Di fronte a tali oscene operazioni, ci si chiede come possa essere perseguito l'obiettivo di fondo del FPF, ovvero la riduzione delle disparità tra le società calcistiche, sempre più spesso dovute a fattori economici piuttosto che a quelli sportivi. Eppure, nonostante il Napoli non possa annoverarsi tra le regine dell'ultimo calciomercato, per gli addetti ai lavori (tra i quali un certo Pep Guardiola!) è attualmente tra le prime 3-4 squadre al mondo, in quanto a gioco espresso.

 

Così, pur non avendo fatto acquisti roboanti, la squadra partenopea appare proiettata a ben figurare in Europa, oltre che in Italia, dove resta la più seria candidata a sottrarre il titolo alla vecchia ed inossidabile Signora. Quei traguardi che fino ad un po' di tempo fa sembravano irraggiungibili quanto il Santo Graal, oggi appaiono alla portata del Napoli. 

 

Il merito è senza dubbio di Sarri il quale - a proposito del ciclo arturiano - ha, con i fatti, ampiamente dimostrato di poter sedere sul "seggio periglioso", quello che nella tavola rotonda era destinato al cavaliere più nobile e puro, il predestinato, l'unico in grado di ritrovare il Graal, impresa, quest'ultima, inaccessibile allo stesso Artù. D'altronde, chi se non lui, l'ultimo vero romantico del calcio, quello in tuta operaia, capace di nobilitare, attraverso la purezza del gioco, una disciplina ormai inquinata dal dio denaro? 

 

E allora non c'è che da sperare nel Galahad partenopeo. L'impresa è ardua, ma, dopo il Percival venuto dalla provincia di Buenos Aires, Sarri  è l'unico che potrà trasformare Napoli nella nuova Camelot. La Morgana bianconera è avvisata!