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GIOVEDÌ 4 GIUGNO 2020 - STAMPA

CDM – DE LAURENTIIS, SILENZIO E PAROLE NELLA COMUNICAZIONE DI UN IMPRENDITORE CON IL CALCIO NEL DESTINO


Il patron azzurro non parla di calcio da dicembre scorso, tornerà a farlo alla riapertura del 13 giugno?


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Aurelio De Laurentiis non ha fatto mai un passo incerto. Deciso, quasi sempre chiaro. Quasi mai in riga. Scatenato, ironico, determinato, a tratti sorprendente. Fenomenologia di un imprenditore nato con il cinema, votato al calcio. E all’improvviso fuori dagli schemi del calcio. Economia, cultura e razzismo: comunicazione diversa negli ultimi mesi, insolita. Sugli aspetti più trasversali della società e del mondo. Il pallone può aspettare. L’ultima volta che Aurelio De Laurentiis ha «discusso» di calcio è stata a dicembre dello scorso anno. La prossima sarà probabilmente prima della «ripartenza» del 13 giugno. Praticamente tra pochi giorni. Parlerà alla squadra, da vicino o in call conference, le sue decisioni rispetto alle tante questioni aperte (dagli stipendi ai rinnovi, quelli praticamente da ratificare e qualcuno da riacciuffare) sono particolarmente attese.

Così come lunga è stata l’attesa dei tifosi che in assenza di calcio, depressi dal lockdown, nell’incertezza totale, speravano in un suo tweet: Mertens resta oppure va, il campionato ricomincia oppure no? Immobile ci piace o non ci piace? L’ultima volta, a dicembre appunto, aveva però fatto una promessa: «Mertens può andare dove vuole, in Italia no». E l’Inter infatti è rimasta a guardare. Poi, il silenzio del presidente. I suoi social però non hanno mai smesso di comunicare, twitter è stato lo strumento attraverso cui l’uomo Aurelio, si è espresso su temi sociali, economici e culturali. A sostegno di cause forti, come il razzismo negli Stati Uniti. O anche come vettore di solidarietà. L’ultimo cinguettio martedì sera di commemorazione a Roberto Gervaso.

Uno sfogo contro la violenza della polizia americana e un ricordo affettuoso di un giornalista scomparso. Dopo le condoglianze a Gattuso per la scomparsa della sorella, il presidente si è scatenato su twitter con altri due interventi. Prima sui fatti accaduti in Usa: «Quello che è successo a Minneapolis con l’omicidio di George Floyd non può essere interpretato solo come un episodio di violenza di uno o più poliziotti. É qualcosa che va oltre. Deve far riflettere tutti, non solo gli americani. La violenza non può e non deve essere mai la soluzione a un problema. Apprezzo che molti calciatori del Napoli abbiano solidarizzato con la protesta che dilaga in tutto il mondo. Non possiamo più accettare episodi di brutalità e di razzismo. Dobbiamo reagire». Un mini trattato sul razzismo, credibile anche: lui ha vissuto negli States e conosce certe dinamiche. Poi il cordoglio per Gervaso come occasione per un messaggio ai ragazzi: «Leggete la “Storia d’Italia”, riflettete sul passato al fine di comprendere meglio il presente e progettare il futuro».

E il calcio? Il passo sarà improvviso. E sempre deciso. La squadra aspetta, la tifoseria chiede un cenno. Per ora De Laurentiis dopo tre mesi di lockdown è apparso a Capri, l’isola che lo ha conquistato. Ieri ha pranzato con la famiglia alla Capannina alla ricerca del buen retiro per le vacanze estive. Vicino Napoli, accanto alla squadra impegnata fino ad agosto. Fenomenologia di un presidente che sa sempre come catalizzare l’attenzione.