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DOMENICA 14 OTTOBRE 2018 - INTERVISTE

ANCELOTTI: “NAPOLI UNA BELLA FAMIGLIA, CI SONO LE CONDIZIONI PER LAVORARE BENE; CORI? IGNORANZA E MALEDUCAZIONE!”


Il tecnico azzurro è stato tra i protagonisti del Festival dello sport a Trento


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews.it

Carlo Ancelotti è stato tra i protagonisti, insieme ad Arrigo Sacchi e Pep Guardiola, sul palco del Teatro Santa Chiara a Trento, di una bella chiacchierata sul calcio della durata di oltre un’ora. Molti ed interessanti i temi emersi, dal rapporto con Napoli alla Champions, alla crescita di Lorenzo Insigne, fino ai cori discriminatori negli stadi. Ecco quanto estrapolato dall’evento organizzato da Gazzetta TV e ripreso da TV Luna:

In questo mestiere devi avere tante conoscenze: il pensiero degli allenatori nell’allenare. Da questo punto di vista ho avuto maestri importanti: Liedholm per la gestione delle risorse umane, per un giovane era una figura fondamentale, non ti metteva troppa pressione, troppa importanza al ruolo. La figura di Arrigo è stata determinante, mi sono allenato con lui 5 anni e sono stato assistente per 3 anni e per lui era importante il metodo degli allenamenti per trasmettere le sue idee ai giocatori. Quegli otto anni sono stati per me molto, molto formativi. Inizi stressanti? All’inizio con le novità sei un po’ spaesato, con l’allenamento di 90 minuti hai 20 di allenamento, 10 minuti di partitella e poi si faceva tattica tipo 11 contro zero… quando porti cose nuove c’è maggior coinvolgimento, poi c’è apprendimento e le cose diventano naturali. All’inizio c’è attenzione, poi arrivano i risultati. La fase difensiva era in passato solo passiva poi ti mettevi se non in marcatura a fare anche una fase attiva e la puoi determinare.

Carlo, come fai l’allenatore, come ti rapporti con ambiente, società, presidenti e come stai vivendo Napoli?
Fare l’allenatore è un ruolo complesso anche se piacevole. Hai rapporti con i giocatori e con tutto ambiente che lavora con te: 25 giocatori ma altrettanti 25 che sono tutti importanti allo stesso modo e lo sono se tu li rendi importanti, anche un magazziniere. La mia idea è di gestire il gruppo, rendere le persone più comode possibile, dare responsabilità e delegare penso sia importante per un tecnico come responsabilizzare quelli per cui lavoro. Deleghi un calciatore, un medico, il tuo staff tecnico e tu devi tenere tutto sotto controllo e ognuno lo fa a modo suo. Nei momenti di difficoltà tutte le volte mi hanno detto ‘hai una gestione troppo morbida, sei troppo buono, usa la frusta!’ Ho risposto che non è il mio carattere, chiamate un altro. Usare la frusta dipende da chi hai avuto, con chi cresci, se hai un maestro che ti bacchettava allora hai una esperienza io no, dammi la possibilità di esprimere il mio carattere. esprimersi davanti agli altri vuol dire essere credibile. Se sono rude non sono credibile.

E a Napoli?
Succede di arrabbiarsi ma non è l’errore tecnico a farti arrabbiare ma il comportamento: un giocatore svogliato o demotivato che ti fa arrabbiare. A Napoli è una bella famiglia, un bell’ambiente con giocatori giovani con esperienze importanti, molto umili. Napoli è una città bellissima e il club ha voglia di crescere e si può crescere in Europa sempre se il City o il Liverpool lo permettono. Klopp era ben disposto almeno all’andata adesso vediamo il ritorno…

Carlo, c’è spazio per un Napoli o Inter come outsider di Champions?
Finora le italiane hanno fatto bene nel primo periodo, non sono interessatissimo alle altre, penso al Napoli che ha un girone duro, ma bene l’inizio con il Liverpool, ora ci aspetta il PSG che è un ostacolo durissimo. Il calcio italiano è competitivissimo e resta competitiva la Juve. Le valutazioni oggi saranno molto differenti da quelle in aprile. Il Real Madrid un anno fa era in grande difficoltà ma poi ha vinto. Ad aprile la condizione sarà diversa. Mi sembra una Champions più equilibrata.

Mbappe?
Bel giocatore, molto veloce, di veloci ce ne sono tanti, solo che lui unisce velocità ed efficacia e non si perde in fronzoli, è molto diretto quindi pericoloso, è giovane e sarà una star.

Insigne che margini di miglioramento ha?
Ha grande talento, ha espresso tutte qualità, ora è nella fase di maggior responsabilità di sentirsi ancora più importante e che deve mettere tutte le sue qualità al servizio della squadra. Questo è il passo che deve fare e sono sicuro che farà.

Cosa ruberesti a Pep?
Non i capelli… se guardo il suo percorso: Barcellona. Bayern, City… prenderei la rapidità con la quale trasmette le sue idee alla squadra. È un fenomeno in questo, come Arrigo e credo sia l’aspetto più complicato. La realtà di oggi è che l’allenatore ha la sua idea in testa e la bravura è trasmettere le proprie idee a un’altra persona che la deve portare in campo. Il passaggio molto importante è come tu sei credibile e la convinzione che riesci a trasmettere e guardando Pep è stato molto bravo.

Un tuo pensiero sul calcio italiano.
Rimaniamo competitivi rispetto all’estero anche se c’è poca qualità di talenti anche se stanno venendo fuori molti giovani interessanti. Ho notato la differenza a livello ambientale. All’estero ho avuto esperienze bellissime: stadi nuovi, infrastrutture bellissime, stadi pieni e rivalità sportiva, in questo siamo rimasti indietro. Sentire ancora insulti dentro lo stadio non è rivalità è maleducazione e ignoranza.

È carenza culturale?
Sì.

 

Si può vincere anche senza insultare o denigrare…
Pep vive a Manchester dove le due squadre vivono una grande rivalità ma credo nessuno dello United si sia mai permesso di dirgli qualcosa. Per quello mi sembrano fuori di testa questi qua, dipende da come si vive.

Una partita che vorresti rigiocare?
Una? Ne ho giocate tante di finali, semifinali… una partita che non ho giocato e che avrei voluto giocare è una nel mio Milan al posto di Pirlo avendo a destra Gattuso e a sinistra Ambrosini, così loro correvano. Il mio centrocampista centrale non correva tanto: mi sarebbe piaciuto avere due bei mastini nel mio Milan.

VAR, lo auspichi in Champions?
Il giorno che la metteranno, spero presto, saranno arrivati in ritardo.