TORNA IN HOMESOCIETA'SQUADRASTAGIONECalciomercatoSTATISTICHECONTATTI



DOMENICA 19 MAGGIO 2019 - STAMPA

CORBO: “SI CHIUDE UN CAMPIONATO ENIGMATICO; IL MUTISMO DI CARLETTO A 30 ANNI DA STOCCARDA”


“Anche i sogni invecchiano e questo Napoli non sente sue quelle vittorie”


 
     
0


A cura di: Maria Villani
Fonte: La Repubblica

Napoli-Inter chiude stasera al San Paolo e domenica prossima a Bologna il più enigmatico dei suoi campionati. Da mesi è secondo, candidato indiscusso per la Champions, ma giudizi incerti. Brucia il confronto con il triennio di Sarri, bel gioco e zero trofei. Il calcio italiano va così. Conta l'emozione dell'ultimo minuto. Sarà più eccitante una salvezza che lo scudetto, il quinto di Max Allegri, vincitore per natura e perdente per destino, licenziato dalla Juve finita in pezzi dopo l'addio di Marotta. Sono rimasti in tre: Andrea Agnelli, l'uomo immagine Nedved e il manager Paratici. Affondano nelle loro contraddizioni.

La notizia del giorno è il ripristinato mutismo di Ancelotti. Ha smesso di parlare. Nel Napoli non c'è modo migliore per far capire che tra le quinte qualcosa non va. Silenzio è più loquace ed equivoco di mille conferenze. Per ricordare giorni felici al Napoli triste giro al Graffio il racconto della Coppa Uefa vinta trent'anni fa dal Napoli. Quella conquista ed i segreti tormenti di oggi lasciano nel confronto senza parole. Le ha perse anche Carletto. Ecco la rievocazione.

Erano felici quella notte Napoli ed i suoi campioni. Diciassette maggio 1989, oggi sono trent’anni. A Stoccarda la squadra di Maradona e Careca vince la Coppa Uefa, secondo torneo d’Europa per club, il primo e più importante trofeo nella storia del Napoli. Su quella Coppa c’era già un velo di polvere, finita nell’estate 2004 tra le rovine della Fallimentare. Recuperata dalla nuova società, e subito dimenticata. Vi sarà ormai una crosta di ruggine. Che nessuno ha voglia di rimuovere.

Anche i sogni invecchiano. Sono a colori quando li vivi, poi lentamente sfumano, alla fine scadono nel gelido bianco e nero delle foto, non c’è nulla che opprima più di un archivio non tuo. Questo Napoli fugge dalle antiche vittorie. Non le sente sue. Pesano. Un gruppo di artisti a Monte di Dio racconta in quattro giorni di storie, arte, talenti, visioni, musica e teatro la Felicità. Anzi, «Il diritto alla Felicità». Dedica un capitolo al calcio. Bel titolo: «Il cielo sopra Stoccarda».

Il nuovo Napoli invece non vuol ricordare. La Coppa Uefa è respinta nella memoria di chi ha sperato nell’Europa League. Ma è un errore mettere a confronto due epoche, la storia non si cancella né riscrive, la delusione di oggi non rimuove le emozioni di ieri. Un altro Napoli in un altro calcio. L’Italia si concedeva i migliori sudamericani ed europei. Mica gli scarti. Cristiano Ronaldo è venuto con 33 anni e un carro di milioni da sdoganare, gli piace la Juve, ancora di più il Fisco italiano che aspira capitali stranieri come una pompa idrovora.   Allora vinceva chi si svenava, ed il Napoli ebbe l’azzardo di farlo, fino a fallire. L’Europa, presto anche l’Italia, attrae invece chi investe danaro per incassarne ancora di più. Il business è la sua legge. Nella Premier inglese lo fan tutti, adesso anche i finanzieri russi e gli emiri.

Mecenati in società e giocatori bandiera: spariti. Nostalgia di quel calcio, certo. Con il Napoli che spende la sua capacità politica, quando teme che lo Stoccarda abbia già dalla sua Victoriano Sanchez Arminio, l’arbitro di Santander. Uno che vende formaggi Kraft. Non si può competere con i tedeschi, nel calcio europeo dopo Franchi comandano loro con Willy Neuberger. Ma la città dei quattro ministri ha uomini e ingegno giusti. Carlo De Gaudio, sportivo vincente per definizione, capo missione del Mondiale’82, non tenta l’arbitro. Ma se ne assicura l’imparzialità. Dalla monumentale Mercedes nera a cambio automatico, guidata da un autista filiforme con baffetti neri e faccino orientale come nei film di 007, Carlo raggiunge con un radiotelefono che pesa due chili Pablo Porta, presidente della Federazione spagnola. «So che è l’ultima partita di Victoriano. Uno così bravo non può smettere. Chiedi la proroga di due anni per lui. Vedrai che passerà». Detto, fatto. Non può sbagliare Victoriano. Finisce 3-3, dopo il 2-1 del San Paolo. E non sbaglia il Napoli. Tutta sua la felicità sotto il cielo di Stoccarda.