A cura di: Redazione
Fonte: Corriere dello Sport
C’ è un muro da sgretolare ed è quello del silenzio: e c’è chi sta tocchettando sullo smartphone, ora una telefonata e ora un sms, per cercare di ricomporre questa frattura che fa male, che ha piegato in due il Napoli e poi l'ha lasciato lì, ad ondeggiare nel vuoto che adesso lo circonda. Ma s’avverte ancora l’eco di quella notte, la scelta di andarsene a casa, e le crepe sono evidenti nella distanza sempre siderale che rimane tra la squadra e De Laurentiis, tra Castel Volturno e le colline di Los Angeles che sembrano irraggiungibili: magari verranno giorni migliori, per riavvicinarsi, però il Napoli (la squadra) ci sta provando ed è decisa a farlo ancora, affinché riemerga una normalità che dev’essere di chiunque e che va riafferrata rapidamente, perché adesso è il momento del campo.
Allan chiede scusa a Edoardo De Laurentiis
Il 5 novembre è la data-simbolo dell’insurrezione, certo c’è un prima che deve averla in qualche modo scatenata ma adesso c’è un dopo che va sanato, parlandosi in qualche modo, fosse anche attraverso un cellulare, prima di rivedersi, di spiegarsi, di chiedere scusa o comunque di confrontarsi su qualsiasi tema, anche il più spinoso. C'è stato, e ci sarà, chi dopo aver verificato la differenza di fuso orario tenterà di stabilire un contatto, fosse anche formale, un metodo semplice per dare un cenno della volontà di venticinque uomini, nessuno escluso, per azzerare quella serata divenuta poi divisiva e in che modo e che Allan ha già provato ad azzerare, scusandosi con Edoardo De Laurentiis per lo scontro.
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