TORNA IN HOMESOCIETA'SQUADRASTAGIONECalciomercatoSTATISTICHECONTATTI



SABATO 1 AGOSTO 2020 - INTERVISTE

AVV. GRASSANI: “PAROLE DI ADL SULLA GARA A BARCELLONA: TUTELA PREVENTIVA E SPRONE ALLA RIFLESSIONE VERSO LA UEFA”


Il massimo organismo europeo dispone di strutture e task force per valutare autonomamente l’opportunità di svolgere un evento sportivo in un luogo


 
     
0


A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

Mattia Grassani, legale del Calcio Napoli, è intervenuto a Radio Goal su Radio Kiss Kiss Napoli.

Le parole di De Laurentiis sul pericolo della trasferta a Barcellona? ‘Scatenare l’inferno’, a parte questa frase cinematografica, le parole del presidente sono assolutamente centrate. Ha ragione da vendere quando manifesta preoccupazioni che non sono legate solo all’evento sportivo ma anche a quanto ruota intorno ad esso, a conseguenze di comportamenti improvvidi: prima della chiusura ricordiamo che ad esempio la partita dell’Atalanta in CL è stata disputata in condizioni borderline. Desumo che da questo tipo di allarme si preoccupi non solo come presidente di un club ma anche da cittadino e da garante della tutela della salute dei propri tesserati quando richiama l’attenzione di tutti su un problema tutt’altro che superato. Non può essere solo l’autorità locale a dire se si gioca o non si gioca, e giocare costi quel che costi non può essere accettabile dopo quello che abbiamo vissuto. Nella UEFA ci sono unità di emergenza Covid, commissioni mediche: il richiamo è al senso di responsabilità e anche alla tutela della salute di tutti. Giocare a porte chiuse in Catalogna non è l’unica soluzione per la partita, ci sono location e scenari molto più tranquilli e meno pericolosi. Perché non spostare la partita in altri campi che offrono garanzie maggiori? Questo è il senso del presidente che tutela il proprio club, che guarda anche a come potrebbe tornare il Napoli da una trasferta del genere e anche di tutela del proprio patrimonio. Se qualche atleta del Napoli dovesse malauguratamente contrarre una qualche infezione in quel contesto, ovvio che ‘scatenerò l’inferno’ non sarà più una citazione cinematografica ma una realtà giuridico legale che qualunque aziendalista si veda danneggiato o menomato nel proprio asset porterebbe avanti, specie se non sono state osservate tutte le misure di sicurezza e uno dei contendenti chiede risposte e lancia un allarme di questo genere.

Le armi giuridico legali a disposizione del Napoli per una tutela? Quella posta in essere dal presidente è una tutela preventiva ed un invito ad una riflessione prima della conferma delle gare ed orari della gara di ritorno di CL. La UEFA ora ha strutture e risorse economiche, task force che non sono solo dei paesi ospitanti. Dire non si può giocare implica anche creare disorientamento all’altro e si cerca di fare in modo che le partite si disputino nei loro campi naturali. La UEFA ha organizzazione e professionisti in grado di valutare autonomamente dai paesi ospitanti, esperti sul territorio per preventivamente confermare o meno quello che le autorità sanitarie sostengono. Le autorità sanitarie hanno competenza di natura generale, l’organizzazione della partita compete alla UEFA e se la UEFA dietro documenti e dichiarazioni delle autorità spagnole dovesse dire ‘non si gioca’, in Spagna non si gioca. Il Napoli sta facendo dunque una moral suasion per l’organizzazione sportiva titolata sulla disputa o meno delle partite e in quali campi. Se la UEFA dovesse confermare che in Spagna si gioca, a meno che non si voglia perdere la partita a tavolino, la partita va giocata. Gli strumenti a posteriori, qualora malauguratamente quale conseguenza di questa conduzione poco accorta, se il Napoli dovesse rilevare conseguenze di menomazione del proprio patrimonio tecnico (dirigenti, tecnici, atleti) e la gara non fosse ritenuta regolare per questi condizionamenti, non sarebbe una partita regolare. È un po’ come se si giocasse senza la separazione tra campo e spettatori: 40 mila assiepati intorno al campo col rischio costante di invasione di campo, la partita la gioco ma non è regolare perché ne menoma il naturale svolgimento. Se questa partita portasse malauguratamente e teoricamente delle conseguenze nei contagi, allora il presidente avrebbe tutte le ragioni, tutte, per evocare un danno patrimoniale, un danno non patrimoniale e di immagine nei confronti della UEFA, organizzatrice dell’evento ed eventualmente, in subordine, della società ospitante, perché se qualche tesserato del Napoli dovesse ammalarsi, sarebbe un danno diretto di natura patrimoniale un minus economico, ed anche non patrimoniale e di immagine perché si comincerebbe a parlare di Covid come si sta parlando in altri luoghi, anche a Napoli. Sarebbe un’azione legale assolutamente legittima, sarebbe negligenza, imprudenza ed imperizia una volta segnalato il pericolo, da sanzionare con azioni risarcitorie”.