po’ ingrifato, avevo cacciato un po’ la testa fuori dal sacco e ci ho sbattuto i denti. Ero sicuro che se avessimo battuto il Lecce potevamo dir ancora qualcosa, invece abbiamo rimediato l’ennesima mazzata. La cosa incredibile non sono i gol, ma l’aver preso 10 tiri in porta, in casa in una partita che per noi era come una finale di Champions e l’abbiamo persa. Difficile al momento dare giudizi alla squadra. Dobbiamo esser bravi a mettere veleno, magari allenandoci di meno ma recuperando l’attenzione e l’umiltà di oggi. Non mi interessa avere una squadra bella in fase non possesso, nelle due fasi non è facile, anche perché poi nel secondo tempo abbiamo regalato troppi palloni, non uscivamo dalla loro pressione, ma mi interessa la compattezza della squadra, una squadra che non regala nulla, che sente l’odore del rischio.

Con un ritorno di Coppa Italia ed un ottavo di Champions ancora da giocare: dal punto di vista personale come ti senti?
Mi manca un pezzo: mi manca il non avere una squadra che è puntuale, sbagliamo spesso, ecco perché non son tranquillo. La perplessità vostra è anche la mia, quando alleno io non regalo nulla ai ragazzi, ma non c’è mai un segnale di ribellione, quando proponi qualcosa, non dà motivo di sbroccare o per alzare il volume o l’asticella ecco perché rimango sorpreso. Ho sensazioni buone, eppure ci sbatto i denti. La priorità è quel che si fa in settimana: dobbiamo farci il segno della Croce e sperare arrivino prestazioni come queste.