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LUNEDÌ 18 MAGGIO 2020 - INTERVISTE

CALCAGNO (VICEPRES. AIC): “RITORNO IN CAMPO: LA COMUNITÀ SCIENTIFICA DEVE DARCI NORME CERTE E NOI CI ATTERREMO”


Il punto più critico del protocollo resta la cancellazione della quarantena in caso di positività


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

Umberto Calcagno, vicepresidente dell’AIC, è intervenuto a Radio Goal su Radio Kiss Kiss Napoli.

“Il Protocollo? Stiamo lavorando tutti direttamente ed indirettamente, quando si muove la Federazione ci rappresenta tutti. Le stesure delle ultime settimane non ci hanno visto coinvolti ma le nostre osservazioni – le stesse delle società - sono state accolte, c’è unità di intenti.

Cancellazione della quarantena di squadra in caso di positività e sospensione del campionato: è il punto che rimane più critico. Oggi non si parla più di ritiri ma di luogo in cui la squadra si rinchiude in clausura per continuare gli allenamenti. È una criticità questa che stiamo cercando di risolvere e la risolveremo nelle prossime settimane. In caso di positività durante le competizioni non si potrebbe andare avanti.

Il DPCM prevede nessun evento sportivo fino al 14 giugno: senza deroga si ripartirebbe il 20 e ci siamo abituati a non fissarci troppo sulle date ma badare alla sostanza, ragionando sui protocolli successivi. Va visto poi con quali protocolli successivi verrà regolata la ripresa, trasferte e viaggi in pullman, aerei sono altre criticità e bisognerà ragionare sveltamente anche su questi passaggi successivi. Si correrebbe poi il rischio che a livello organizzativo certe organizzazioni non erano percorribili.

20 giugno data atleticamente possibile o prematura con pericolo infortuni? Rischi ce ne sono, mai c’è stato un periodo di sosta tanto lungo. È una delle problematiche da affrontare. Si spera che gli allenamenti, pur singoli, stiano provvedendo a ricondizionare gli atleti, ma la criticità resta. Ci sono calciatori più preoccupati, altri meno.

Differenze con la Germania: l’impostazione come sistema Paese è diversa, molte scelte derivano da scelte di fondo, un qualcosa che esula dallo sport. Dobbiamo chiederci come sistema sportivo se il nostro sport come sport di gruppo possa convivere o meno col virus, siamo affidati alla comunità scientifica. La mia paura è che se non si risolve il problema del contagio anche a settembre od oltre saremo costretti a conviverci oltre. Non dobbiamo fossilizzarci al periodo attuale e basta.

I calciatori vogliono giocare? Blocchi sulle palle inattive e niente abbracci? Bisogna evitare strumentalizzazioni, tutti vogliamo riprendere a lavorare, atleti inclusi. Diverso è dire vogliamo ritornare a tutti i costi. Ci sono quelli che hanno vissuto il Covid sulla propria pelle, se si potrà convivere col virus in sicurezza, si farà, abbiamo responsabilità anche verso gli atleti del calcio a 5, delle serie inferiori. La comunità scientifica deve darci delle norme e noi dobbiamo attenerci a quelle”.