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DOMENICA 1 MARZO 2020 - CURIOSITÀ

GOAL – DA ‘BASTA RAGAZZI, PIANO!’ A ‘DAI PAOLO CHE DEVO ENTRARE!’: TUTTE LE VOCI DEL CAMBIAMENTO DEL NAPOLI…


Curiosità: in tempi da panico di Coronavirus, nonostante i divieti, Gattuso è l’unico a stringere la mano a tutti


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Goal.com

Che al Napoli le cose siano cambiate, lo puoi intuire già dal riscaldamento. Normalmente, si lascia andare la gamba, evitando contrasti. Ieri a un certo punto, uno dei collaboratori di Gattuso ha dovuto urlare: “Basta ragazzi, piano, piano!” tanto forte andavano nel torelloFabian Ruiz si è anche fermato qualche secondo dopo un contrasto alla caviglia sinistra. Dolore, smorfia, rapido controllo, si può giocare. Sfumature, che però raccontano tanto.

A questo proposito, del riscaldamento: sarà scaramanzia? Molto probabile. Da qualche partitaGattuso non segue più dal campo il riscaldamento della sua squadra. Al Milan lo faceva sempre e anche nei primi tempi della sua esperienza napoletana. Adesso no, resta giù, tra sé e sé negli spogliatoi.

Due tocchi!”, “ controllo e muovo”, “Veloce”, urlato in tutte le tonalità possibili. La ricerca della fluidità di manovra è, per Gattuso, la base del lavoro tattico sul campo. La palla deve viaggiare alla sua velocità, secondo i suoi tempi. Non accetta rallentamenti. Quando parla con Manolas, sembra stia parlando a un play di centrocampo: è lui il regista difensivo da cui si comincia a giocare.

Lobotka sta studiando l’italiano e, ci dicono, presto sarà in grado di parlarlo. Certo è che Gattuso ha bisogno di immediatezza, di farsi capire al volo, senza fraintendimenti. Allora le indicazioni per le Celta, arrivano in inglese. Lobotka si lascia scappare l’uomo sulle marcature su palla inattiva? “Lobo! Be careful!”. Lobotka non tiene bene la posizione? “Lobo! Position, position!”. Lobotka da una bella palla in verticale, pulita e veloce? “Great job, Lobo!”.

Mertens ha una voglia matta, incredibile, di giocare. E’ il 70’, Gattuso si gira verso il suo vice Riccio e si confronta: “Mettiamo Dries, preparalo”. Lui è già pronto. Il team manager De Matteis impiega qualche secondo in più nel fissare i numeri sulla lavagnetta per il cambio e Mertens lo esorta: “Dai Paolo, dai che devo entrare!”. Il gioco però non si ferma, la palla non vuol saperne di uscire. Vi capita mai di pensare ad alta voce, così, come riflesso incondizionato? Lui fa lo stesso. Bisbiglia: “Dai, dai, cambia, cambia”. Gli manca un gol per essere il miglior marcatore di sempre al Napoli staccando Hamsik e ha una voglia matta di farlo.

Il calcio ai tempi del Covid-19. La Curva B ha mandato un messaggio con uno striscione nel prepartita: “Nelle tragedie non c’è rivalità”, c’era scritto. Tutti hanno applaudito. In generale, meno strette di mano e più saluti a distanza, anche tra gli addetti ai lavori. E poi c’è lui, Gattuso, che invece se ne frega. C’è un dettaglio che pochi conoscono di Gattuso: quando arriva in zona interviste, è uno dei pochi allenatori (forse l’unico) e a stringere la mano a tutti quelli che stanno lavorando lì: giornalista, operatore di camera, tecnici, delegati di lega. E’ un suo segno distintivo, una forma di rispetto molto apprezzata.