A cura di: Maria Villani
Fonte: As.com
Che il Barça sia migliore del Napoli non occorre dirlo. Che Messi sia un marziano, idem. Per queste ragioni e molte di più, per avere una qualche speranza gli azzurri dovevano disputare una partita perfetta e pregare di avere un po’ di fortuna. Di certo se dopo 10 minuti appena incassi l’ 1-0, l’Everest del quale aveva parlato Gattuso raddoppia la sua altezza. In Italia intanto però ci si chiede come sia stato possibile non annullare il gol di Lenglet, irregolare all’unanimità in qualsiasi parte del mondo. L’analisi del confronto deve iniziare da lì, perché questo gol è stato decisivo.
Lo abbiamo constatato in avvio di gara, quando i partenopei avevano cominciato forte colpendo il palo con Mertens, e nella seconda metà, con gli azulgrana a far catenaccio e a chiedere il tempo. Conoscendo ‘Ringhio’, perdere così gli farà male il doppio, ma non cercherà scuse. Il Napoli ha inspiegabilmente regalato il terzo gol con uno de suoi uomini migliori ed ha avuto occasioni per poter operare il miracolo nonostante i rimpianti, però le ha sprecate tutte. Per crescere, la squadra azzurra dovrà migliorare in questo aspetto, quello che le ha fatto pagar dazio in molte occasioni, e proprio per questa ragione ha preso Osimhen. Uscire eliminati dal Camp Nou con un carico doppio di tiri rispetto al Barça è assurdo. I partenopei possono pensare a questo, dimenticandosi presto di Lenglet, di Çakır e del VAR.
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